TOTEMISMO
E CAMBIAMENTI DI FORMA
Viaggiando
tra la dimensione umana e le superiori, usando potenti equazioni
mentali ed emotive per produrre un costrutto concreto, un
ascensore dimensionale, una scala totemica, il viaggiatore
cambia forma e scala, scende, o fa entrambe le cose nello
stesso momento lungo il totem.
Uno
sciamano non dimenticherà mai gli scopi superiori del sé essenziale,
nonostante le pressioni della macchina biologica, la quale,
come tutte le altre macchine biologiche, occorre dirlo in
tutta onestà, non condivide esattamente lo stesso nostro sconfinato
entusiasmo per il Lavoro. Ma la macchina ci avrà servito egregiamente
se solo avrà messo il sé essenziale in condizione di trasformarsi
ed evolversi, procurandoci il potenziale post-umano per lavorare
nel Lavoro, e non solo per il Lavoro o, peggio
ancora, per noi stessi.
Queste
istruzioni hanno lo stesso intento delle canzoni dei Bardi,
memorizzate dai Druidi nella loro tradizione strettamente
orale:
Sono
stato una goccia nell’aria.
Sono
stato una stella splendente.
Sono
stato una parola in un libro.
Sono
stato in Primo Luogo un libro.
Sono
stato la luce di una lampada …
Un
anno e un giorno …
Sono
stato una spada nella mano.
Sono
stato uno scudo in battaglia.
Sono
stato la corda di un’arpa.
Stregata
dal ciclo dei dodici mesi
Nella
schiuma del mare.
Sono
stato una fascina in un falò.
Sono
stato una quercia in un bosco.
Non
c’è niente
Che
io non sia stato.
In
musica, la natura esponenziale dell’espansione risulta
evidente dal rapporto che vi è fra la frequenza di una nota
della scala centrale e quella della stessa nota in un’ottava
più alta, di modo che se la’ (sull’ottava principale)
ha una frequenza di 440 hz, la’’ (sull’ottava
successiva) ha una frequenza di 880 hz, e la’’’
(sull’ottava ancora superiore), ha una frequenza di
1.760 hz, e così via.
Gli
intervalli all’interno dell’ottava, che possiamo
definire come ritardi progressivi della lunghezza d’onda,
periodicamente e parzialmente distrutti dall’interferenza
e dall’assorbimento reciproco, sono governati interamente
dalle relazioni matematiche che si sviluppano a partire da
rapporti frazionati relativamente semplici, che vanno da 3/2
per gli intervalli consonanti della quinta giusta, a frazioni
molto più complesse, per gli intervalli altamente dissonanti
quali la seconda minore e la settima maggiore.
Noi
ci discipliniamo al compito e alla schiavitù volontaria, volontaria,
in quanto, anche se possiamo lasciar passare la coppa senza
bere, per il momento, noi scegliamo di bere dalla coppa della
vita, rinunciando alla pace che la morte ci donerebbe.
Noi
amiamo la vita, non la respingiamo ottusamente. In questo
sta il segreto della nostra grande capacità di presenza; accettiamo
il nostro posto nel mondo e non cerchiamo rifugio nel sonno.
L’INIZIAZIONE
DELL’ASSOLUTO
L’Assoluto
è frammentario in un numero infinito di parti che assumono
la forma di un labirinto multidimensionale. L’Assoluto,
nella forma della Creazione, è il labirinto attraverso cui
noi viaggiamo. Il Grande Lavoro è un tentativo di portare
il cadavere della Creazione al più profondo stato di vitalità.
Ciò
che chiamiamo “colore” è in realtà ciò che resta
dell’intero spettro della luce bianca una volta che
la maggior parte di essa è stata assorbita dai pigmenti dell’oggetto
da cui è stata riflessa. I pigmenti sono quelli che assorbono
la luce. Il colore è qualunque cosa rimanga dopo che la luce
è stata riflessa da un oggetto.
Il
colore che vediamo è l’unico che non è presnete nell’oggetto
che stiamo osservando. Gli stessi oggetti, la loro stessa
forma e sostanza, sono il prodotto di un’interferenza
fra onde.
L’attento
osservatore noterà che la Creazione vibra ad una frequenza
di 60 hz, che corrisponde al fastidioso brusio prodotto dai
suoni appartenenti alle armoniche inferiori. Comunemente questa
nota fondamentale è chiamata aum o om, e richiama
in qualche modo alla mente le righe orizzontali di un apparecchio
televisivo fuori sintonia.
È
questo ronzio a 60 hz che produce ciò che i viaggiatori definiscono,
un po’ presuntuosamente, “i suoni dello spettro
udibile del primato umano”. Da essi, per condizionamento
ripetitivo, i primati umani hanno imparato a trarre qualche
significato, il che dà l’impressione generale (ad un
pubblico di poche pretese) di qualche forma rudimentale di
comunicazione.
La
frammentazione del suono genera tutta la materia, che può
essere pensata come luce rallentata.
Gli
antichi sciamani Sumeri e Babilonesi, avevano ottenuto una
conoscenza di prima mano del fatto che la Creazione è un effetto
involontario, e che non è stata creata a beneficio dei primati.
Comprendevano inoltre che l’Assoluto è lo spirito vivente
che tutto pervade e che è intrappolato nella sua involontaria
Creazione.
Gli
sciamani hanno imparato a produrre un cambiamento a lungo
termine nella stessa Creazione, che senza questo loro intervento
resterebbe fissa, cristallizzata. Questa loro scoperta viene
oggi chiamata vincolare il Regno.
LA
QUARTINA DEL VIAGGIATORE DEL LABIRINTO
Tutti
i fenomeni è illusione.
Senza
attrazione né repulsione.
Senza
fare bruschi movimenti.
Le
mie abitudini mi faranno procedere.
Tutti
i fenomeni è illusione
= intesi come una totalità
Senza
attrazione né repulsione
Senza
fare bruschi movimenti
Le
mie abitudini mi faranno procedere
= se tutti i fenomeni è illusione, e non siamo né attratti
né respinti, e non facciamo movimenti bruschi, allora
le nostre abitudini ci porteranno avanti.
Mentre
ci siamo dentro, la creazione sembra possedere una sola forma,
perché siamo accordati solo a tre dimensioni spaziali ed a
una temporale. Da questo nostro limitato punto di vista, niente
esiste all’infuori di questo.
Senza
attrazione né repulsione:
attrazione verso cosa? Repulsione verso cosa? Dai fenomeni,
ovviamente! Tutto quello che possiamo vedere, annusare, toccare,
assaggiare, sentire. Il tutto a cui ci riferiamo come “fenomeni”
ha una natura attraente e repellente; questo indica che noi
c’identifichiamo con esso e che per il momento siamo
incapaci di vederne chiaramente la natura illusoria.
Ci
identifichiamo con un fenomeno all’interno di una struttura
fenomenica e, così facendo, dimostriamo di aver mancato di
onorare il significato e l’importanza della prima idea,
quella che Tutti i fenomeni è illusione.
Se
si percepiscono tutti i fenomeni come illusione, allora si
è capaci di non essere attratti o respinti, in quanto i
fenomeni sono fenomeni.
L’atmosfera
della camera avrà anche un odore unico. L’odore fa parte
dello stato d’animo. L’odore è un fenomeno elettrico
collegato all’ozono, ed esercita il suo effetto in quanto
sia la macchina che l’atmosfera sono campi elettrici.
Se cambiamo l’atmosfera, effettuiamo anche delle sottili
alterazioni nel campo elettrico. Possiamo creare un’onda
atmosferica spigolosa dall’odore acre. Possiamo anche
percepire odori delicati e morbidi. Tutto quanto conosciamo
nel mondo fenomenico è percepibile in termini di onde, e dunque
in termini di odori.
Gli
oli essenziali possono essere usati per creare un odore atmosferico
che può aiutarci a trovare la strada verso una particolare
camera, dimensione o direzione; possiamo rinvenire una particolare
camera seguendo l’odorato.
Il
Cuore del labirinto si trova al centro, ed è pure il labirinto
nella sua totalità … sia il centro che la circonferenza.
È importante ricordare questo, perché quando siamo nel
centro, non solo siamo nel Cuore del labirinto, ma siamo il
labirinto stesso nella sua interezza.
Il
cervello non possiede sufficienti unità d’attenzione
da potersi espandere in intere camere; esso si limita a percepire
solo i dettagli presenti in un singolo oggetto. L’unico
modo per percepire con la necessaria chiarezza tutti i dettagli
è quello di bypassare il cervello.
Dobbiamo
forzarci a superare i limiti percettivi della macchina. Questo
è particolarmente necessario per viaggiare nel labirinto,
poiché solo vedendo un numero sufficiente di dettagli possiamo
procedere in modo corretto.
Volontà,
Presenza ed Attenzione; Padre, Figlio e Spirito Santo; forma
affermativa, negativa e riconciliante/catalitica, possono
essere tutti nomi che diamo ai mattoni base, come pure alle
cose che li costituiscono.
Qualunque
tripletta di nomi o titoli andrò bene, se comprendiamo che
essa rimanda ai mattoni basilari della Creazione, agli elementi
che, ripetuti secondo certi modelli, producono un’equazione
in codice binario, con il quale possiamo forse aver più familiarità.
In questo caso abbiamo a che fare con equazioni basate su
un codice “trinario”.
Di
questi tre distinti mattoni base, l’uno è il predicato
dell’altro; non c’è primo, secondo e terzo, sono
tutti equivalenti; ognuno di essi esiste perché esistono gli
altri due. Da questo continuum, possiamo selezionare tre altri
elementi in ordine discendente o ascendente, e continuare
a costruire con essi.
I
viaggio nel labirinto sono, nel senso più ampio, dei viaggi
d’affari. Durante un viaggio d’affari, una certa
dose di piacere va bene, ma sempre che non vada a discapito
degli affari …
Se
diamo per scontato di essere nel settore umano, nel nostro
personaggio umano, con le sue caratteristiche umane, è perché
la nostra attenzione non è concentrata sul fatto che stiamo
viaggiando in dimensioni molto superiori.
COMPETENZA
MACRODIMENSIONALE
Spesso,
quando pensiamo di star dando il meglio, stiamo dando il peggio,
e quando pensiamo di star dando il peggio, stiamo dando il
meglio. Ma possiamo star sicuri che se navighiamo nelle macrodimensioni
con presenza e attenzione, il nostro funzionamento nella camera
del Lavoro si conforma sempre ed automaticamente alla legge;
non possiamo fare a meno di agire correttamente.
Se
dovessimo sentirci disperatamente disorientati e confusi nel
desolato territorio senza sentieri del labirinto, potremmo
decidere di “staccare velocemente la spina” (un
termine tecnico che indica una ritirata da attacco di panico).
Sono
sempre
le
piccole cose insignificanti
che
si rivelano essere
le
Chiavi principali.
LA
VITA NEL LABIRINTO
Lavoriamo
per superare la paura di scoprire quanto orribile è la situazione
e per raggiungere il Cuore del labirinto, dove potremo svolgere
uno specifico compito: vedere la Creazione come un tutto ed
infonderle vita, anche se solo per un momento.
L’intera
nostra relazione con l’Assoluto può essere meglio riassunta
dall’idea che l’Assoluto è a caccia di esseri
umani e che l’occupazione principale di questi ultimi
pare essere quasi interamente quella di proteggersi dall’assoluto.
Tutti i nostri coinvolgimenti, occupazioni, piaceri e dolori
sono difese protettive, che agiscono da barriera tra noi e
l’Assoluto. Potremmo dire che tutta la nostra vita è
una lotta contro l’eternità. Questa catastrofica lotta
del primate è una chiara dimostrazione della sua fuga dall’Assoluto
e dai mondi macrodimensionali che Esso ha lasciato nella sua
immediata scia.
In
un senso molto reale, noi ci siamo deliberatamente perduti
nei livelli più bassi del labirinto, immergendoci nelle frivole
occupazioni della vita del primate umane, che ci riparano
in modo efficace dall’esposizione all’Assoluto
o, per la precisione, da qualunque cosa vada anche soltanto
un poco oltre il mondo dei primati.
Capire
che il tempo non esiste ci mette in grado di afferrare l’idea
che l’Assoluto non ha fretta di ottenere risultati dalla
Creazione.
Gli
esseri macrodimensionale non vanno da nessuna parte e non
hanno alcun luogo dove andare; al loro livello d’esistenza,
non c’è abbastanza massa-energia da consentire loro
di spostarsi; tutto è contenuto nella camera che essi occupano.
Ma
noi … noi ne abbiamo di posti dove andare! Abbiamo cose
da fare, gente da incontrare … noi umani abbiamo degli
affari così importanti da condurre, dei giochi da primate
talmente vitali da giocare, una tale necessità di fare spese
… così tanti negozi e così poco tempo!
Dovremmo
provare pietà per questi esseri macrodimensionali che non
possono nascondersi in alcun luogo e che non hanno niente
da fare, eccetto il loro oggettivo lavoro all’interno
delle loro camere di natura eterna, e certamente nulla da
comprare … a meno che, naturalmente, la loro camera
non somigli ad un supermercato.
Dobbiamo
avere il coraggio di esplorare al di là delle limitazioni
auto-imposte dei primati umani, aprendoci all’implorazione
silenziosa che proviene dall’interno, che ci tormenta
l’anima e che è sempre stata la nostra guida attraverso
gli oscuri ed opprimenti passaggi che ci siamo lasciati alle
spalle, e che ancora ci aspettano sul cammino, se pure ad
un’immaginabile distanza da noi.
Lo
sviluppo di questa capacità dipende dagli atteggiamenti interiori,
dalle attitudini naturali e dalla più potenze di tutte le
discipline, la disponibilità a rimandare la gratificazione.
In parte, per circa il novanta per cento, dipende anche dal
caso e dalle circostanze …
Dovremmo
servirci della volontà e dell’attenzione del sé essenziale,
applicate in modo molto libero, ma strettamente metodico,
sotto la guida del buon senso. Sarà necessaria anche una forte
disciplina, e qul tipo di profondo rispetto per le dimensioni
superiori che ogni buon elettricista sviluppa nei confronti
della corrente a 240 volt.
Lo
sciamano superiore trarrà vantaggio dall’imparare a
sottrarsi a tutti quegli obblighi standard dei primati, così
cari al cuore delle scimmie, non-così-poco-pelose-come-farebbe-loro-piacere-credere,
della varietà umana.
Dedicheremo
migliaia di ora alla pratica ripetuta di un cerchio d’invocazione,
solo per giungere alla fine a capire che forse è più urgente
affrontare le nostre paure (e l’aggressività che esse
generano in noi) del mondo macrodimensionale, e raggiungere
progressivamente una posizione che ci condurrà faccia a faccia
con … cosa?
Proprio
questa paradossale fonte di attrazione e repulsione ha prodotto
dentro di noi, in modo consistente e per tutta la vita, quella
tormentosa ossessione quasi viscerale che conosciamo così
bene; per fortuna, adesso ne conosciamo la causa, se non la
cura.
Ci
si aspetta che il disciplinato sciamano resti rilassato e
calmo durante l’esposizione al pieno impatto della realtà
macrodimensionale. La realtà … un dannato sporco trucco
da giocare all’ignaro viaggiatore …
Raggiungiamo
il primo grado di perizia sciamanica quando siamo capaci di
eseguire l’esercizio della Preghiera Oggettiva o Preghiera
Assoluta.
Lo
stato d’animo iniziale della Preghiera Assoluta, nel
nostro tentativo di far resuscitare i morti nel senso originario
del Nuovo Testamento, vale a dire, di portare in vita il cadavere
della Creazione, è molto vicino ad un intenso, quasi intollerabile,
stato emotivo di oscuro terrore ed involontaria ripugnanza
per il fatto di essere permanentemente attaccati (voglio dire
eternamente), quasi come dei gemelli siamesi, ad un’entità
cadaverica enorme su scala inimmaginabile, emozione mista
a un sentimento di imminente rovina, condito da generose dosi
di totale fatalistica inevitabilità.
Mentre
ci apriamo emotivamente e “percettivamente” a
questa rattristante visione che i tibetani hanno tentato per
anni di farci accettare, faremo inevitabilmente esperienza
di un attanagliante sentimento di ribrezzo, che sorge dalle
profondità della nostra più intima immobilità, e diviene sempre
più insopportabile, anche se i tibetani lo considerano molto
divertente.
Se
siamo in grado di non farci attrarre, né respingere, entreremo
allora in un soggettivo stato di ammutolito terrore; ma dobbiamo
acconsentire a restare temporaneamente impassibili nel bel
mezzo del nostro terrore, senza indugiare troppo sull’aspetto
intollerabile di questo confronto. Presto s’insinuerà
in noi un sentimento d’impotenza (perché non possiamo
fare nulla per avvicinarci allo stato di veglia) e di profonda
e disperata speranza …
Potremo
poi, di sfuggita, osservare quanto sia ironico il fatto che
tutto questo duri in eterno, accorgendoci d’improvviso,
forse per la prima volta, che davvero non finirà mai, e che
non esiste alcuna figura reale al di fuori del soggettivo
stato di sogno delle dimensioni inferiori …
Mentre
siamo immersi in tali sensazioni di orrore, mentre si insinua
in noi la consapevolezza dell’eterno attaccamento ad
un cadavere fluttuante, sostenuto da qualche inconoscibile,
immenso campo elettromagnetico ad alta intensità … mediante
la nostra percezione, nitida, viva ed intensa come non è mai
stata, riusciamo a catturare una visione, chiara come il cristallo,
dell’immensità del cadavere della creazione. Nel far
ciò, può prospettarsi la necessità, in termini sciamanici,
di combattere l’impulso automatico ad offuscare la visione,
e di mettere invece chiaramente a fuoco, da vicino ed amorevolmente
in ogni dettaglio, questo inerte, eppure animato (a volte
perfino erotico) cadavere.
…
La sbalorditiva inspirazione del Respiro Classico provoca
in noi una riverberazione, un formicolio elettrico che s’impossessa
di noi mentre si fa strada la comprensione, e ci permette
di trasformarci all’istante in parafulmini viventi per
la discesa dell’Assoluto dentro di noi e attraverso
di noi, giù per il totem, nella progressione di formazioni
macrodimensionali che si succedono dal mondo supremo fino
al più basso, quello dei minerali cristallini – sorprendentemente
il meno denso, poiché possiede la minor quantità di massa-energia
nelle sue camere nucleiche e la massima quantità di massa-energia
nel suo ambiente circostante – vicino al quale troviamo
il mondo dei primati umani, alacremente impegnati a spazzar
via ogni forma di vita autenticamente intelligente come il
delfino, la melanzana ed il pomodoro.
Funzionando
sciamanicamente come parafulmini, forniamo il contatto elettrico
e topologico; agiamo da totem per la discesa e la salita simultanea
di forme dimensionali, dal più basso al più elevato livello
dimensionale e perciò, poiché occupiamo l’intero totem,
siamo l’intero totem, e mentre ciò avviene possiamo
sentirlo.
Durante
la pratica della Preghiera Assoluta, dobbiamo assumere la
postura, lo stato d’animo soggettivo e la posizione
cognitiva dell’Assoluto, suggeriti dalle rappresentazioni
scultoree di quell’Uomo della Croce, che abbiamo appena
intravisto nella sua realtà. Dobbiamo mantenere questa postura
immobili ed in silenzio, quanto più a lungo possibile, o quanto
meno, contando lentamente 24 cicli completi di inspirazioni
ed espirazioni, corrispondenti ad un intero ciclo creativo,
regolato dal “respiro” dell’Assoluto.
La
Preghiere Oggettiva, è un tentativo di usare le forze dell’amore
ben controllate (in senso oggettivo) e l’attenzione
del sé essenziale, per aiutare la Creazione a riportare se
stessa in vita, quanto meno momentaneamente.
EPILOGO
– La forza dell’attenzione
Dopo
aver tentato ripetutamente di penetrare nel labirinto, torneremo
al punto di partenza, chiedendoci qual è il segreto del viaggio
sciamanico. La risposta è facile: tutto dipende dall’attenzione.
Tutti possediamo questo strumento, il resto sta a noi.
Se
il viaggiatore ha visto queste cose, ed assaggiato l’eterna,
familiare tristezza dell’Assoluto, nonché il suo vero
rapporto con le macrodimensioni, sentirà probabilmente lo
struggente ed insopportabile desiderio di trovare il Cuore
del labirinto, pur non cessando di sentirsi disturbato dallo
scarso successo dei suoi sforzi e frustrato per il fatto di
non sapere come continuare.
Ma
possiamo lavorare soltanto con ciò che abbiamo a disposizione;
ci occorrono solo attenzione, presenza e volontà. Ciò che
ci resta della nostra vita di primate, e di cui non abbiamo
bisogno è l’attaccamento meccanico e l’attenzione
bloccata.
Il
nostro coinvolgimento nelle occupazioni dei primati è uno
degli ostacoli principali che incontriamo nel nostro lavoro,
in quanto ci impedisce di vedere dove ci troviamo all’interno
del labirinto, e dove potremmo esser in grado di andare.
Cosa
ne facciamo della nostra attenzione, la cosa più preziosa
che possediamo? La sprechiamo stupidamente in cose triviali,
le permettiamo di essere catturata e deviata, ed accettiamo
la totale dispersione organica dell’energia di cui disponiamo
per lavorare, la quale è estremamente limitata.
Dobbiamo,
dunque, rivedere in modo spietato la scala dei nostri valori
e riconsiderare, senza compromessi, su quali cose valga la
pena di fermare la nostra attenzione, minuto per minuto. Se
faremo questo, riusciremo a resistere alla pressione esercitata
dalle dimensioni inferiori, ed inizieremo a vederle come il
puro riflesso del nostro profondo stato di sonno.
Cominceremo
a percepire la devastante influenza delle occupazioni dei
primati, che distolgono l’attenzione dalla prospettiva
macrodimensionale. Questo meccanismo ci spinge inevitabilmente
a scivolare verso le (pre)occupazioni più triviali del settore
umano.
Dobbiamo
fare nostra l’attenzione del sé essenziale, e poi sviluppare
la volontà di porre, ritirare, riporre, espandere e concentrare
l’attenzione; di indirizzarla dove vogliamo; e di mantenerla
viva, senza interferenze, per tutto il tempo che desideriamo.
Senza questa prima capacità, non abbiamo alcuna base su cui
poggiare la nostra speranza di lavorare seriamente nelle macrodimensioni.
Le
nostre percezioni sono così impregnate di significati
da primate umano che possiamo star certi della loro erroneità.
Sono erra perché frutto delle nostre allucinazioni, in genere,
non vediamo quello che c’è, ma solo quello che ci aspettiamo
ci sia.
Le
nostre sensazioni però, se ci siamo allenati in attività
che sviluppino la sensibilità (attività elevate, intuitive,
indagatrici, penetranti e complete, utilizzando la nostra
presenza come apparato sensorio, e non le sensazioni della
nostra macchina), possono diventare affidabili, specialmente
quando siamo in uno stato macrodimensionale, e rivelarci la
verità al di là delle allucinazioni visive.
Dobbiamo
imparare a percepire le cose come esse sono, non come la nostra
mente desidera che siano. Questo atteggiamento non è per niente
facile da sviluppare. Tutto sommato, richiede solo
che noi addestriamo di nuovo tutto il nostro apparto percettivo
ed il sistema con cui elaboriamo le informazioni, e che gettiamo
via tutto ciò che desideriamo credere, cioè gli occhiali dipinti
che ci fanno apparire la Città di Smeraldo.
Fin
quando il nostro cervello sarà la sorgente della nostra consapevolezza
e della nostra attenzione, che rappresentano per noi e per
gli altri la totalità della nostra esistenza, continueremo
a produrre queste allucinazioni cerebrali, e saremo destinati
a seguire la macchina nelle sue identificazioni. La nostra
attenzione continuerà a frammentarsi in pezzettini infinitesimali
al presentarsi di ogni nuova distrazione; continueremo a sorprenderci
coinvolti nel banale significato socio-emotivo degli eventi,
mentre insceniamo la telenovela quotidiana della nostra vita
di primati.
Alla
fine, arriveremo a capire che ciò che stiamo cercando è ciò
che siamo, che non importa come ci sentiamo, non importa cosa
pensiamo di noi stessi al momento, noi non possiamo essere
altro che ciò che stiamo osservando. Vedremo che se abbiamo
un’immagine di noi stessi, è solo perché desideriamo
avere un punto di vista da cui osservarci, ma che in realtà
stiamo solo guardando ciò che siamo. Non possiamo guardare
nell’altro che noi stessi.
Siamo
soli, eppure non lo siamo. Un giorno dovremo arrivare ad accettare
che il nostro eterno destino è quello di essere parti di un
singolo essere, completamente solo, circondato da luccicanti
allucinazioni, che non sono altro che la visione danzante
che sprizza fuori dal dolore dell’eternità.
POSTFAZIONE
DELL’AUTORE
Il
nostro senso dì identità trae origine dalla macchina biologica
umana, e ad essa è collegato; ci offre un’idea di noi
stessi molto specifica e apparentemente sana, che per l’ignorante
ed il non iniziato pare molto stabile e priva di variazioni.
Iniziando
a lavorare con l’espansione morfologica, la nostra morfologia
cessa di esser limitata dalla forma della macchina biologica
umana. Cominciamo a comprendere che siamo capaci di entrare
in contatto con un’unità molto più vasta, con un senso
d’identità molto diverso ed una volontà estesa ed impersonale,
di non essere più soltanto dei primati; la nostra identità
complessiva diventa più composita, più cosmopolita a livello
cosmologico.
Se
riusciamo ad estendere la morfologia anche di poco oltre la
sfera del primate, abbiamo già esteso la nostra vita, in quanto
adesso iniziamo ad esistere in territori dove la macchina
biologica umana non esiste, ma la nuova morfologia sì; si
tratta di una vera estensione della vita, molto al di là del
significato biologico dell’espressione.
La
totale attenzione corporea è una necessità, ai fini dell’estensione
morfologica. Ci espandiamo verso l’esterno, usando come
base la piattaforma fornita della macchina e facendo ricorso
alla più piena attenzione e alla massima presenza. Quando
ci estendiamo, dobbiamo adeguare la nostra attenzione e la
nostra presenza a quelle del territorio in cui stiamo entrando.
L’armonizzazione delle impedenze produrrà un’automatica
riconciliazione delle forze della presenza e dell’attenzione,
permettendo la fusione di due domini precedentemente inconciliabili.
APPENDICE
III
– Il libro di Zog
Molti
autori esoterici si sono riferiti ai Dervisci Yazidi (chiamati
più precisamente Fratellanza Sarmoung) della regione Curda
dell’Armenia, come a “gente interessante ed insolita
che nasconde un grande e terribile segreto”. Il segreto
è, er era, il Necronomicom, un libro d’istruzioni
per comunicare con Esseri di Altre Dimensioni. Questo libro
è la diretta trascrizione su carta della Antiche Tavolette
d’Argilla Sumere in scrittura cuneiforme, da loro chiamate
il Libro di Zog e tradotte al giorno d’oggi come
Il libro dei morti.
Gli
Yazidi preservano in effetti molto più che le originali Tavolette
di Zog, in quanto riuscirono a salvare anche una Cripta-santuario,
costruita dagli antichi Sumeri quando arrivarono per la prima
volta da Mohenjo-Daro, oggi Pakistan Occidentale.
È
all’interno di questo santuario che anche al giorno
d’oggi avviene la Danza dei Maestri Segreti, eseguita
esattamente come lo era nell’antichità, come accertato
confrontandola con i rotoli cilindrici,. Le pitture e i bassorilievi
murali.
Derivano
da questa tradizione anche la danza Sema del poeta Rumi, ed
i movimenti di Gurdijeff e Ouspensky, Isadora Dunca ed altri.
Tutta
la magia moderna deriva da un’antica fonte: la Magia
Sumera. I Babilonesi, gli Egizi, i Caldei, gli Assiri, gli
Ebrei e la successiva civiltà occidentale impararono la magia
e i rituali da quella grande, antica fonte, i maghi sumeri.
Il
Grande Papiro di ani, proibito ai non iniziati fin dai tempi
più antichi, è una diretta traduzione delle Tavolette cuneiformi
dette il Libro di Zog, che è sempre stato lasciato vicino
al defunto in tutte le tombe importanti, dall’alba della
città sumera fino a tutto il periodo dell’Impero Acmenide.
Anche
al giorno d’oggi, la Bibbia ed altre scritture religiose
vengono talvolta lasciate nelle tombe per essere usate come
guida nel Dopovita.
Sumer
è un nome collettivo dato generalmente ad una zona del Medio
Oriente nota oggi come Iraq. Gli archeologi si riferiscono
ad essa come alla Mesopotamia, mentre le popolazioni arabe
locali la chiamano l’Isola, intesa come un importante
territorio situato dove le due maggiori vie d’acqua,
i fiumi Tigri ed Eufrate, confluiscono e dove s’incentrava
il commercio ed il governo.
Proprio
qui sorgevano le città di babilonia ed Ur dei caldei, mentre
Ninive era un poco più a nord.
Ognuna
delle Sette Città di Sumer (come i Sette Colli di Roma) era
guidata da una deità differente. Si riteneva che ognuna di
queste dominasse l’universo da una diversa “dimensione”
o, come si direbbe oggi, da una diversa postazione sulla scala
(o spettro) della realtà.
I
Sumeri provenivano da Mohenjo-Daro, nella valle dell’indo.
Una loro colonia si stabilì in Mesopotamia per un po’
di tempo, prima di venir completamente assimilata dagli Assiri,
di cui i moderni Siriani sono i discendenti.
Gli
Assiri fecero quello che fanno tutti i conquistatori: adottarono
lo stile di vita ed i costumi dei loro prigionieri, e alcuni
dei loro schiavi divennero i precettori dei loro figli, proprio
come gli studiosi greci furoni usati per insegnare ai figli
dei loro vincitori, gli aristocratici romani. Questo assicurò
la sopravvivenza della cultura sumera.
Presto
gli Assiri adottarono i rituali magici sumeri ed allinearono
la Vecchia Religione ed i suoi Dei ai loro scopi, seguendola
alla lettere, al punto che, di fatto, il Sumero divenne la
lingua ufficiale dei sacerdoti, proprio come il latino divenne
la lingua ufficiale della religione cattolica, come pure della
classe medica e di quella giuridica.
Sumer
fu la continuazione della civiltà di Mohenjo-Daro, la culla
della civiltà moderna. Da Sumer, che era un vasto avamposto,
anche se non l’unico, della cultura della Valle dell’Indo,
vennero le prime forme codificate di astrologia, astronomia,
calcolo, geometria, scrittura e notazione matematica.
In
civiltà successive, come quella egizia del Nilo, i rotoli
di papiro del Libro dei Morti, noto come Papiro
di Ani, venivano collocati nelle tombe dei nobili, come
pure in quelle dei membri della famiglia del faraone e in
quelle dei suoi schiavi, proprio come i primi sumeri vi deponevano
la loro versione scritta su tavolette d’argilla in caratteri
cuneiformi, che fu la base del Libro Egiziano dei Morti,
il quale venne scritto circa 3000 anni dopo.
Necronomicon
è il nome dato dal romanziere gotico H.P. Lovercraft, da August
Derleth, da Robert Bloch e da altri, al Libro di Zog,
o Libro sumero dei morti, nel quale gli dei sumeri
vengono invitati al funerale ed al passaggio/transito degli
spiriti nel mondo sotterraneo ed oltre.
Questo
manoscritto fu originariamente trascritto da un saggio oggi
conosciuto come Thoth, una forma deificata del suo vero nome,
che probabilmente era Tahu-ti.
Thoth,
o Tahu-ti, era un insegnante della corte Sumera, chiamato
Ermete dagli antichi greci e riconosciuto oggi come il fondatore
della Tradizione Ermetica, che discende direttamente dalla
Tradizione Sumerica.
Anche
nell’antichità i praticanti della Vecchia Religione
erano perseguitati e giustiziati, proprio come nell’infame
processo alle streghe di Salem dell’Era Cristiana e
nella precedente, ed anche più sanguinosa, inquisizione guidata
dal feroce Torquemada.
Il
rituale principale, nella pratica degli antichi Sumeri, era
in Vortice, detto anche la Spirale o la Doppia Elica, termini
con i quali si cercava di descrivere i complessi e vorticosi
movimenti della danza.
I
seguaci della Wicca seguono la stessa Antica Tradizione, che
fu caratterizzata dall’esperienza di selvaggia soppressione
da parte delle prime culture europee occidentali post-romane.
Se l’antica religione di Wicca non fosse stata definita
anti-cattolica, non avrebbe mai assunto la forma che ha oggi.
Non
Satana, che era l’antico Re assiro nominato nella Bibbia,
ma il Satanismo, il culto del Diavolo, è stata a buona ragione
definito un’invenzione della Chiesa Cattolica per mantenere
il suo potere.
Nel
valutare l’opera della Chiesa dei Primi Giorni, occorre
tenere conto, che questa era comandata dagli stessi uomini
che portarono al potere e successivamente fecero gli imperatori
romani; pur avendo perduto il controllo militare, essi riuscirono
comunque a amntenere il potere durante il Medio Evo, attraverso
la Paura e la Superstizione, quando l’ignoranza era
il modo attraverso cui la popolazione veniva tenuta sotto
controllo.
Tutto
ciò si basava sulla Vecchia Religione dei Sumeri, in cui la
Deità Lunare, Nanna (chiamata poi Sin dagli Assiri) governava
il Mondo Sotterraneo Lunare, il mondo attraverso cui tutte
le Anime Morte devono passare.
Qui
è interessante notare che la Figlia di nanna, i-Nanna (chiamata
oggi Inanna) passò tre giorni nel Mondo Sotterraneo prima
di ascendere al Trono, e dopo il suo passaggio fu avvisata
dai suoi quattro discepoli, le Quattro Bestie dell’Eternità,
rappresentate nel pantheon egizio dai Quattro Figli di Horus.
I
Sumeri, nelle loro tavolette cuneiformi, registrarono anche
un Grande Diluvio.
Nel
caso pensaste che si trattava di una cultura primitiva, considerate
solo quanto segue.
Gli
antichi Sumeri, nel 4500 a.C., avevano già sviluppato:
Riscaldamenti
centralizzati
Batterie
Motori
a vapore
Materie
plastiche
Vetro
strumenti chirurgici simili a quelli di oggi
Odontoiatria
Neurologia
Urologia
più progredita di quella moderna
Cartografia
Astronomia
Matematica
superiore
Biblioteche
Alianti
Storia
culturale e religiosa in forma scritta
Un
progredito sistema di governo
Un
progredito sistema giuridico, il primo conosciuto nel mondo
occidentale
Tattiche
di cavalleria
Catene
di comando
Arte
muraria in pietra
Cottura
a vapore
Magazzini
di granaglie
Controllo
degli infestanti vegetali ed animali
Orologi
Un
accurato calendario solare/lunare
Agricoltura
Produzione
di pane
Cucito
Biancheria
intima
Cosmetici
Teatro
Letteratura
Poesia
Danza
Rituali
religiosi
…
e la lista potrebbe continuare. Avevano tubature idrauliche
domestiche, pavimenti in catrame e cemento, case in affitto,
ristoranti, compagnie di assicurazione, caramelle, giocattoli,
città turistiche, collezionisti d’arte, anelli, braccialetti,
parrucche, cosmetici per il viso, sali da bagno … sorprendente!
Come nella nostra cultura! Forse erano solo un po’ meno
violenti.
Dunque,
ecco a cosa ci si riferisce al giorno d’oggi, quando
si parla della Tavola Smeraldina di Ermete o del
Libro dei Morti: a testi che si rifacevano all’ancora
più antico Libro di Zog.
Fonte:
La vita nel Labirinto