Animazioni Interessanti

Una bellissima animazione basata su una storia vera

Questo corto animato contiene la storia più delicata, triste e sofferente, ma piena di dolcezza e di speranza che si possa immaginare.
Da vedere e da condividere assolutamente.
(leggete qua sotto e saprete il perchè)

Scarlett è il nome della protagonista di un cortometraggio che descrive la lotta interiore di una bambina che ha perso una gamba per il cancro.

L’amputazione è un evento terribile per chiunque, ma lo è soprattutto per un bambino. Crediamo nel potere della condivisione sui social che può dare la visibilità necessaria a questi bambini, per donare loro la speranza e il senso di appartenenza in un momento critico, in cui possono sentirsi isolati dalla loro condizione medica.

Un breve film basato su una storia vera che ha ispirato una fondazione: www.scarlettcontraelcancer.com

Condividete il più possibile questa pagina, per fare in modo che arrivi a persone che possono dare il loro contributo economico alla fondazione. Grazie.

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Il padrone lo ha abbandonato, il gatto lo aspetta da un anno sempre nello stesso posto…

 LA FEDELTA’ DI UN GATTO CHE VA’ OLTRE L’ABBANDONO DEL SUO PADRONE
Un gattone tigrato è stato abbandonato oltre un anno fa dai suoi padroni, ma lui non si muove dal suo posto, sopra un tombino, aspettando che tornino a prenderlo. La foto del gatto è stata scattata a Belgorod, una cittadina nella parte sud-orientale della Russia.
Gli abitanti del quartiere hanno raccontato che il gatto è stato abbandonato da una famiglia che viveva lì. I suoi proprietari si sono trasferiti e hanno venduto il loro appartamento, lasciandosi il loro amico a quattro zampe alle spalle. Il gatto li ha anche rincorsi disperatamente, quando si sono allontanati in auto. Probabilmente non potevano più tenerlo con loro, ma il gesto ha spezzato il cuore al povero animale, abbandonato a se stesso.
«E’ un grande esempio della fedeltà degli animali e della grettezza umana» ha detto Ostap Zadunayskiy, autore dello scatto fotografico.

 

 

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Ognuno di noi ha il suo scopo nella vita…

Questo dialogo tratto dal film capolavoro (5 premi Oscar) “Hugo Cabret” è semplicemente meraviglioso
Lo SCOPO DELLA VITA dalle parole di HUGO CABRET (5 premi Oscar)
Questo dialogo tratto dal film capolavoro (5 premi Oscar) “Hugo Cabret” di Martin Scorsese, è la scena dove il giovane protagonista esprime la sua filosofia di vita e delinea la sua missione personale ed il suo scopo.
“I meccanismi rotti mi rendono triste, non possono più fare quello che dovrebbero. forse è lo stesso con le persone, se perdi il tuo scopo è come se fossi rotto”
La perdita dello scopo è uno dei modi in cui un essere umano può “rompersi” ma non il solo. Tutti i modi che impediscono di essere ciò che si è e pertanto di vivere secondo la propria inclinazione naturale e autentica portano alla “rottura del meccanismo” e l’inizio della sofferenza.

 

Hugo Cabret
Un film del 2012 di Martin Scorsese. Con Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Asa Butterfield, Chloë Grace Moretz, Ray Winstone. 5 premi Oscar.
La storia del film
XX secolo, stazione di Parigi. Il piccolo Hugo, rimasto solo dopo la morte dei genitori, vive dietro i macchinari degli orologi che ha imparato a sistemare grazie agli insegnamenti dello zio. Non gli rimane nulla per cui vivere, se non un piccolo robot meccanico, l’unica cosa che gli aveva lasciato il padre prima di morire. Quando il proprietario del negozio di giocattoli della stazione sottrae a Hugo il taccuino contenente le istruzioni per sistemare l’automa, il bambino fa di tutto per recuperarlo. Fa amicizia con la figlia adottiva del giocattolaio, Isabelle, una bambina come lui in cerca di avventure e di qualcosa in cui credere. Grazie a questa intensa unione, i due ragazzini riusciranno ad aggiustare l’automa e decifrare il messaggio contenuto dentro di esso: il padre adottivo di Isabelle in realtà è Georges Melies, uno dei più importanti personaggi della storia del cinema. Dopo decenni di carriera ad altissimo livello, Martin Scorsese ha deciso di cimentarsi per la prima volta con le nuove tecniche del 3D. Il risultato è qualcosa di sensazionale: un punto di rottura, una svolta nella storia moderna del cinema. Nessuno prima del regista americano era stato capace di concepire un film basato totalmente sulle nuove tecniche, ogni singola inquadratura si adatta perfettamente alla magia delle tre dimensioni, grazie ad una fotografia indimenticabile, probabilmente la migliore in 3D vista fino ad oggi. Oltre all’aspetto tecnologico, senza dubbio il più impressionante ed importante, è da sottolineare anche l’originalità e la magia della trama: una storia per tutte le età, con un omaggio tenero e commovente per un personaggio che ha fatto la storia del cinema. Strepitosi gli attori, tra i quali emerge ancora una volta in maniera netta Ben Kingsley, straordinario nella parte di Georges Melies. Indimenticabili le figure di contorno, come l’ispettore della stazione (un omaggio fantastico al cinema delle origini) e il bibliotecario, e tutti i piccoli particolari che arricchiscono il film in ogni sua singola scena. Per questa sua capacità di fondere elementi dei primi anni del cinema con le tecniche più moderne, unite ad una trama fantastica, appassionante e mai vista prima, Hugo entra nella schiera dei migliori film del terzo millennio, occupando probabilmente un posto fondamentale per il futuro del cinema.
Le immagini

  

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Se il tuo pelosetto ha la zampina rotta… ha delle necessità diverse :-)

Un ragazzo passeggia col suo amico cane, ma lui ha la zampina rotta e fa fatica a stargli dietro…
Tranquilli, è solo uno spot pubblicitario di Amazon Prime, ma è davvero carino e simpatico 🙂

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Dan è un senzatetto che pulisce la spiaggia di sua iniziativa quando un giorno…

Questa è una bella storia vera
Dan è un senzatetto di Cape Town che ogni giorno si reca presso la spiaggia per pulirla di sua iniziativa
Jay Margolis è un imprenditore di Cape Town, in Sudafrica, e pochi giorni fa stava aspettando dei clienti presso la Baia di Bantry, quando si accorge di un uomo fare avanti e indietro con delle borse che riempie con vari rifiuti. Gli si avvicina e gli chiede cosa stia facendo.

L’uomo, di nome Siyabulela Magobiyane ma conosciuto come Dan, gli risponde che ogni giorno si reca presso le spiagge della baita per raccogliere i rifiuti e pulire il più possibile: desidera che il luogo sia gradito ai turisti e che la spazzatura non venga trascinata in mare. Dan fa tutto questo di sua propria iniziativa, non viene pagato da nessuno, anzi non ha neanche un lavoro perché è un senzatetto.

Tornato a casa, Margolis pubblica su Facebook alcune foto di Dan, raccontandone la storia, e la notizia in breve tempo viene condivisa da più di 38mila persone in pochissimi giorni. Ecco il suo messaggio:
“Oggi pomeriggio ero a Bantry Bay in attesa di un cliente e vedo questo tipo mettere nel cassonetto della spazzatura due grandi sacchi nella spazzatura. 15 minuti più tardi, arriva con altri due grandi sacchi di spazzatura e li mette nel cassonetto…
Quando torno, 45 minuti più tardi, lo vedo riempire altri due grandi sacchi. Mi avvicino e decido di parlare con lui. Scopro così che “lui è imbarazzato per l’inquinamento, e vuole le spiagge belle pulite per i turisti, e per il mare” – citazione.
Nessuno gli ha chiesto di fare questo. Egli continua a dirmi che pulisce le spiagge ogni giorno, e per nessun altro motivo che “rendere bello il posto”, e poi con enorme orgoglio, tira fuori il suo permesso di soggiorno temporaneo, per mostrarmi il suo nome. Egli continua a dirmi che ha ottenuto questo, ma vorrebbe avere quello definitivo non appena trova un lavoro. Gli ho comprato il pranzo e lasciato dei soldi, sono così orgoglioso di persone come lui che vivono nel nostro bel paese. Questo uomo è una leggenda, Siyabulela Dan Magobiyane! Città di Città del Capo, date a questo uomo un lavoro!”
(Il suo messaggio originale lo potete leggere qui: www.facebook.com/jay.margolis.9)

Grazie al messaggio di Jay su Facebook, ora il senzatetto ha l’opportunità di cambiare la sua vita: a Dan è stato assegnato un rifugio dove nei prossimi mesi sarà aiutato per essere reinserito nella società, inoltre la ditta Cape Skip (che si occupa di rimuovere macerie) gli ha offerto un lavoro permanente e sta contribuendo alla sua formazione.

È proprio il caso di dire che più dai e… più ricevi!

Che bella storia, grazie Jay Margolis!

 

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10 CONSIGLI PER SUPERARE LA PERDITA DEL TUO CANE

Chiunque ritenga che un cane sia un caro amico, un compagno, o un membro della famiglia, conosce l’intenso dolore che accompagna la sua perdita.

Di seguito sono riportati 10 importanti suggerimenti di Moira Anderson Allen , tradotti in italiano per voi, alle 10 domande più frequenti, per far fronte a quel dolore e alle difficili decisioni che tale perdita comporta:
1. Sono pazzo? E’ normale stare così male?
L’intenso dolore che segue la perdita di un cane è normale e naturale. Non permettere a nessuno di dire che è sciocco, folle, o troppo sentimentale piangere!
Durante gli anni trascorsi con te (anche se pochi) il tuo cane è diventato una parte significativa e costante della tua vita.

E’ stato una fonte di conforto e di compagnia, di amore incondizionato ed accettazione, di divertimento e di gioia. Quindi non stupirti se ti senti devastato dalla perdita di un tale rapporto. Le persone che non capiscono il legame animale-proprietario non possono capire il tuo dolore.

Tutto quello che conta, tuttavia, è come ti senti. Non lasciare che gli altri dettino i tuoi sentimenti: sono validi e possono essere estremamente dolorosi. Ma ricorda, non sei solo: migliaia di proprietari di cani sono passati attraverso gli stessi sentimenti.
2. Che cosa posso aspettarmi di provare?
Persone diverse sperimentano il lutto in modi diversi. Oltre al tuo dolore e alla sensazione di perdita, si possono provare anche le seguenti emozioni:

Il senso di colpa si può verificare se ti senti responsabe della morte del tuo animale, la “se solo fossi stato più attento” sindrome. È inutile e spesso sbagliato incolparti per l’incidente o la malattia che è costata la vita del tuo cane, e rende solo più difficile risolvere il lutto.

Il rifiuto rende difficile accettare che il tuo cane è veramente deceduto. E’ difficile immaginare che lui non ti accoglierà più quando torni a casa, o che non avrà più bisogno del tuo pasto serale. Alcuni proprietari portano questo rifiuto agli estremi, e temono che i loro animali siano ancora vivi e sofferenti da qualche parte. Altri trovano difficile prendere un nuovo animale per paura di essere “infedele” al vecchio.

La rabbia può essere rivolta alla malattia che ha ucciso il cane, al conducente della vettura che correva troppo, al veterinario che ha “fallito”. A volte è giustificata, ma se portata all’estremo, ti distrae dall’importante compito di superare il dolore.

La depressione è una conseguenza naturale del dolore, ma ti può lasciare impotente nel far fronte ai tuoi sentimenti. La depressione profonda ti deruba di motivazione ed energia, e fa si che ti soffermi solo sul tuo dolore.
3. Cosa posso fare?
Il passo più importante da fare è quello di essere onesti rispetto ai propri sentimenti. Non negare il dolore, oppure i sentimenti di rabbia e senso di colpa. Solo esaminando e venendo a patti con i propri sentimenti si può cominciare a superarli.

Hai il diritto di percepire il dolore ed il lutto! Qualcuno che amavi è morto, e ti senti solo e in lutto. Hai anche il diritto di provare rabbia e sensi di colpa. Riconosci in primo luogo i tuoi sentimenti, poi chiediti se le circostanze li giustificano.

Bloccare il dolore non lo fa andare via. Esprimilo. Piangi, urla, parlane. Fai quello che ti aiuta di più. Non cercare di evitare il dolore non pensando al tuo cane, invece, ricorda i bei tempi. Questo ti aiuterà a capire ciò che la perdita del tuo animale veramente significa per te.

Alcuni trovano utile esprimere i propri sentimenti e ricordi in poesie, racconti o lettere all’animale. Altre strategie prevedono un aggiornamento della vostra giornata tipo per riempire il tempo che avresti speso con lui; prepara un memoriale, come un collage di foto e parla agli altri della tua perdita.
4. A chi posso rivolgermi?
Se la tua famiglia o i tuoi amici amano gli animali, capiranno quello che stai passando. Non nascondere i tuoi sentimenti in uno sforzo estremo di apparire forte e calmo! Parlare dei tuoi sentimenti con un’altra persona è uno dei modi migliori per metterli in prospettiva e trovare il modo di gestirli. Trova qualcuno con cui parlare di quanto la compagnia del tuo cane ha significato per te e quanto ti manca, qualcuno con cui puoi permetterti di piangere.

Se non hai familiari o amici che capiscono, o se hai bisogno di più aiuto, chiedi al tuo veterinario di associazioni o gruppi di sostegno. Ricorda che il tuo dolore è reale e merita sostegno.
5. Quando è il momento giusto per l’eutanasia?
Il tuo veterinario è il miglior giudice della condizione fisica del tuo cane, ma tu sei il miglior giudice della qualità della vita quotidiana del tuo cane. Se il cane ha buon appetito, risponde ai comandi, cerca la tua compagnia e partecipa al gioco o alla vita familiare, molti ritengono che questo non è il momento. Tuttavia, se l’animale prova dolore costantemente, è sottoposto a trattamenti difficili e stressanti che non stanno aiutando molto, non risponde all’affetto, non si rende conto di ciò che succede intorno a lui e ha perso interesse nella vita, allora probabilmente è bene scegliere di porre fine alla sofferenza del nostro amato compagno.

Valuta la salute del tuo cane in modo onesto e disinteressato con il veterinario. Prolungare la sofferenza di un animale è inutile e crudele. Nessuno può prendere questa decisione in modo facile e indolore, ma è davvero l’ultimo atto d’amore che puoi fare per il tuo cane.
6. Devo rimanere durante l’eutanasia?
Molti credono che questo è l’ultimo gesto di amore e di conforto che puoi offrire al tuo cane. Alcuni provano sollievo nell’essere presenti, nel constatare che il loro animale era sereno e che non ha provato dolore, e che è davvero andato. Per i molti che decidono si non assistere alla morte e di non vedere il corpo potrebbe essere più difficile accettare che l’animale è realmente morto. Tuttavia, questo può essere traumatico, e ci si deve chiedere onestamente se si crede di essere in grado di gestirlo. Emozioni incontrollate e lacrime, anche se naturali, potrebbero turbare il tuo cane.

Alcune cliniche sono più aperte rispetto ad altre per consentire al proprietario di rimanere durante l’eutanasia. Alcuni veterinari sono anche disposti ad addormentare il cane in casa. Ancora una volta, prendi in considerazione ciò che sarà meno traumatico per te e per il tuo animale, ed esponi le tue preoccupazioni al veterinario. Se la tua clinica non è in grado di soddisfare i tuoi desideri, trovane un’altra.
7. Cosa devo fare dopo?
Quando un animale muore, è necessario scegliere come gestire i suoi resti. A volte, nel bel mezzo del dolore, può sembrare più facile lasciare l’animale in clinica per la definitiva sistemazione. Verificare con il proprio ambulatorio per sapere se c’è un prezzo per questo. Alcuni canili provvedono anche questo servizio.

Se si preferisce una soluzione più formale, ce ne sono varie da prendere in considerazione. La sepoltura a casa è una scelta popolare, se si dispone di una proprietà sufficientemente grande per essa, è economica e vi permette di progettare la tua propria cerimonia funebre nei tempi e nei modi a te più congeniali. Tuttavia, i regolamenti delle città di solito vietano sepolture di animali e questa non è una buona scelta per gli affittuari o per persone che si spostano frequentemente.

Per molti, un cimitero di animali da compagnia fornisce un senso di dignità e di sicurezza con la possibilità di scegliere e curare la tomba. La cremazione è un’opzione meno costosa, che consente di gestire le ceneri del tuo cane in una varietà di modi: seppellirle (anche in città), spargerle in un luogo preferito, metterle in un urna.
Verificare con il proprio veterinario, o negozio di animali, o sull’elenco telefonico per le opzioni disponibili nella tua zona
8. Cosa devo dire ai miei figli?
Tu sei la persona migliore per capire quante informazioni i tuoi figli sono in grado di gestire circa la morte e la perdita del loro cane. Non li sottovalutare però. Scoprirai che, essendo onesti con i bambini per la perdita del loro cane, potresti essere in grado di affrontare alcune paure e false percezioni che hanno sulla morte.
L’onestà è importante. Se dici che il cane è stato “messo a dormire”, assicurati che i tuoi figli conoscano la differenza tra la morte e il sonno ordinario. Non dire mai che l’animale “è andato via”, o il tuo bambino potrebbe chiedersi che cosa ha fatto per farlo andare via e aspettare angosciato il suo ritorno. Ciò renderebbe anche più difficile per un bambino accettare un nuovo cane. Essere molto chiari sul fatto che l’animale non tornerà, ma che è felice e non prova dolore.

Mai dare per scontato che un bambino è troppo piccolo o troppo grande per piangere. Mai criticare un bambino perché piange, o dirgli di “essere forte” o di non sentirsi triste. Cerca di essere onesto sul tuo dolore, non cercare di nasconderlo, o i bambini si sentiranno spinti a nascondere il loro. Discuti la questione con tutta la famiglia e dai a tutti la possibilità di lavorare al proprio dolore con il proprio ritmo.
9. I miei altri animali ne soffriranno?
Gli animali osservano ogni cambiamento che accade all’interno della famiglia e notano l’assenza di un compagno. I cani spesso formano un forte attaccamento l’un l’altro e il superstite di una tale coppia può essere afflitto dalla mancanza del suo compagno. Nelle coppie cane-gatto si osservano le stesse reazioni.

E’ consigliato fornire ai tuoi animali più attenzioni e amore per aiutarli in questo periodo. Ricorda che, se si vuole introdurre un nuovo animale, i cani già presenti potrebbero non accettare subito il nuovo arrivato, ma nuovi legami si formeranno nel tempo. Nel frattempo, l’amore dei tuoi animali superstiti può essere meravigliosamente utile per guarire dal tuo dolore.
10. E’ consigliabile prendere subito un nuovo animale?
Generalmente, la risposta è no. C’è bisogno di tempo per andare oltre il dolore e la perdita prima di tentare di costruire un rapporto con un nuovo cane. Se le emozioni sono ancora in subbuglio, si può credere di volere un nuovo animale ma in realtà si vuole avere indietro il nostro vecchio compagno. I bambini, in particolare, possono pensare che amare un nuovo animale è un segno di infedeltà nei confronti dell’animale precedente.

Quando si decide di prendere un nuovo cane, è bene evitare di sceglierne uno molto simile di aspetto, altrimenti sarebbe difficile evitare confronti. Non ti aspettare che il tuo nuovo compagno di giochi sia “come” quello che hai perduto e lasciaelo libero di sviluppare la propria personalità. Mai dare al nuovo cane lo stesso nome o soprannome del vecchio, anche questo per evitare la tentazione di confrontare il nuovo animale con quello precedente.

Un nuovo cane deve essere preso perché si è pronti ad andare avanti e costruire un nuovo rapporto, piuttosto che guardare indietro al lutto e alla tua perdita. Quando si è pronti, selezionare un animale con il quale si crede di poter costruire un altro lungo rapporto d’amore, perché questo è ciò che è avere un cane!

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APPELLO AI GIOVANI PER LA PACE UNIVERSALE (GUSTAVO ROL)

L’intervento di Gustavo Rol dell’11 gennaio 1987 alla trasmissione “Domenica In”, ma sempre attuale per i suoi contenuti. E’ diventato famoso come “Appello per la costituzione degli Stati Uniti del Mondo”, ascoltatelo nel video o leggetelo qui sotto:
“Quest’augurio è un pò strano, ma penso sia utile farlo. L’augurio che faccio a questi cari giovani sta nella proposta che faccio loro. Mai come in questo momento uomini di tutte le fedi e di tutte le razze si radunano ispirandosi al desiderio di pace universale; ma io vi dico, cari giovani, sostenete questo movimento ma, in più, offritegli una forza immensa, fornendogli un mezzo d’irresistibile potenza: fate cortei e chiedete a gran voce ai due superuomini di Stato che con la loro autorità propongano di realizzare gli “Stati uniti del Mondo”, una garanzia per i loro popoli e per tutti i popoli della Terra. E questo è il massimo strumento di difesa che gli uomini possono offrirsi reciprocamente. Nessuno ha sin qui mai chiesto una cosa simile. Fatelo voi giovani, fatelo, finalmente. Tutte le abitudini di vita legate alle razze, alle loro origini, tutte le filosofie che abbiano un fondamento etico potranno coesistere e collaborare pacificamente. Una simile coesistenza consentirà all’uomo di essere sostenuto nei suoi diritti e nelle sue aspirazioni. Non più eserciti armati di missili, ma schiere di tecnici dotati di strumenti di ricerche. In un mondo di Stati uniti fra di loro, diviene naturale la ripartizione dei beni e delle risorse che la natura offre abbondantemente. Non si parlerà più di un primo, di un secondo e di un terzo mondo, non vi saranno più difficoltà monetarie, come stanno discutendo proprio adesso a Bruxelles, di disoccupazione, di miseria, ma lavoro per tutti. Questo è il problema che interessa voi giovani in prima linea. Raccogliete questo mio messaggio voi giovani d’Italia e di tutto il mondo. Incominciate subito a gridarlo dappertutto: “Vogliamo gli Stati uniti del mondo!” Ci sarà certamente chi intende e capisce che questo è il destino dell’uomo. Ve lo ripeto: “Muovetevi, è il momento opportuno per farlo. Questo è il mio augurio.”

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A volte non servono le parole per descrivere un’emozione.

Quando credi di aver scelto, loro hanno già deciso… sarai tu la persona che devono rendere felice  🐶

Questo bellissimo spot è la campagna che Dogs Trust ha realizzato per aumentare la consapevolezza di centinaia di cani ai loro centri di reinserimento in 20 paesi in tutto il mondo.
Lo spot mostra un cane Dogs Trust in attesa della sua persona speciale che verrà ad adottarlo.

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TU COME MI VEDI?

“Cambiamo il nostro modo di guardare le persone con la sindrome di Down. AnnaRose è una ragazza di diciannove anni di New Jork. Lei è una studentessa di college a tempo pieno che lavora part-time in un centro di terapia fisica, gioca a  basket e fa nuoto grazie alla Special Olympics NJ.
AnnaRose, come molte persone con la sindrome di Down, vuole solo realizzare il suo potenziale e vivere una significativa, bella vita.”

Video sociale realizzato in occasione della World Down Syndrome Day – Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down – del 21 marzo.

La campagna ‪#‎MyFriendsMyCommunity‬ (I miei amici, la mia comunità) dà voce alle persone con sindrome di down e alle persone che condividono la vita con loro.

 

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I BAMBINI SANNO ( Trailer Ufficiale)

Questo film, di Walter Veltroni, racconta come trentanove bambini , tra gli otto e i tredici anni, osservano e giudicano l’Italia, la loro vita, i grandi, il futuro. Un paese in cui spariscono i bambini è un paese senza fiducia, senza voglia di futuro, più conservatore. È anche un paese con meno fantasia. E con meno poesia. Con meno gioco. Con meno ottimismo. Il regista ha cercato di raccontare, attraverso le voci dei bambini, il nostro tempo. Li ha interrogati sulla vita, l’amore, le loro passioni, il rapporto con Dio, sulla crisi, la famiglia e sull’omosessualità.

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Questa è mia figlia: ha 4 mesi, 2 gambe, 2 braccia, 2 guance paffute e 1 cromosoma in più

Le parole di una mamma di una bimba con la Sindrome di Down
Una mamma con un figlio con la Sindrome di Down, nel corso della sua vita, è costretta ad ascoltare tante frasi superficiali, a volte persino stupide, pronunciate magari da chi dovrebbe mostrarsi più sensibile nei confronti dei bambini con disabilità.

Caroline Boudet, giornalista e mamma di una bimba con la Sindrome di Down, di ritorno da un appuntamento con il medico, presa dallo sconforto per un commento rivolto alla sua bambina ha deciso di condividere alcune osservazioni su Facebook.

Le parole contano

“Questa è la mia bambina: Louise, ha 4 mesi, due gambe, due braccia e un cromosoma in più. Per piacere quando incontrate Louise non chiedete alla sua mamma: “come hai fatto a non scoprirlo durante la gravidanza?” Magari l’hanno fatto e i genitori hanno deciso di tenere il bambino. Oppure non l’hanno fatto ed è già stato abbastanza sorprendente per loro, parlarne ancora, ancora e ancora. Tenete a mente che le mamme hanno la tendenza a sentirsi in colpa per qualsiasi cosa, così pure per un cromosoma a sorpresa. Vi lascio indovinare. Non dite alla sua mamma:  è la tua bambina, non importa com’è. No, è la mia bambina, punto. Inoltre “nonimportacom’è” è davvero un brutto nome. Preferirei chiamarla Louise. Non dire alla sua mamma: “dal momento che è una bimba Down, allora lei sarà…ecc..” No. Lei è una bambina di 4 mesi a cui è capitato di avere la Sindrome di Down. Questo non è ciò che è, è ciò che ha. Non direste: “è una bambina cancro”. Non dire: “sono come questo, sono come quello”. Hanno tutti le loro caratteristiche, il loro carattere, i loro gusti, la loro vita. Sono diversi tra di loro come voi lo siete con i vicini. So che se uno non lo sperimenta non pensa che le parole contino. Possono confortare o ferire. Quindi prestate attenzione, specialmente se siete un medico o un’infermiera. Di solito non rendo il mio stato “pubblico” su Facebook, ma con questo lo farò. Potete leggerlo e condividerlo come volete. Perché ci sono in Francia 500 nuove mamme di Louise che possono avere la giornata rovinata da quel genere di parole. Lo so che non vi è intenzione di ferire di proposito, ma dovete saperlo”.

La Boudet sa che molte persone che pronunciano le frasi che lei ha riportato sono in realtà ben intenzionati e non sanno dire niente di meglio.

“Sei mesi fa ero una di queste persone. Non sapevo della Sindrome di Down prima che Louise nascesse. Magari ho detto anch’io quelle frasi senza rendermi conto di ferire le persone” osserva la donna “ora però so che le parole possono ferire o tirar su. Ho capito che dovevo spiegarlo alle persone. Non potevo semplicemente arrabbiarmi ma spiegare perché quelle parole sono nocive e perché le persone dovrebbero dire le cose in un altro modo”.

La donna si è chiesta come mai anche tante persone che non hanno parenti con la Sindrome di Down hanno condiviso il suo post arrivando alla conclusione che questo era dovuto alla sua sincerità. “Forse perché l’ho scritto con il cuore, forse perché parla delle differenze, ci sono molte persone che sono diverse nella nostra società, quindi magari capita a tutti, o forse perché parla del mio amore di mamma verso mia figlia, o perché parla della colpa che ogni mamma prova”.

La Boudet ha detto di aver ricevuto centinaia di messaggi di sostegno, ma quello che le ha fatto più piacere appartiene a un medico che le ha scritto che il suo post l’ha indotto a usare un linguaggio più appropriato.

 

In tempi in cui ancora si discriminano i ragazzi con la Sindrome di Down perché sono lenti a fare il biglietto in stazione, le parole di questa mamma vanno diffuse perché si abbia maggior consapevolezza.

Cosa ne pensate di questo messaggio?

 

La campagna ‪#‎MyFriendsMyCommunity‬ (I miei amici, la mia comunità) dà voce alle persone con sindrome di down e alle persone che condividono la vita con loro

 

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Un uomo rimane incastrato e tutti i passeggeri spostano il treno per liberarlo

Questo è un video reale e ha dell’incredibile.
E’ il video delle telecamere di sicurezza, rilasciato dalla Public Transport Authority of Western Australia, che mostra l’incidente avvenuto il 5 agosto 2014 in Australia alla stazione di Stirling, vicino a Perth.
Un passeggero di un treno di pendolari è rimasto incastrato nello spazio tra i vagoni e la banchina: i passeggeri del treno sono scesi in suo soccorso e, spingendo, sono riusciti a spostare il treno, liberando l’uomo, che non ha riportato ferite.

E’ proprio il caso di dire: Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante. (Proverbio africano)

The video security cameras, issued by the Public Transport Authority of Western Australia, showing the incident occurred Aug. 5 in Australia at the station in Stirling, near Perth. A passenger on a commuter train got stuck in the space between the carriages and the platform: the passengers on the train took to his rescue and pushing, they managed to move the train, freeing the man, who was not injured.

Las cámaras de seguridad de vídeo, emitido por la Entidad Pública del Transporte de Australia Occidental, que muestran que el incidente ocurrió 05 de agosto en Australia en la estación en Stirling, cerca de Perth. Un pasajero en un tren de cercanías se quedó atascado en el espacio entre los vagones y la plataforma: los pasajeros del tren se llevaron a su rescate y empujando, lograron mover el tren, liberando al hombre, que no resultó herido.

 

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Il veterinario culla la cucciola dopo l’operazione

Il chirurgo veterinario Dennis Moses ha preso in braccio la cagnolina Meesha mentre si stava svegliando dall’anestesia ed era molto spaventata. Così l’ha portata nel corridoio dove l’ha teneramente cullata finché non si è calmata. Questo momento è stato catturato in un video da uno dei volontari del BARCS Animal Shelter di Baltimora, è stato pubblicato su Facebook dove sta avendo un enorme successo.

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Guardando questo video si rimane, onestamente, senza parole.

Un pastore tedesco addestrato ad aiutare la sua amica di vita. Come lui ci sono altre centinaia di cani che lavorano con i loro AMICI disabili. La loro presenza restituisce agli invalidi l’indipendenza, ma anche l’autostima e la sicurezza. Diventano veri e propri compagni di vita.
Un grazie sincero a tutti i cani addestrati ad aiutare le persone disabili in ogni aspetto della loro vita domestica: sono in grado di aprire e chiudere le porte, li aiutano a svestirsi, a spostarsi dalla sedia a rotelle elettrica a quella manuale, quando suona il telefono, glielo portano, e molto altro ancora! GRAZIE!

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Come il denaro cambia le persone. A volte in meglio, ma a volte in peggio.

Guardate questo video fino alla fine, è uno spot-provocazione davvero emblematico. Si dice che il denaro cambi la percezione della gente, ed è sicuramente vero. Come quando basta avere una macchina di lusso e alcuni bei vestiti, e la gente pensa che vali qualcosa di più. E’ triste pensare che la società sia composta per la maggior parte di persone così, e questo video vuole dimostrare che è vero.

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INTERVISTA A ELEONORA FANI

La prima intervista ufficiale a Eleonora Fani in esclusiva su Rivelazioni.com

Ho deciso di intervistare questa attrice esordiente, che interpreta il ruolo di Lady Airre nel colossal sci-fi Creators – The Past il ruolo di Lady Airre incuriosito dalla sua poliedrica personalità e dal luogo in cui vive, Arianrhod, una casa molto particolare di cui ci siamo già occupati con un articolo su “Rivelazioni” alcuni anni fa. Ci incontriamo proprio in quella casa.

Quando apre la porta rimango sorpreso dal suo aspetto fisico: capelli biondissimi molto lunghi e pelle chiara. Abissale la differenza della sua immagine con quella del personaggio di Lady Airre che si presenta asciutto, slanciato, con la pelle scura e i lunghi capelli neri ed inoltre, in quanto essere alieno, occhi bilobati e orecchie simili a conchiglie.
Deposta la divina solennità Eleonora ci accoglie con un radioso sorriso.

 

Entriamo e ci troviamo in un ambiente a dir poco stupefacente, siamo ad Arianrhod nella “dimora degli Dei”.

Eleonora, la prima cosa che salta agli occhi di te è che sei una vera trasformista… hai tantissime versioni estetiche di te in cui sembri addirittura un’altra persona e ricopri anche moltissimi ruoli professionali. E’ stato difficile interpretare un personaggio così diverso, addirittura un’aliena, dove ovviamente non ci sono modelli di riferimento?
Non ho mai cercato l’identificazione in un’unica personalità, tutti assumono una maschera, quella che reputano più funzionale rispetto al proprio modello di vita ma poi questa diventa la pelle del viso
che limita la loro libertà di sperimentarsi, di crescere e di esprimere ciò che veramente sono.
Noi siamo uno nessuno centomila, come ha scritto il grande Pirandello, e il mestiere dell’attore è sicuramente quello che più mi ha permesso di confrontarmi con la molteplicità delle maschere.
Rispetto alla tua domanda posso dire che mi sono sentita molto a mio agio nel personaggio che ho interpretato, anche perché, avendolo creato come sceneggiatrice, me lo sono disegnato addosso e perciò
mi calza a pennello; e poi, chi non vorrebbe essere una divinità? Direi che non occorrono modelli di riferimento è sufficiente connettersi con la scintilla divina che ci appartiene.
Hai scritto la sceneggiatura e hai recentemente pubblicato un romanzo con la trama di Creators – The Past, vorrei a questo proposito chiederti come ti è venuta questa idea? Ci sono punti in
comune fra le due opere e quali sono le differenze?
Se ti dicessi che la trama è stata suggerita da fonti aliene mi crederesti? La sceneggiatura è nata attraverso l’incontro con Piergiuseppe Zaia  che ne aveva già un’idea embrionale poi sviluppata e arricchita di nuovi elementi grazie ad “incontri” significativi. Il romanzo è più completo: un’attenta analisi della psicologia dei personaggi giustifica ed evidenzia le loro azioni anche sulla base delle differenti storie personali; mi è stata utile la mia formazione professionale di psicologa e psicoterapeuta anche se ora non esercito più perché faccio molte altre cose.
Infatti tu rivesti molti ruoli, ma iniziamo con quello più evidente, quello dell’attrice. Sei protagonista insieme a Jennifer Mischiati; se ho capito bene ci sono due mondi paralleli che si interfacciano con due protagoniste femminili, una per il mondo umano e una per quello alieno… forse con questo volevi evidenziare una superiorità femminile?
Ci sono otto Dèi Creatori, il numero otto è di per sé un numero di rinascita, ha mai fatto caso che i battisteri hanno otto lati? (ndr: anche Arianrhod ha 8 lati) ed è femminile. La bellezza è armonia, equilibrio ed è la qualità femminile che salverà il mondo. È un discorso ampio che viene trattato in modo completo nelle mie pubblicazioni.
Tu non sei  di madrelingua inglese, hai una formazione classica alle spalle e fino al 2014 praticamente non parlavi inglese ma sappiamo che, due anni dopo, hai fatto l’interprete in simultanea sul set durante le riprese con William Shatner e, prima di doppiarti in italiano, hai recitato il tuo intero ruolo in inglese, con un accento perfetto quel tanto che basta per essere un alieno credibile… come hai fatto?

Eleonora mi guarda, sorride e tra il serio e il faceto mi dice in tono confidenziale:
sono una divinità e gli Dèi possono fare tutto
A questo punto, ovviamente, non posso prenderla sul serio e continuo con le mie domande.

Tu sei psicologa, psicoterapeuta, omeopata, ipnositerapeuta, scrittrice e, durante questo film, produttrice cinematografica, sceneggiatrice, attrice e direttore di produzione ed ora ti occupi anche della distribuzione. Ma come fai a tenere insieme tutti questi ruoli?
Non è stata una passeggiata considerando anche la distanza che separa la mia casa dagli uffici della produzione. Faccio da dieci anni 200 km al giorno, ma questa cosa mi ricarica di energia, e questo è stato un elemento determinante. Il mio ruolo richiedeva un trucco prostetico di 8 ore ed una volta terminato, per evitare di rovinarlo, era sconsigliato mangiare, sedersi o andare in bagno, ma dovevo comunque dirigere la produzione, ed è capitato molte volte di finire di girare la mia parte alle 23.00, avere giusto il tempo di lavarmi e dopo solo due ore, spesso l’orario fissato era l’1.00 am, iniziare nuovamente la sessione di trucco prostetico per il giorno seguente. Diciamo che sono dotata di una grande resistenza fisica che mi premette di essere efficiente anche dopo molte ore o giorni in condizioni difficili… Desideri un caffè?
Comprendo che per Eleonora l’intervista sta volgendo al termine; rispondo di sì e lei momentaneamente si sposta in cucina.
Metto a fuoco i particolari dell’ambiente in cui mi trovo, sono circondato dall’azzurro del lago che pare attraversare le grandi arcate di pietra grigia e le bianche svettanti colonne di candido marmo proveniente dalla Grecia, il gorgogliare sommesso dell’acqua di una fontana accompagna i miei pensieri; seduto su un grande divano lungo un lato di un ottagono non posso distogliere lo sguardo da una Gorgone Medusa che nel centro del pavimento pare emergere da un fondo acquoso, mentre dall’alto mi sento osservato da maschere e gargoyle

Comunque, io so perfettamente chi ha progettato questa dimora fantastica… e non sei tu, vero?
Hai perfettamente ragione, questa è opera di mia madre, progetto e varie esecuzioni dal decoro dei pavimenti alle vetrofusioni come la Gorgone e le maschere, i quadri, i mosaici… insomma tutto. Io l’ho aiutata e lei ha aiutato me, si chiama Gea Mizzani Corio ed è l’altra autrice dei miei libri. Noi siamo una famiglia particolare, da generazioni… ma questa è un’altra storia e te la racconterò un’altra volta…
Mi congeda, la chiacchierata è finita, purtroppo non ancora la mia curiosità.
Esco dalla porta fucsia e salgo la scala di pietra verso l’uscita, si apre il cancelletto a fianco del cancello più grande, dove sono impresse a intaglio due grosse pantere che sorreggono una corona al centro, rivedo i
due grandi quadri visti all’interno della casa, con l’immagine di due figure: una che sorregge una pantera e l’altra un leone…

Si, qui è tutto molto strano.

Per conoscere meglio Eleonora…
Il suo website: www.eleonorafani.com

Instagram personale: https://www.instagram.com/fanieleonora/

Instagram ufficiale: https://www.instagram.com/eleonorafani_official/

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La piccolina Audrey sale sul palco e ruba la scena ai ballerini!

La piccola e adorabile Audrey  è affetta dall’Anemia di Diamond-Blackfan, una malattia che colpisce il midollo osseo ed altera il numero di globuli rossi nel sangue. E’ stata invitata alla Convention Internazionale di Zumba per sensibilizzare le persone riguardo a questa malattia e per raccogliere fondi e trovare una cura. Chi non aiuterebbe una piccola star come lei? Guardatela mentre si esibisce da vera star!

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È solo una bambina, ma può essere un esempio per tutti coloro che si scoraggiano di fronte alle piccole difficoltà di ogni giorno

“Non ho più una parte della mia gamba, ma io voglio ancora ballare!” (Alissa Sizemore)

Non ha più la gamba destra, ma questo non le impedisce di continuare a vivere il suo sogno: ballare: “Ho sempre amato tantissimo ballare fin da quando avevo 4 anni”, ha raccontato la bambina Alissa Sizemore : “Io non ho una parte della mia gamba. Ma non posso permettere che questo mi limiti. Io voglio ancora ballare”.

Il 6 maggio del 2014, Alissa stava giocando fuori con degli amici, quando un camioncino della UPS le è passato su di un piede. Il danno era così esteso che i dottori non hanno potuto salvarglielo.

Nell’estate del 2015, durante le audizioni per un gruppo di danza, Sizemore non aveva ancora la sua gamba prostetica. Ma ha dato le stampelle a sua madre e ha chiesto di andarci ugualmente, ha raccontato Heather, sua madre, a People.

“Niente è in grado di scalfirla” queste sono state le parole di Taunia Wheeler, la direttrice della scuola di danza Powerhouse Dance Studio, dove la Sizemore si allena. “E’ un faro per tutti”.

Durante la coreografia, la bambina ha sorpreso il pubblico togliendo la protesi. Ma le sue movenze non ne ha minimamente risentito.

“So che la mia bimba è una dura”, ha confessato la mamma Heather a People “lei infonde forza in tutti”.
SE VUOI VERAMENTE QUALCOSA NON TI FERMA NIENTE E NESSUNO! QUESTA BAMBINA E’ LA DIMOSTRAZIONE VIVENTE CHE “SE VUOI PUOI!”

Curiosi TOP

Perché il tappino della BIC ha un buchino sulla punta?

Tutti noi conosciamo queste penne a sfera ma pochi sanno perché il tappino abbia un buco sulla punta.

Molte persone non ci hanno fatto mai caso, ma questo buchino negli anni ha salvato la vita ad un gran numero di bambini nonché a qualche adulto.

Capita più spesso di quanto possiate immaginare che il tappino venga inghiottito per sbaglio bloccandosi nella trachea. Quel buchino, in questo caso, serve ad evitare il soffocamento facendo passare aria a sufficienza per permettere alla persona di essere portata in ospedale.
Dal blog ufficiale di Bic:
Quante volte da piccoli le vostre mamme vi hanno detto di non mettere in bocca il cappuccio di una penna? Sicuramente tante e non solo per buona educazione o per evitare che il mordicchiare nervosamente una penna diventi un tic sintomo di stress psico-fisico. Il rischio di soffocamento nel caso un bambino ingerisca questo tipo di prodotto è, infatti, molto alto. Anche per questo Bic ha predisposto quel caratteristico forellino sul cappuccio, che tante volte ci hanno detto serva a non far seccare l’inchiostro.