7 cose che le persone pensano di te appena ti incontrano

La prima impressione: i 4 aspetti fondamentali

La prima impressione può rivelarsi un giudizio corretto ed attendibile se ci affidiamo alla scienza della comunicazione non verbale. Di seguito analizzo una serie di aspetti su cui dovremmo soffermarci per cogliere informazioni, stati d’animo, personalità e inclinazioni caratteriali di chi abbiamo di fronte.

Il modo di camminare

Il modo di camminare è qualcosa di strettamente individuale tanto che possiamo riconoscere qualcuno anche solo in base al suo passo. L’andatura, la lunghezza del passo, l’intensità con cui appoggiamo o pestiamo i piedi per terra sono tutti aspetti che contribuiscono a formare la prima impressione e possono rivelare atteggiamenti, emozioni, attitudini e perfino preferenze sessuali. Ovviamente si tratta di indicazioni generali che valgono in relazione al modo abituale di camminare di una certa persona ed esulano da circostanze o eventi specifici.

Quando siamo nervosi o sotto pressione tendiamo a camminare in modo spedito e in spazi ristretti per scaricare la tensione.

Le persone che camminano in modo sgraziato e scomposto, incespicando e inciampando facilmente, di solito sono persone fantasiose, estrose, intuitive o distratte.

Camminare come si fosse impegnati in una marcia o in una maratona con falcate ampie, veloci e decise rivela una personalità prepotente, dispotica, collerica, permalosa e pignola.

Anche chi è depresso ha uno stile caratteristico nel camminare: il suo andamento è lento, strascicato, con passi corti, muove poco le braccia mentre cammina e appare rigido e legnoso.

Le persone schive, insicure e timide si muovono in modo frettoloso con passi corti e rapidi, e spesso rasentano i muri.

Chi è inibito si muove con rigidità e la testa incassata fra le spalle, con movimenti quasi “robotici”.

Anche lo stato emotivo si riflette sulla propria camminata: chi è arrabbiato ha un passo scattante, pesta di più i piedi e flette parecchio i gomiti; caratteristiche che assomigliano, peraltro, a quelle di chi è felice, anche se in questo caso il passo è meno marziale e i gomiti vengono piegati in modo più armonioso. Chi è triste ha, invece, una camminata molto simile a chi è depresso: arranca, trascina i piedi e le braccia sono incollate al corpo.

Infine, è stato rilevato che chi ha un orientamento omosessuale tende ad avere una silhouette più simile a quella del sesso opposto, cioè a prendere forme più tubolari se donna e più a clessidra se uomo. Inoltre, le donne scuotono maggiormente le spalle rispetto alle controparti etero, mentre gli uomini dimenano di più i fianchi.

Lo sguardo

Spesso la prima impressione che maturiamo su uno sconosciuto avviene attraverso lo scambio oculare. Essendo i muscoli dell’occhio difficili da controllare, ciò che suggeriscono i movimenti oculari di qualcuno è attendibile e fornisce messaggi sulla sua personalità e i suoi atteggiamenti.

Occhiate continue e ripetute possono indicare la volontà di conversare e sono tipiche delle persone più estroverse e sicure di sé. Occhi spenti, poco mobili e pupille strette sono tipiche di chi è depresso; per contro, occhi che si spostano continuamente suggeriscono ansia ed instabilità emotiva. Chi è dominante – ad esempio un capo a lavoro – guarda in modo più diretto e mantiene un alto livello di contatti visivi, mentre chi è subalterno tende a schivare gli sguardi altrui e guarda spesso in basso. Un certo modo di guardare sfuggente, guizzante, incerto è sovente un indizio che l’interlocutore sta mentendo. La dilatazione della pupilla e la luminosità dell’occhio sono, invece, indiscussi segni di interesse e attrazione.

Una vasta serie di ricerche scientifiche ha dimostrato che finanche il colore degli occhi può fornirci una prima impressione sul nostro interlocutore. Chi ha gli occhi azzurri – o comunque chiari – è una persona più inibita. Gli occhi scuri spesso denotano individui più scattanti, dinamici e vivaci rispetto alle persone con l’iride chiara, che, invece, appaiono più pacate, moderate e riflessive, ma anche – soprattutto nei primi anni di vita – meno socievoli e più schive. Gli occhi scuri suggeriscono, inoltre, che l’individuo è anche più impressionabile di chi li ha chiari. Perfino il giudizio estetico è collegato al colore dell’iride: chi ha gli occhi castani o neri tende a prediligere figure simmetriche, oggetti complessi e pieni di angoli, mentre chi ha gli occhi chiari preferisce forme più ordinarie, regolari e non è particolarmente sensibile al colore. (continua a pagina 3)