Almustafa, l'eletto e l'amato,
come un'alba verso il suo giorno, aveva atteso dodici anni nella
città di Orfalese il ritorno della nave che doveva riportarlo
all'isola nativa. E nel dodicesimo anno, il giorno settimo di
Iellol mese della mietitura, salì sopra la collina fuori
le mura della città e guardò verso il mare, e nella
foschia vide la sua nave venire. Allora le porte del suo cuore
si spalancarono e la sua gioia volò lontano, al di sopra
del mare. E Almustafa chiuse gli occhi e pregò nei silenzi
dell'anima. Ma discendendo dalla collina, una grande tristezza
calò su di lui, e così ragionò nel suo cuore:
Come andarsene in pace e senza dolore ? No, non senza ferita nell'anima
lascerò questa città. lunghi sono stati i giorni
di sofferenza consumati tra le sue mura, lunghe le noti di solitudine;
e chi può senza rimpianto lasciare il suo dolore e la sua
solitudine ? Troppi frammenti dello spirito ho disseminato in
queste strade, troppi figli del mio desiderio vanno nudi tra queste
colline, e io non posso allontanarmi da loro senza peso e dolore.
Non è una veste che oggi io respingo, ma una pelle che
strappo con le mie stesse mani. Non è un pensiero che io
lascio dietro a me, ma un cuore reso dolce da fame e sete. Tuttavia
più a lungo non posso indugiare. Il mare che pretende ogni
cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi. poichè se resto,
nonostante brucino le ore della notte, io sarò ghiaccio
e fossile, costretto in una forma. Vorrei portare con me ogni
cosa che è qui. Ma come potrò ? Una voce non può
portare con se la lingua e le labbra che le hanno dato le ali.
Sola dovrà approdare al cielo. E sola e senza nido l'aquila
volerà attraverso il sole. Giunto ai piedi della collina,
nuovamente guardò verso il mare e vide la sua nave avvicinarsi
al porto e sulla prua i marinai, gli uomini della sua terra. E
la sua anima gridò loro: Figli della mia antica madre,
cavalieri delle onde, quante volte avete veleggiato nei miei sogni.
E adesso approdate al mio risveglio, che è il mio sogno
più profondo. Sono pronto a partire, e a vele spiegate
il mo desiderio aspetta il vento. Ancora una volta respirerò
quest'aria calma e ancora una volta volgerò indietro il
mio sguardo d'amore. E allora sarò tra voi, navigante tra
i naviganti. E tu, vasto mare, materno e insonne, Unica pace e
libertà per il torrente e il fiume, In questa piana la
corrente traccerà solo un'altra svolta, avrà solo
un altro mormorio. E allora io verrò a te, goccia infinita
in sconfinato oceano. E camminando vide di lontano uomini e donne
lasciare campi e vigneti e accorrere alle porte della città.
E udì le loro voci pronunciare il suo nome e gridare da
campo a campo annunziandosi l'un l'altra l'arrivo della sua nave.
E lui si disse: Il giorno della separazione sarà forse
giorno di convegno ? E questa mia vigilia, in verità, sarà
detta la mia aurora ? E cosa offrirò a chi ha lasciato
l'aratro a metà solco o ha fermato la ruota del suo torchio
? Sarà il mio cuore l'albero pesante di frutti che donerò
loro ? E sgorgheranno come fonte i miei desideri affinchè
ne siano colme le loro coppe ? Sono forse io quale arpa sfiorata
dalla mano del potente , o un flauto che il suo soffio attraversa
? Io sono un esploratore di silenzi, e quali tesori scoperti nei
silenzi potrò dispensare con fiducia ? Se questo è
il mio giorno delle messi, in quali campi ho sparso il seme e
in quali stagioni dimenticate ? Se veramente questo è il
giorno in cui leverò alta la mia lanterna, non è
mia la fiamma che qui brucerà. Buia e vuota alzerò
la mia lanterna. E a riempirla d'olio, così come ad accenderla,
sarà il guardiano della notte. Questi pensieri lui tradusse
in parole. Ma molto restò nel suo cuore di non detto. Poichè
lui stesso era incapace di esprimere il suo segreto più
profondo. E quando entrò nella città tutto il popolo
gli venne incontro e lo acclamò con una voce sola. E gli
anziani della città si fecero avanti e dissero: Non lasciarci
ancora. Sei stato un meriggio nel nostro crepuscolo e la tua giovinezza
ci ha donato visioni di sogno. Non sei ospite tra noi, non straniero,
ma il figlio nostro prediletto. Non tollerare che ai nostri occhi
manchi il nutrimento del tuo volto. E i sacerdoti e le sacerdotesse
gli dissero: Non adesso ci separino le onde del mare e non diventino
ricordo gli anni che hai trascorso tra noi. Come spirito hai camminato
in mezzo a noi e la tua ombra è stata luce per i nosti
volti. Molto ti abbiamo amato. Ma senza parole, nascosto, fu il
nostro amore. Ora esso grida e a te vorrebbe rivelarsi. Poichè
sempre l'amore ignora la sua profondità fino all'ora del
distacco. E altri vennero a supplicarlo. Ma lui non rispose. Chinò
soltanto la testa, e chi gli era vicino vide le lacrime cadergli
sul petto. E con il popolo avanzò sulla grande piazza,
davanti al tempio. E dal santuario uscì una donna di nome
Almitra. Ed era un'indovina. E lui la fissò con estrema
tenerezza perchè per prima lo aveva cercato, e aveva creduto
in lui dal giorno del suo arrivo in quella città. E lei
lo salutò dicendo: Profeta di Dio, che cerchi l'assoluto,
a lungo hai spiato l'orizzonte per scorgere la tua nave. E ora
la tua nave è giunta e tu devi andare. Profonda è
in te la nostalgia per la terra dei tuoi ricordi e per la dimora
delle tue grandi speranze; e neppure il nostro amore potrà
trattenerti nè la nostra necessità. Ma prima di
lasciarci noi ti chiediamo: parlaci e dona a noi la tua verità.
Noi la doneremo ai nostri figli, questi a loro figli, ed essa
non perirà. In solitudine hai vegliato sui nostri giorni,
e vigile hai udito il pianto e il riso del nostro sonno. E allora
dischiudici a noi stessi e a noi rivela ciò che sai su
quanto passa tra la nascita e la morte. E lui rispose: Popolo
di Orfalese, di che cosa posso parlare se non di ciò che
anche ora si agita nel vostro cuore ?
SULL'AMORE
Allora Almitra disse: parlaci
dell'Amore. E lui sollevò la stessa e scrutò il
popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce
ferma disse: Quando l' amore vi chiama, seguitelo. Anche se le
sue vie sono dure e scoscese. e quando le sue ali vi avvolgeranno,
affidatevi a lui. Anche se la sua lama, nascosta tra le piume
vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come
il vento del nord devasta il giardino. Poichè l'amore come
vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così
vi reciderà. Come sale alla vostra sommità e accarezza
i più teneri rami che fremono al sole, Così scenderà
alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano
alla terra. Come covoni di grano vi accoglie in sè.
Vi batte finchè non sarete spogli. Vi staccia per liberarvi
dai gusci. Vi macina per farvi neve. Vi lavora come pasta fin
quando non siate cedevoli. E vi affida alla sua sacra fiamma perchè
siate il pane sacro della mensa di Dio. Tutto questo compie in
voi l'amore, affinchè possiate conoscere i segreti del
vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore
della vita. Ma se per paura cercherete nell'amore unicamente la
pace e il piacere, Allora meglio sarà per voi coprire la
vostra nudità e uscire dall'aia dell'amore, Nel mondo senza
stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete,
ma non tutte le vostre lacrime. L'amore non da nulla fuorchè
sè stesso e non attinge che da se stesso. L'amore non possiede
nè vorrebbe essere posseduto; Poichè l'amore basta
all'amore. Quando amate non dovreste dire:" Ho Dio nel cuore
", ma piuttosto, " Io sono nel cuore di Dio ".
E non crediate di guidare l'amore, perchè se vi ritiene
degni è lui che vi guida. L'amore non vuole che compiersi.
Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i
vostri desideri hanno da essere questi: Dissolversi e imitare
lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza. Essere trafitti dalla vostra
stessa comprensione d'amore, E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
Destarsi all'alba con cuore alato e rendere grazie per un altro
giorno d'amore; Riposare nell'ora del meriggio e meditare sull'estasi
d'amore; Grati, rincasare la sera; E addormentarsi con una preghiera
in cuore per l'amato e un canto di lode sulle labbra.
SUL MATRIMONIO
Allora Almitra di nuovo
parlò e disse: Che cos'è il Matrimonio, maestro
? E lui rispose dicendo: Voi siete nati insieme e insieme starete
per sempre. Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno
i vostri giorni. E insieme nella silenziosa memoria di dio. Ma
vi sia spazio nella vostra unione, E tra voi danzino i venti dei
cieli. Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia
solo, Come sole sono le corde del liuto, benchè vibrino
di musica uguale. Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio
all'altro, Poichè solo la mano della vita può contenere
i vostri cuori. E siate uniti, ma non troppo vicini; Le colonne
del tempio si ergono distanti, E la quercia e il cipresso non
crescono l'una all'ombra dell'altro.
SUI FIGLI
E una donna che reggeva
un bambino al seno disse: Parlaci dei Figli. E lui disse: I vostri
figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete che
la vita ha di sè stessa. essi vengono attraverso di voi,
ma non da voi, E benchè vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri: Essi hanno
i loro pensieri. Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle
loro anime: Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà
concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili
a loro, ma non farvi simili a voi: La vita procede e non s'attarda
sul passato. Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive,
sono scoccate in avanti. L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero
dell'infinito, e vi tende con forza affinchè le sue frecce
vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dellì'Arciere;
Poichè come ama il volo della freccia così ama la
fermezza dell'arco.
SUL DARE
Allora un uomo ricco disse:
Parlaci del Dare. E lui rispose: Date poca cosa se date le vostre
ricchezze. E' quando date voi stessi che date veramente. Che cosa
sono le vostre ricchezze se non ciò che custodite e nascondete
nel timore del domani ? E domani, che cosa porterà il domani
al cane troppo previdente che sotterra l'osso nella sabbia senza
traccia, mentre segue i pellegrini alla città santa ? E
che cos'è la paura del bisogno se non bisogno esso stesso
? Non è forse sete insaziabile il terrore della sete quando
il pozzo è colmo ? Vi sono quelli che danno poco del molto
che possiedono, e per avere riconoscimento, e questo segreto desiderio
contamina il loro dono. E vi sono quelli che danno tutto il poco
che hanno. Essi hanno fede nella vita e nella sua munificenza,
e la loro borsa non è mai vuota. Vi sono quelli che danno
con gioia e questa è la loro ricompensa. Vi sono quelli
che danno con rimpianto e questo rimpianto è il loro sacramento.
E vi sono quelli che danno senza rimpianto nè gioia e senza
curarsi del merito. Essi sono come il mirto che laggiù
nella valle effonde nell'aria la sua fragranza. Attraverso le
loro mani Dio parla, e attraverso i loro occhi sorride alla terra.
E' bene dare quando ci chiedono, ma meglio è comprendere
e dare quando niente ci viene chiesto. Per chi è generoso,
cercare il povero è gioia più grande che dare. E
quale ricchezza vorreste serbare ? Tutto quanto possedete un giorno
sarà dato. Perciò date adesso, affinchè la
stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi.
Spesso dite: "Vorrei dare ma solo ai meritevoli". Le
piante del vostro frutteto non si esprimono così nè
le greggi del vostro pascolo. Esse danno per vivere, perchè
serbare è perire. Chi è degno di ricevere i giorni
e le notti, è certo degno di ricevere ogni cosa da voi.
Chi merita di bere all'oceano della vita, può riempire
la sua coppa al vostro piccolo ruscello. E quale merito sarà
grande quanto la fiducia, il coraggio, anzi la carità che
sta nel ricevere ? E chi siete voi perchè gli uomini vi
mostrino il cuore, e tolgano il velo al proprio orgoglio così
che possiate vedere il loro nudo valore e la loro imperturbata
fierezza ? Siate prima voi stessi degni di essere colui che da
e allo stesso tempo uno strumento del dare. Poichè in verità
è la vita che da alla vita, mentre voi, che vi stimate
donatori, non siete che testimoni. E voi che ricevete - e tutti
ricevete - non permettete che il peso della gratitudine imponga
un giogo a voi e a chi vi ha dato. Piuttosto i suoi doni siano
le ali su cui volerete insieme. Poichè preoccuparsi troppo
del debito è dubitare della sua generosità che ha
come madre la terra feconda, e Dio come padre.
SUL MANGIARE E SUL BERE
Allora un vecchio
oste disse: Parlaci del Mangiare e del Bere. E lui disse: Vorrei
che poteste vivere della fragranza della terra, e che la luce
vi nutrisse in libertà come una pianta. Ma poichè
per mangiare uccidete, e rubate al piccolo il latte materno per
estinguere la sete, sia allora il vostro un atto di adorazione.
E sia la mensa un altare su cui i puri e gli innocenti della foresta
e dei campi vengano sacrificati a ciò che di più
puro e innocente vi è nell'uomo. Quando uccidete un animale,
ditegli nel vostro cuore: "Dallo stesso potere che ti abbatte
io pure sarò colpito e distrutto, Poichè la legge
che ti consegna nelle mie mani consegnerà me in mani più
potenti. Il tuo sangue e il mio sangue non sono che la linfa che
nutre l'albero del cielo". E quando addentate una mela, ditele
nel vostro cuore: "I tuoi semi vivranno nel mio corpo, E
i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore, La loro fragranza
sarà il mio respiro, E insieme gioiremo in tutte le stagioni".
E quando in autunno raccoglierete dalle vigne l'uva per il torchio,
direte nel vostro cuore: "Io pure sarò vigna, e per
il torchio sarà colto il mio frutto, E come vino nuovo
sarò custodito in vasi eterni". E quando l'inverno
mescete il vino, per ogni coppa intonate un canto nel vostro cuore,
E fate in modo che vi sia in questo canto il ricordo dei giorni
dell'autunno, della vigna e del torchio.
SUL LAVORO
Allora un contadino disse:
Parlaci del Lavoro. E lui rispose dicendo: Voi lavorate per assecondare
il ritmo della terra e l'anima della terra. Poichè oziare
è estraniarsi dalle stagioni e uscire dal corso della vita,
che avanza in solenne e fiera sottomissione verso l'infinito.
Quando lavorate siete un flauto attraverso il quale il sussurro
del tempo si trasforma in musica. Chi di voi vorrebbe essere una
canna silenziosa e muta quando tutte le altre cantano all'unisono
? Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione
e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate esaudite
una parte del sogno più remoto della terra, che vi fu dato
in sorte quando il sogno stesso ebbe origine. Vivendo delle vostre
fatiche, voi amate in verità la vita. E amare la vita attraverso
la fatica è comprenderne il segreto più profondo.
Ma se nella vostra pena voi dite che nascere è dolore e
il peso della carne una maledizione scritta sulla fronte, allora
vi rispondo : tranne il sudore della fronte niente laverà
ciò che vi è stato scritto. Vi è stato detto
che la vita è tenebre e nella vostra stanchezza voi fate
eco a ciò che è stato detto dagli esausti. E io
vi dico che in verità la vita è tenebre fuorchè
quando è slancio, E ogni slancio è cieco fuorchè
quando è sapere, E ogni sapere è vano fuorchè
quando è lavoro, E ogni lavoro è vuoto fuorchè
quando è amore; E quando lavorate con amore voi stabilite
un vincolo con voi stessi, con gli altri e con Dio. E cos'è
lavorare con amore ? E' tessere un abito con i fili del cuore,
come se dovesse indossarlo il vostro amato. E' costruire una casa
con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato. E' spargere
teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia, come se dovesse
goderne il frutto il vostro amato. E' diffondere in tutto ciò
che fate il soffio del vostro spirito, E sapere che tutti i venerati
morti stanno vigili intorno a voi. Spesso vi ho udito dire, come
se parlaste nel sonno: "Chi lavora il marmo e scopre la propria
anima configurata nella pietra, è più nobile di
chi ara la terra. E chi afferra l'arcobaleno e lo stende sulla
tela in immagine umana, è più di chi fabbrica sandali
per i nostri piedi". Ma io vi dico, non nel sonno ma nel
vigile e pieno mezzogiorno, il vento parla dolcemente alla quercia
gigante come al più piccolo filo d'erba; E che è
grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso
più dolce dal proprio amore. Il lavoro è amore rivelato.
E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto,
è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio,
accettare l'elemosina di chi lavora con gioia. Poichè se
cuocete il pane con indifferenza, voi cuocete un pane amaro, che
non potrà sfamare l'uomo del tutto. E se spremete l'uva
controvoglia, la vostra riluttanza distillerà veleno nel
vino. E anche se cantate come angeli, ma non amate il canto, renderete
l'uomo sordo alle voci del giorno e della notte.
SU GIOIA E DOLORE
Allora una donna disse:
Parlaci della Gioia e del Dolore. E lui rispose: La vostra gioia
è il vostro dolore senza maschera, E il pozzo da cui scaturisce
il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime. E come
può essere altrimenti ? Quanto più a fondo vi scava
il dolore, tanta più gioia potrete contenere. La coppa
che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata
nel forno del vasaio ? E il liuto che rasserena il vostro spirito
non è forse lo stesso legno scavato dal coltello ? Quando
siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete
che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi
ora gioia. E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore
e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il
vostro godimento. Alcuni di voi dicono: "La gioia è
più grande del dolore", e altri dicono: "No,
è più grande il dolore". Ma io vi dico che
sono inseparabili. Giungono insieme, e se l'una siede con voi
alla vostra mensa, ricordate che l'altro è addormentato
nel vostro letto. In verità voi siete bilance che oscillano
tra il dolore e la gioia. Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati
e saldi. Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e
argento, così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno
sollevarsi oppure ricadere.
SULLA CASA
Allora si fece avanti un
muratore e disse: Parlaci della Casa. E lui rispose dicendo: Costruite
con l'immaginazione una capanna nel deserto, prima di costruire
una casa entro le mura della città: poichè come
voi rincasate al crepuscolo, altrettanto fa il nomade che è
in voi, sempre esule e solo. La casa è il vostro corpo
più vasto. Essa si espande nel sole e dorme nella quiete
della notte, e non è senza sogni. Non sogna forse la vostra
casa ? E sognando non abbandona la città per il bosco o
la sommità della collina ? Vorrei riunire nella mia mano
le vostre case, e come il seminatore disperderle in prati e foreste.
Vorrei che le vostre strade fossero valli e verdi sentieri i vostri
viali, affinchè potreste cercarvi l'un l'altro tra le vigne
e ritrovarvi con l'abito odoroso di terra. Ma questo non può
ancora accadere. La paura dei vostri antenati vi ha radunati insieme,
troppo vicini. E questa paura durerà ancora in voi. E ancora
le mura delle vostre città separeranno dai campi i vostri
focolari. Ditemi, popolo di Orfalese, che avete in queste case
? E che mai custodite dietro l'uscio sbarrato ? Pace ? Il calmo
impeto che rivela la forza ? Ricordi ? L'arco di pallida luce
che unisce le cime della mente ? Avete la bellezza che conduce
il cuore dagli oggetti creati nel legno e nella pietra alla montagna
sacra ? Ditemi, avete questo nelle vostre case ? O avete solo
benessere e l'avidità del benessere che furtiva entra in
casa come ospite per diventarne padrona e infine sovrana ? Si,
essa vi domina, e con il rampino e la frusta riduce a fantocci
le vostre aspirazioni più alte. Benchè abbia mani
di seta, il suo cuore è di ferro. Vi addormenta cullandovi
per stare vicina al vostro letto e prendersi gioco della dignità
della carne. Schernisce i vostri sensi integri e li depone nella
bambagia come fragili vasi. In verità, l'avidità
del benessere uccide la passione dell'anima e sogghigna alle sue
esequie. Ma voi, figli dell'aria, insonni nel sonno, non sarete
ingannati nè domati. La vostra casa non sarà l'ancora,
ma l'albero della nave. Non sarà il velo lucente che ricopre
la ferita, ma la palpebra a difesa dell'occhio. Non ripiegherete
le ali per attraversare le porte, non chinerete la testa per non
urtare la volta, non tratterrete il respiro per paura che le mura
si incrinino e crollino. Non dimorerete in sepolcri edificati
dai morti per i vivi. E sebbene magnifica e splendida, la vostra
casa non custodirà il vostro segreto nè darà
riparo alle vostre brame. Poichè ciò che in voi
è sconfinato risiede nella dimora del cielo, la cui porta
è bruma mattutina e le finestre sono canti di quiete notturna.
SULL'ABITO
E un tessitore disse: Parlaci
dell'Abito. E lui rispose: Il vostro abito nasconde una gran parte
della vostra bellezza, tuttavia non maschera ciò che non
è bello. E benchè cerchiate nell'abito un'intima
libertà, potreste trovare in esso le vostre catene. Vorrei
che la vostra pelle, e non il vostro abito, fosse sfiorata dal
sole e dal vento. Poichè il soffio della vita è
nella luce del sole e la mano della vita è nel vento. Alcuni
di voi dicono: "E' il vento del Nord che ha tessuto l'abito
che indosso". E io dico che, si, è stato il Vento
del Nord, Ma la vergogna è stata il suo telaio e la mollezza
la sua trama. E a fatica compiuta, il vento ha riso nella foresta.
Non dimenticate che la modestia vi è stata data a scudo
contro gli occhi dell'impuro. Ma quando l'impuro sparirà,
che cosa sarà la modestia se non poltiglia che intorbida
la mente ? E non dimenticate che la terra ama sentire i vostri
piedi nudi e il vento giocare con i vostri capelli.
SUL COMMERCIO
E un mercante disse: Parlaci
del Commercio. E lui rispose dicendo: La terra vi concede i suoi
frutti, e non saranno scarsi se solo saprete riempirvene le mani.
Scambiandovi i doni della terra scoprirete l'abbondanza e sarete
saziati. Ma se lo scambio non avverrà in amore e in generosa
giustizia, renderà gli uni avidi e gli altri affamati.
Quando sulle piazze del mercato voi, lavoratori del mare dei campi
e delle vigne, incontrerete i tessitori i vasai e gli speziali,
Invocate lo spirito supremo della terra affinchè scenda
in mezzo a voi a santificare le bilance e il calcolo, affinchè
valore corrisponda a valore. E non tollerate che tratti con voi
chi ha la mano sterile, perchè vi renderà chiacchiere
in cambio della vostra fatica. A tali uomini direte: "Seguiteci
nei campi o andate con i nostri fratelli a gettare le reti in
mare. La terra e il mare saranno generosi con voi quanto con noi".
E se là verranno i cantori, i danzatori e i suonatori di
flauto, comprate pure i loro doni. Anch'essi sono raccoglitori
di incenso e frutta, e ciò che vi offrono, benchè
sia fatto della sostanza dei sogni, reca ornamento e cibo all'anima
vostra. E prima di lasciare la piazza del mercato, badate che
nessuno si allontani a mani vuote. Perchè lo spirito supremo
della terra non dormirà in pace nel vento sin quando il
bisogno dell'ultimo di voi non sarà appagato.
SU COLPA E CASTIGO
Allora un giudice della
città si fece avanti e disse: Parlaci della Colpa e del
Castigo. E lui rispose dicendo: E' quando il vostro spirito vaga
nel vento, Che soli e incauti commettete una colpa verso gli altri
e quindi verso voi stessi. E per questa colpa commessa dovrete
bussare e, inascoltati, attendere a lungo alla porta dei beati.
Come l'oceano è la vostra essenza divina; Per sempre resta
incontaminata. E come nell'etere, in essa si muovono soltanto
gli esseri alati. Come il sole è la vostra essenza divina;
Ignora le gallerie della talpa e non cerca le tane del serpente.
Ma in voi non dimora soltanto l'essenza divina. Molto è
tuttora umano in voi, e molto in voi non è ancora umano,
Ma un pigmeo informe che cammina addormentato cercando nelle brume
il proprio risveglio. E ora vorrei parlarvi dell'uomo che è
in voi. Poichè nè la vostra essenza divina, nè
il pigmeo nelle brume, ma solo l'uomo conosce la colpa e il castigo.
Spesso vi ho udito dire di chi sbaglia che non è uno di
voi, ma un intruso estraneo al vostro mondo. Ma io vi dico: così
come il santo e il giusto non possono innalzarsi al di sopra di
quanto vi è di più alto in voi, Così il malvagio
e il debole non possono cadere più in basso di quanto vi
è di più infimo in voi. E come la singola foglia
non ingiallisce senza che la pianta tutta ne sia complice muta,
Così il malvagio non potrà nuocere senza il consenso
tacito di voi tutti. Insieme avanzate, come in processione, verso
la vostra essenza divina. Voi siete la via e i viandanti. E quando
uno di voi cade, cade per quelli che lo seguono giacchè
li mette in guardia contro l'ostacolo. Ma cade anche per quelli
che lo precedono i quali, benchè più celeri e sicuri
nel loro passo non rimossero l'ostacolo. E vi dirò inoltre,
nonostante la mia parola vi pesi sul cuore: L'assassinato è
responsabile del proprio assassinio, E il derubato non è
senza colpa del furto subito. Il giusto non è innocente
delle azioni del malvagio. E chi ha le mani pulite non è
immune dalle imprese dell'empio. Sì, il colpevole è
spesso vittima di chi ha offeso. E ancora più spesso il
condannato regge il fardello di chi è senza biasimo e colpa.
Voi non potete separare il giusto dall'ingiusto, il buono dal
cattivo, Poichè stanno uniti al cospetto del sole come
insieme sono tessuti il filo bianco e il filo nero. E se il filo
nero si spezza, il tessitore rivedrà da cima a fondo tela
e telaio. Se qualcuno di voi volesse portare in giudizio una moglie
infedele, Soppesi anche il cuore del marito e ne misuri l'anima.
E chi volesse frustare l'offensore scruti nello spirito dell'offeso.
E se qualcuno di voi, in nome della giustizia, volesse punire
con la scure l'albero guasto, ne esamini le radici. E scoprirà
radici del bene e del male, feconde e sterili, tutte insieme intrecciate
nel cuore silenzioso della terra. E voi, giudici, che pretendete
essere giusti, Che giudizio pronunciate su chi, benchè
onesto nella carne, in spirito è ladro ? Che pena infliggere
a chi uccide nella carne, ma in spirito è lui stesso ucciso
? E come perseguite chi nei fatti inganna e opprime, Ma è
lui stesso afflitto e oltraggiato ? E come punite quelli il cui
rimorso è più grande del loro misfatto ? Il rimorso
non è forse la giustizia retta da quella vera legge che
servireste di buon grado ? Ma non potete imporre il rimorso all'innocente,
nè strapparlo dal cuore del colpevole. Inaspettato, esso
chiamerà nella notte affinchè l'uomo si svegli e
scruti dentro di sè. E come potrete capire la giustizia,
se non esaminate ogni fatto in piena luce ? Solo così saprete
che il caduto e l'eretto sono un solo uomo che sta nel crepuscolo,
sospeso tra la notte della sua essenza non ancora umana e il giorno
della sua essenza divina. La pietra angolare del tempio non è
più alta della pietra più bassa delle sue fondamenta.
SULLE LEGGI
Allora un legislatore disse:
Che cosa pensi delle nostre Leggi, maestro ? E lui rispose: A
voi piace emanare leggi, Ma più ancora vi piace trasgredirle.
Come fanciulli che ostinatamente innalzano per gioco torri di
sabbia in riva al mare per poi distruggerle con una risata. Ma
intanto che innalzate queste torri, il mare trascina altra sabbia
sulla riva, E quando le distruggete il mare ride con voi. In verità,
il mare ride sempre con l'innocente. Ma cosa pensare di quelli
per cui le leggi dell'uomo non sono torri di sabbia e la vita
non è un mare, Bensì una roccia, e la legge uno
scalpello con il quale inciderla a propria somiglianza ? E dello
storpio che odia i danzatori ? E del bue che ama il suo giogo
e crede l'alce e il cervo della foresta smarriti e vagabondi ?
E della vecchia serpe che non squama più e stima gli altri
vergognosi e nudi ? E di chi va al banchetto nuziale di buon'ora
e torna sazio e stanco definendo ogni banchetto una profanazione
e i convitati trasgressori ? Che dirò di loro se non che
si stagliano nella luce, ma con la schiena rivolta al sole ? Essi
vedono soltanto la loro ombra, e questa è la loro legge.
E che cos'è il sole per loro se non un seminatore di ombre
? Riconoscere le leggi non è forse chinarsi e tracciare
la propria ombra sulla terra ? Ma voi che camminate rivolti al
sole, quali immagini tracciate sulla terra possono mai trattenervi
? E voi che andate con il vento, quale banderuola dirigerà
la vostra corsa ? Quale legge vi legherà se spezzerete
il vostro giogo, ma non sulla soglia di una prigione umana ? Quali
leggi temete, se danzerete senza inciampare nelle catene dell'uomo
? E chi vi porterà in giudizio se, spogliandovi dei vostri
indumenti, non li lascerete sulla strada di alcun altro uomo ?
Popolo di Orfalese, potrai soffocare il suono del tamburo e spezzare
le corde della lira, ma chi comanderà che l'allodola non
canti ?
SULLA LIBERTÀ
E un oratore disse: Parlaci
della Libertà. E lui rispose: Alle porte della città
e presso il focolare vi ho veduto, prostrati, adorare la vostra
libertà, Così come gli schiavi si umiliano in lodi
davanti al tiranno che li uccide. Sì, al bosco sacro e
all'ombra della rocca ho visto che per il più libero di
voi la libertà non era che schiavitù e oppressione.
E in me il cuore ha sanguinato, poichè sarete liberi solo
quando lo stesso desiderio di ricercare la libertà sarà
una pratica per voi e finirete di chiamarla un fine e un
compimento. In verità sarete liberi quando i vostri giorni
non saranno privi di pena e le vostre notti di angoscia e di esigenze.
Quando di queste cose sarà circonfusa la vostra vita, allora
vi leverete al di sopra di esse nudi e senza vincoli. Ma come
potrete elevarvi oltre i giorni e le notti se non spezzando le
catene che all'alba della vostra conoscenza hanno imprigionato
l'ora del meriggio ? Quella che voi chiamate libertà è
la più resistente di queste catene, benchè i suoi
anelli vi abbaglino scintillando al sole. E cos'è mai se
non parte di voi stessi ciò che vorreste respingere per
essere liberi ? L'ingiusta legge che vorreste abolire è
la stessa che la vostra mano vi ha scritto sulla fronte. Non potete
cancellarla bruciando i libri di diritto nè lavando la
fronte dei vostri giudici, neppure riversandovi sopra le onde
del mare. Se è un despota colui che volete detronizzare,
badate prima che il trono eretto dentro di voi sia già
stato distrutto. Poichè come può un tiranno governare
uomini liberi e fieri, se non per una tirannia e un difetto della
loro stessa libertà e del loro orgoglio ? E se volete allontanare
un affanno, ricordate che questo affanno non vi è stato
imposto, ma voi l'avete scelto. E se volete dissipare un timore,
cercatelo in voi e non nella mano di chi questo timore v'incute.
In verità, ciò che anelate e temete, che vi ripugna
e vi blandisce, ciò che perseguite e ciò che vorreste
sfuggire, ognuna di queste cose muove nel vostro essere in un
costante e incompiuto abbraccio. Come luci e ombre unite in una
stretta, ogni cosa si agita in voi. e quando un'ombra svanisce,
la luce che indugia diventa ombra per un'altra luce. E così
quando la vostra libertà getta le catene diventa essa stessa
la catena di una libertà più grande.
SULLA RAGIONE E SULLA
PASSIONE
E ancora la sacerdotessa
parlò e disse: Parlaci della Ragione e della Passione.
E lui rispose dicendo: La vostra anima è sovente un campo
di battaglia dove giudizio e ragione muovono guerra all'avidità
e alla passione. Potessi io essere il pacificatore dell'anima
vostra, che converte rivalità e discordia in unione e armonia.
Ma come potrò, se non sarete voi stessi i pacificatori,
anzi gli amanti di ogni vostro elemento ? La ragione e la passione
sono il timone e la vela di quel navigante che è l'anima
vostra. Se il timone e la vela si spezzano, non potete far altro
che, sbandati, andare alla deriva, o arrestarvi nel mezzo del
mare. Poichè se la ragione domina da sola, è una
forza che imprigiona, e la passione è una fiamma che, incustodita,
brucia fino alla sua distruzione. Perciò la vostra anima
innalzi la ragione fino alla passione più alta, affinchè
essa canti, E con la ragione diriga la passione, affinchè
questa viva in quotidiana resurrezione, e come la fenice sorga
dalle proprie ceneri. Vorrei che avidità e giudizio fossero
per voi come graditi ospiti nella vostra casa. Certo non onorereste
più l'uno dell'altro, perchè se hai maggiori attenzioni
per uno perdi la fiducia di entrambi. Quando sui colli sedete
alla fresca ombra dei pallidi pioppi, condividendo la pace e la
serenità dei campi e dei prati lontani, allora vi sussurri
il cuore: "Nella ragione riposa Dio". E quando infuria
la tempesta e il vento implacabile scuote la foresta, e lampi
e tuoni proclamano la maestà del cielo, allora dite nel
cuore con riverente trepidazione: "Nella passione agisce
Dio". E poichè siete un soffio nella sfera di Dio
e una foglia nella sua foresta, voi pure riposerete nella ragione
e agirete nella passione.
SUL DOLORE
E una donna disse: Parlaci
del Dolore. E lui disse: Il dolore è lo spezzarsi del guscio
che racchiude la vostra conoscenza. Come il nocciolo del frutto
deve spezzarsi affinchè il suo cuore possa esporsi al sole,
così voi dovete conoscere il dolore. E se riusciste a custodire
in cuore la meraviglia per i prodigi quotidiani della vita, il
dolore non vi meraviglierebbe meno della gioia; Accogliereste
le stagioni del vostro cuore come avreste sempre accolto le stagioni
che passano sui campi. E veglieresti sereni durante gli inverni
del vostro dolore. Gran parte del vostro dolore è scelto
da voi stessi. E' la pozione amara con la quale il medico che
è in voi guarisce il vostro male. Quindi confidate in lui
e bevete il suo rimedio in serenità e in silenzio. Poichè
la sua mano, benchè pesante e rude, è retta dalla
tenera mano dell'Invisibile, E la coppa che vi porge, nonostante
bruci le vostre labbra, è stata fatta con la creta che
il Vasaio ha bagnato di lacrime sacre.
SULLA CONOSCENZA
E un uomo disse: Parlaci
della Conoscenza. E lui rispose dicendo: Il vostro cuore conosce
nel silenzio i segreti dei giorni e delle notti. Ma il vostro
orecchio è assetato dal rumore di quanto il cuore conosce.
Vorreste esprimere ciò che avete sempre pensato. Vorreste
toccare con mano il corpo nudo dei vostri sogni. Ed è bene
che sappiate: La fonte nascosta della vostra anima dovrà
necessariamente effondersi e fluire mormorando verso il mare;
E il tesoro della vostra infinita profondità si mostrerà
ai vostri occhi; Ma non con la bilancia valuterete questo sconosciuto
tesoro; E non scandaglierete con asta o sonda le profondità
della vostra conoscenza. Poichè l'essere è un mare
sconfinato e incommensurabile. Non dite: "Ho trovato la verità",
ma piuttosto, "Ho trovato una verità". Non dite:
"Ho trovato il sentiero dell'anima", ma piuttosto, "Ho
incontrato l'anima in cammino sul mio sentiero". Poichè
l'anima cammina su tutti i sentieri. L'anima non procede in linea
retta, e neppure cresce come una canna. L'anima si schiude, come
un fiore di loto dagli innumerevoli petali.
SULL'INSEGNAMENTO
E un maestro disse: Parlaci
dell'Insegnamento. E lui disse: Nessuno può insegnarvi
nulla se non ciò che già sonnecchia nell'albeggiare
della vostra conoscenza. Il maestro che cammina all'ombra del
tempio tra i discepoli non elargisce la sua sapienza, ma piuttosto
la sua fede e il suo amore. E se davvero è saggio, non
vi invita ad entrare nella dimora del suo sapere, ma vi guida
alla soglia della vostra mente. L'astronomo può dirvi ciò
che sa degli spazi, ma non può darvi la sua conoscenza.
Il musico può cantarvi la melodia che è nell'aria,
ma non può darvi l'orecchio che fissa il ritmo, nè
l'eco che rimanda il suono. E colui che è esperto nella
scienza dei numeri può descrivervi il mondo del peso e
della misura, ma oltre non può condurvi. Poichè
la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo.
E così come ognuno è solo nella conoscenza di Dio,
ugualmente deve in solitudine conoscere Dio e comprendere la terra.
SULL'AMICIZIA
E un adolescente disse:
Il vostro amico è, il vostro bisogno saziato. E' il campo
che seminate con amore e che mietete ringraziando. Egli è
la vostra mensa e la vostra dimora perchè, affamati, vi
rifugiate in lui e lo cercate per la vostra pace. Se l'amico vi
confida il suo pensiero non nascondetegli il vostro. Quando lui
tace il vostro cuore non smette di ascoltarlo, perchè nell'amicizia
ogni pensiero, ogni desiderio, speranza nasce in silenzio e si
partecipa con gioia. Se vi separate dall'amico non addoloratevi,
perchè la sua assenza v'illumina su ciò che più
in lui amate. E non vi sia nell'amicizia altro intento che scavarsi
nello spirito a vicenda. Condividete le gioie sorridendo nella
dolcezza amica, perchè nella rugiada delle piccole cose
il cuore scopre il suo mattino e si conferma.
SULLA PAROLA
E allora uno studioso
disse: Spiegaci la Parola. E lui rispose dicendo: Voi parlate
quando avete perduto la pace con i vostri pensieri; E quando non
potete più sopportare la solitudine del cuore voi vivete
sulle labbra, e il suono vi è di svago e passatempo. E
molte delle vostre parole quasi uccidono il pensiero, Poichè
il pensiero è un uccello leggero che in una gabbia di parole
può spiegare le ali, ma non prendere il volo. Tra voi vi
sono quelli che cercano uomini loquaci per timore di restare soli.
Il silenzio della solitudine mette a nudo il loro essere, ed essi
vorrebbero fuggirlo. E vis ono quelli che, senza consapevolezza
o prudenza parlano di verità che non comprendono. E quelli
invece che hanno dentro di sè la verità, ma non
la esprimono in parole. nel loro petto lo spirito dimora in armonico
silenzio. Quando per strada o sulla piazza del mercato incontrate
un amico, lasciate che lo spirito vi muova le labbra e vi guidi
la lingua. Lasciate che la voce della vostra voce parli all'orecchio
del suo orecchio; Poichè custodirà nell'anima la
verità del vostro cuore come si ricorda il sapore del vino.
Quando il colore è dimenticato e la coppa è perduta.
SUL TEMPO
E un astronomo disse: Maestro
Parlaci del Tempo. E lui rispose: Vorreste misurare il tempo,
l'incommensurabile e l'immenso. Vorreste regolare il vostro comportamento
e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni.
Del tempo vorreste fare un fiume per sostate presso la sua riva
e guardarlo fluire. Ma l'eterno che è in voi sa che la
vita è senza tempo E sa che l'oggi non è che il
ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi. E ciò che
in voi è canto e contemplazione dimora quieto entro i confini
di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello
spazio. Chi di voi non sente che la sua forza d'amore è
sconfinata ? E chi non sente che questo autentico amore, benchè
sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere,
e non passa da pensiero d'amore a pensiero d'amore, nè
da atto d'amore ad atto d'amore ? E non è forse il tempo,
così come l'amore, indiviso e immoto ? Ma se col pensiero
volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda
tutte le altre, E che il presente abbracci il passato con il ricordo,
e il futuro con l'attesa.
SUL BENE E MALE
E un anziano della
città disse: Parlaci del Bene e del Male. E lui rispose:
Io posso parlare del bene che è in voi, ma non del male.
Poichè il cattivo non è che il buono torturato dalla
fame e dalla sete. In verità, quando il buono è
affamato cerca cibo anche in una caverna buia e quando è
assetato beve anche acqua morta. Siete buoni quando siete in armonia
con voi stessi. Tuttavia, quando non siete una sola cosa con voi
stessi, voi non siete cattivi. Una casa divisa non è un
covo di ladri, è semplicemente una casa divisa. E una nave
senza timone può errare senza meta tra isole pericolose
senza fare naufragio. Siete buoni nello sforzo di donare voi stessi,
Tuttavia non siete cattivi quando perseguite il vostro vantaggio.
Quando cercate di ottenere, non siete che una radice avvinghiata
alla terra per succhiarne il seno. Certo, il frutto non può
dire alla radice: "Sii come me, maturo e pieno e sempre generoso
della tua abbondanza". Poichè come il frutto ha bisogno
di dare, così la radice ha bisogno di ricevere. Siete buoni
quando la vostra parola è pienamente consapevole. Tuttavia
non siete cattivi quando nel sonno la vostra lingua vaneggia.
E anche un discorso confuso può rafforzare una debole lingua.
Siete buoni quando procedete verso la meta, decisi e con passo
sicuro. Tuttavia non siete cattivi quando vagate qua e là
zoppicando. Anche chi zoppica procede in avanti. Ma vi è
agile e forte, non zoppichi davanti allo zoppo stimandosi cortese.
Voi siete buoni in molteplici modi e non siete cattivi quando
non siete buoni. Siete soltanto pigri e indolenti. Purtroppo il
cervo non può insegnare alla tartaruga ad essere veloce.
Nel desiderio del gigante che è in voi risiede la vostra
bontà, e questo è un desiderio di tutti. In alcuni
è un torrente che scorre impetuoso verso il mare, trascinando
con sè i segreti delle colline e il canto delle foreste.
In altri è una corrente placida che si perde in declivi
e indugia prima di raggiungere la sponda. Ma chi desidera molto
non dica a chi desidera poco: "Perchè esiti e indugi
?". Poichè, in verità, chi è buono non
chiede a chi è nudo: "Dov'è il tuo vestito
?", nè a chi è senza tetto: "Cos'è
accaduto alla tua casa ?".
SULLA PREGHIERA
Allora una sacerdotessa
disse: Parlaci della Preghiera. E lui rispose dicendo: Voi pregate
nell'angoscia e nel bisogno, ma dovreste pregare anche nella pienezza
della gioia e nei giorni dell'abbondanza. Perchè non è
forse la preghiera l'espansione di voi stessi nell'etere vivente
? Se riversare la vostra notte nello spazio vi conforta, è
gioia anche esprimere l'alba del vostro cuore. E se non potete
fare a meno di piangere quando l'anima vi chiama alla preghiera,
essa dovrebbe spingervi sempre e ancora al sorriso. Pregando vi
innalzate sino a incontrare nell'aria coloro che pregano nello
stesso istante, e non potete incontrarli che nella preghiera.
Perciò la visita a questo tempio invisibile non sia altro
che estasi e dolce comunione. Giacche se entrate nel tempio soltanto
per chiedere, voi non avrete. E se entrate per umiliarvi, non
sarete innalzati. O se entrate a supplicare per il bene altrui,
non sarete ascoltati. Entrare nel tempio invisibile è sufficiente.
Con la parola io non posso insegnarvi a pregare. Dio non ascolta
le vostre parole, se non le pronuncia egli stesso attraverso le
vostre labbra. E io non posso insegnarvi la preghiera dei monti,
dei mari e delle foreste. Ma voi, nati dalle foreste, dai monti
e dai mari, potete scoprire le loro preghiere nel vostro cuore,
E se solo tendete l'orecchio nella quiete della notte, udrete
nel silenzio: "Dio nostro, ala di noi stessi, noi vogliamo
secondo la tua volontà. Desideriamo secondo il tuo desiderio.
Il tuo impero trasforma le nostre notti, che sono le tue notti,
in giorni che sono i tuoi giorni. Nulla possiamo chiederti, perchè
tu conosci i nostri bisogni prima ancora che nascano in noi. Tu
sei il nostro bisogno, e nel donarci più di te stesso,
tutto ci doni".
SUL PIACERE
Allora un eremita, che
visitava la città una volta l'anno, si fece avanti e disse:
Parlaci del Piacere. E lui rispose dicendo: Il piacere è
un canto di libertà, Ma non è libertà. E'
la fioritura dei vostri desideri, Ma non il loro frutto. E' un
abisso che esorta alla scesa, Ma non è profondo nè
alto. E' un uccello in gabbia che si alza in volo, Ma non è
lo spazio conquistato. Sì, francamente, il piacere è
un canto di libertà. E io vorrei che lo intonaste in tutta
pienezza, ma temo che a cantarlo perdereste il cuore. Alcuni giovani
tra voi ricercano il piacere come se fosse tutto, e vengono giudicati
e biasimati. Non vorrei nè giudicarli nè biasimarli.
Vorrei che cercassero. E troveranno non solo il piacere, Poichè
il piacere ha sette fratelli, e il minore è più
bello dello stesso piacere. Non avete udito di quell'uomo che,
scavando la terra in cerca di radici, scoprì un tesoro
? E alcuni anziani tra voi ricordano con rimpianto i piaceri,
come errori compiuti nell'ebbrezza. Ma il rimpianto è l'oscurità
della mente, e non il suo castigo. Essi dovrebbero ricordare i
loro piaceri riconoscenti come per il raccolto di un'estate. Ma
se il rimpianto li conforta, si confortino pure. E tra voi vi
sono quelli non così giovani per cercare, nè così
vecchi per ricordare. E nella paura di cercare e ricordare, essi
fuggono ogni piacer temendo di umiliare e offendere l'anima. Ma
proprio in questo è il loro piacere. E in tal modo scoprono
tesori, sebbene scavino radici con mano tremante. Ma ditemi, chi
può offendere lo spirito ? L'usignolo offende il silenzio
della notte, o la lucciola le stelle ? E la vostra fiamma o il
vostro fumo mortificano il vento ? Pensate forse di poter turbare
lo spirito come con un bastone uno stagno tranquillo ? Spesso,
negandovi al piacere, non fate altro che respingere il desiderio
nei recessi del vostro essere. Chissà che non vi attenda
domani ciò che oggi avete negato. Anche il vostro corpo
conosce la sua ricchezza e il suo legittimo bisogno, e non permette
inganno. Il corpo è l'arpa della vostra anima, E sta a
voi trarne musica armoniosa o confusi suoni. E ora domandatevi
in cuore: "Come potremo distinguere il buono dal cattivo
nel piacere ?". Andate nei vostri campi e giardini, e imparerete
che il piacere dell'ape è raccogliere il nettare del fiore,
E che il piacere del fiore è conceder all'ape il suo nettare.
Poichè il fiore per l'ape è una fonte di vita, E
l'ape per il fiore è una messaggera d'amore. E per l'ape
e per il fiore donarsi e ricevere piacere è a un tempo
necessita ed estasi. Popolo di Orfalese, nel piacere siate come
le api e come i fiori.
SULLA BELLEZZA
E un poeta disse: Parlaci
della Bellezza. E lui rispose: Dove cercherete e come scoprirete
la bellezza, se essa stessa non vi è di sentiero e di guida
? E come potrete parlarne, se non è la tessitrice del vostro
discorso ? L'afflitto e l'offeso dicono: "La bellezza è
nobile e indulgente. Cammina tra noi come una giovane madre confusa
dalla sua stesa gloria". E l'appassionato dice: "No,
la bellezza è temibile e possente. Come la tempesta, scuote
la terra sotto di noi e il cielo che ci sovrasta". Lo stanco
e l'annoiato dicono: "La bellezza è un lieve bisbiglio.
Parla del nostro spirito. La sua voce cede ai nostri silenzi come
una debole luce che trema spaurita dall'ombra". Ma l'inquieto
dice: "Abbiamo udito il suo grido tra le montagne, E con
questo grido ci sono giunti strepito di zoccoli, battiti d'ali
e ruggiti di leoni". Di notte le guardie della città
dicono: "La bellezza sorgerà con l'alba da oriente".
E al meriggio colui che lavora e il viandante dicono: "L'abbiamo
vista affacciarsi sulla terra dalle finestre del tramonto".
D'inverno, chi è isolato dalla neve dice: "Verrà
con la primavera balzando di colle in colle". E nella calura
estiva il mietitore dice: "L'abbiamo vista danzare con le
foglie dell'autunno e con la folata di neve nei capelli".
Tutte queste cose avete detto della bellezza, Tuttavia non avete
parlato di lei, ma di bisogni insoddisfatti. E la bellezza non
è un bisogno, ma un'estasi. Non è una bocca assetata,
nè una mano vuota protesa, Ma piuttosto un cuore bruciante
e un'anima incantata. Non è un'immagine che vorreste vedere
nè un canto che vorreste udire, Ma piuttosto un'immagine
che vedete con gli occhi chiusi, e un canto che udite con le orecchie
serrate. Non è la linfa nel solco della corteccia, nè
l'ala congiunta all'artiglio, Ma piuttosto un giardino perennemente
in fiore e uno stormo d'angeli eternamente in volo. Popolo di
Orfalese, la bellezza è la vita, quando la vita disvela
il suo volto sacro. Ma voi siete la vita e siete il velo. La bellezza
è l'eternità che si contempla in uno specchio. Ma
voi siete l'eternità e siete lo specchio.
SULLA RELIGIONE
E un vecchio sacerdote
disse: Parlaci della Religione. E lui rispose: Ho forse parlato
d'altro oggi? Non è forse la religione ogni azione e ogni
riflessione, E ciò che non è nè azione nè
riflessione, ma stupore e sorpresa che sempre scaturiscono nell'anima,
anche quando le mani spaccano la pietra o tendono il telaio ?
Chi può separare la sua fede dalle sue azioni e il suo
credo dal suo lavoro ? Chi può disporre davanti a sè
le proprie ore dicendo, "Questa è per Dio e questa
è per me stesso, questa è per la mia anima e questa
per il mio corpo ?". Tutte le vostre ore sono battiti d'ali
nello spazio da un essere all'altro. Colui che indossa la moralità
come l'abito migliore, sarebbe meglio stesse nudo. Il vento e
il sole non squarceranno la sua pelle. E colui che fa dell'etica
un limite al comportamento, ingabbia il suo canto. Il canto più
libero non passa tra fili e sbarre. E colui per il quale l'adorazione
è una finestra che si apre e si chiude, non ha ancora visitato
la dimora della sua anima le cui finestre sono aperte da aurora
a aurora. La vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra
religione. Ogni volta che vi entrate portate con voi tutto il
vostro essere. Portate l'aratro, la fucina, il martello e il liuto,
Le cose forgiate per bisogno o per diletto. Poichè nella
devozione non potrete elevarvi al di sopra delle vostre riuscite,
nè cadere più in basso dei vostri fallimenti. E
prendete con voi tutti gli uomini, poichè nell'adorazione
non potete volare più in alto delle vostre speranze, nè
umiliarvi oltre la loro disperazione. Se volete conoscere Dio,
non siate dunque solutori di enigmi. Piuttosto guardatevi intorno
e vedrete Dio giocare con i vostri bambini. Guardate nello spazio,
e vedrete Dio camminare sulla nube, aprire le braccia nel lampo
e scendere nella pioggia. Vedrete Dio sorridere nei fiori e nelle
cime degli alberi vedrete il fremito delle sue mani.
SULLA MORTE
Allora Almitra parlò
dicendo: Ora vorremmo chiederti della Morte. E lui disse: Voi
vorreste conoscere il segreto della morte. ma come potrete scoprirlo
se non cercandolo nel cuore della vita ? Il gufo, i cui occhi
notturni sono ciechi al giorno, non può svelare il mistero
della luce. Se davvero volete conoscere lo spirito della morte,
spalancate il vostro cuore al corpo della vita. poichè
la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono
il fiume e il mare. Nella profondità dei vostri desideri
e speranze, sta la vostra muta conoscenza di ciò che è
oltre la vita; E come i semi sognano sotto la neve, il vostro
cuore sogna la primavera. confidate nei sogni, poichè in
essi si cela la porta dell'eternità. La vostra paura della
morte non è che il tremito del pastore davanti al re che
posa la mano su di lui in segno di onore. In questo suo fremere,
il pastore non è forse pieno di gioia poichè porterà
l'impronta regale ? E tuttavia non è forse maggiormente
assillato dal suo tremito ? Che cos'è morire, se non stare
nudi nel vento e disciogliersi al sole ? E che cos'è emettere
l'estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire,
così che possa risorgere e spaziare libero alla ricerca
di Dio ? Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero
cantare. E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora
incomincerete a salire. E quando la terra esigerà il vostro
corpo, allora danzerete realmente.
IL COMMIATO
E così si
fece sera. e Almitra, l'indovina, disse: Sia benedetto questo
giorno e questo luogo e il tuo spirito che ha parlato. E lui rispose:
Ero io a parlare ? Non sono stato io stesso un uditore ? Quindi
scese i gradini del tempio e tutto il popolo lo seguì.
Lui raggiunse la sua nave e restò in piedi sul ponte. E
ancora rivolto al popolo levò alta la voce e disse: Popolo
di Orfalese, il vento mi comanda di lasciarvi. Io sono meno impaziente
del vento, tuttavia devo andare. Per noi, viandanti eternamente
alla ricerca della via più solitaria, non inizia il giorno
dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci trova dove ci
ha lasciato al tramonto. Anche quando dorme la terra, noi procediamo
nel viaggio. Siamo i semi della tenace pianta, ed è nella
nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati
al vento e dispersi. Brevi furono i miei giorni tra voi, e ancor
più brevi le parole che ho detto. Ma se la mia voce si
affievolirà nel vostro orecchio e il mio amore svanirà
nella vostra memoria, allora io tornerò. E con cuore più
ricco e labbra più docili allo spirito, parlerò
con voi. Sì, tornerò con la marea, E se anche la
morte mi celasse e mi avvolgesse il silenzio più profondo,
ancora cercherò il vostro ascolto. E non cercherò
invano. Se ciò che ho detto è verità, questa
verità dovrà rivelarsi in una voce più chiara
e in parole più somiglianti ai vostri pensieri. Io vado
col vento, popolo di Orfalese, ma non verso il nulla. E
se questo giorno non è compimento delle vostre attese
nè del mio amore, sia allora promessa per un altro giorno.
I bisogni dell'uomo mutano, ma non il suo amore nè
il desiderio che sia l'amore a placarli. Sappiate dunque che io
tornerò dal silenzio più grande. La nebbia che all'alba
si dissolve e lascia sui campi solo rugiada, si alzerà
per raccogliersi in nube e ricadere sotto forma di pioggia. E
io fui come nebbia. Nella quiete della notte ho camminato per
le vostre strade e il mio spirito è entrato nelle vostre
case, I palpiti del vostro cuore erano nel mio cuore e sul mio
volto soffiava il vostro respiro, e vi ho conosciuti tutti. Sì,
ho conosciuto la vostra gioia e il vostro dolore e, nel sonno,
i vostri sogni erano i miei sogni. Tra voi sovente sono stato
un lago circondato da montagne. In me si sono rispecchiate le
vostre vette e i curvi pendii, e anche il lento sfilare delle
greggi dei vostri pensieri e passioni. E al mio silenzio è
giunto come a ruscelli il riso dei vostri bambini e a fiumi l'ardente
desiderio dei vostri giovani. E raggiunta la mia profondità,
ruscelli e fiumi non avevano ancora smesso il canto. Ma qualcosa
di più dolce del riso e più grande del desiderio
è giunto sino a me. L'infinito in voi; L'uomo immenso del
quale non siete altro che cellule e nervi; Nel cui cantico ogni
vostra voce non è che un muto singhiozzo. E' nell'uomo
immenso che voi siete immensi, Ed è nel guardarlo che vi
ho guardato e amato. Poichè a quali distanze, al di là
di questa immensa sfera, può giungere l'amore ? Quali visioni,
quali attese e quali speranze si eleveranno oltre quel volo ?
Come una quercia gigantesca in piena fioritura è l'uomo
immenso in voi. La sua forza vi lega alla terra, la sua fragranza
vi solleva nell'aria, e nel suo perdurare voi siete immortali.
Vi è stato detto che voi, simili a una catena, siete deboli
quanto il vostro anello più debole. Questa non è
che una mezza verità. Voi siete anche forti come il vostro
anello più forte. Misurarvi dalla vostra azione più
meschina è come calcolare la potenza dell'oceano dalla
fragilità della sua schiuma. Giudicarvi dai vostri errori
è accusare le stagioni per la loro incostanza. Sì,
voi siete come l'oceano, E sebbene le navi, pesanti di carichi,
attendano la marea sulle vostre rive, voi, come l'oceano, non
la potete affrettare. E inoltre siete come le stagioni, E benchè
nel vostro inverno neghiate la vostra primavera, La primavera
che è in voi sorride intatta e assopita. Non pensiate che
io vi parli così affinchè vi diciate l'un l'altro:
"Ci ha ben lodato. In noi non ha visto che il buono".
Io vi ho solo tradotto in parole ciò che voi stesse conoscete
in pensiero. E che cos'è la parola se non l'ombra di una
conoscenza inespressa ? I vostri pensieri e le mie parole sono
le onde di una memoria sigillata che conserva la traccia del nostro
passato, E dei remoti giorni in cui la terra non conosceva noi
nè sè stessa, E delle notti in cui era preda del
caos. Uomini savi sono venuti per darvi la loro saggezza. Io sono
venuto per attingerla da voi. E ho trovato quanto è più
grande della saggezza: La fiamma dello spirito in voi che si alimenta
di sè stessa, Mentre voi, noncuranti del suo espandersi,
piangete l'inaridire dei giorni. E ho trovato la vita che cerca
la vita in corpi che temono la tomba. Qui non ci sono tombe. Queste
montagne e queste pianure sono una culla e una pietra per il guado.
Quando passate per il campo dopo aver sepolto i vostri avi, guardatevi
intorno e vedrete voi stessi con i vostri figli danzare mano nella
mano. In verità, spesso fate festa senza saperlo. Altri
uomini vennero a blandire la vostra fede con dorate promesse e
voi a loro rendeste ricchezze e potenza e gloria. Io vi ho dato
meno di una promessa, eppure siete stati con me più generosi:
Mi avete dato la più profonda sete di vita futura. Certo
non vi è dono più grande per un uomo di ciò
che muta ogni proposito in labbra ardenti e tutta la vita in una
fonte. E in questo sta il mio onore e la mia ricompensa: Vengo
a bere a una fonte e trovo l'acqua viva essa stessa assetata;
E mentre io bevo l'acqua mi beve. Qualcuno tra voi mi ha stimato
superbo e troppo schivo per ricevere doni. In verità sono
troppo superbo per accettare compensi, ma non doni. E sebbene
abbia mangiato bacche sulle colline quando mi avreste invitato
alla vostra mensa, E dormito sotto il portico del tempio quando
mi avreste dato asilo con gioia, Non è stata forse la vostra
amorevole preoccupazione per i miei giorni e le mie notti a rendere
il cibo dolce alla mia bocca e a circondare il mio sonno di visioni
? Per tutto questo io vi benedico ancora. Voi date
molto e lo ignorate: In verità la bontà che si ammira
allo specchio si tramuta in pietra, E una buona azione che si
compiace di sè stessa genera una maledizione. E alcuni
di voi mi hanno giudicato distante ed ebbro della mia solitudine,
E hanno detto, "Lui tiene consiglio con gli alberi della
foresta, ma non con gli uomini. Siede solitario sulle cime dei
monti e guarda dall'alto la nostra città". E' vero,
ho scalato montagne e ho camminato in luoghi remoti. Ma come avrei
potuto vedervi se non da una grande altitudine o da una grande
distanza ? In verità, come si può essere vicini
se non si conosce la lontananza ? E altri tra voi si sono tacitamente
rivolti a me pronunziando queste parole: "Straniero, straniero,
amante di irraggiungibili altezze, perchè vivi sulle cime
dove le aquile costruiscono il loro nido ? Perchè cerchi
l'impossibile ? Quali tempeste vorresti carpire ? E quali uccelli
chimerici insegui nel cielo ? Vieni, e sii uno di noi. Scendi,
placa la tua fame col nostro pane e spegni la tua sete col nostro
vino". Nella solitudine dell'anima questo hanno detto; Ma
se la loro solitudine fosse stata più profonda avrebbero
capito che ricercavo soltanto il segreto della vostra gioia e
della vostra pena, E che inseguivo soltanto la vostra essenza
più vasta che si libra nel cielo. Ma il cacciatore è
stato anche la preda; Molte frecce hanno lasciato il mio arco
solo per mirare al mio petto. E il volatile è stato anche
il rettile; Quando le mie ali si dispiegavano al sole, la loro
ombra sulla terra era una tartaruga. E io, il credente, sono stato
anche lo scettico, Poichè sovente ho messo il dito nella
mia stessa piaga, per avere di voi la conoscenza e la fede più
profonde. Ed è con questa fede e questa conoscenza che
io dico, Voi non siete rinchiusi nel vostro corpo, nè confinati
nelle case o nei campi. Ciò che voi siete ha la sua dimora
tra le montagne ed erra nel vento. E non è qualcosa che
striscia al sole per scaldarsi o scava buche nel buio per trovare
rifugio. Ma qualcosa di libero, uno spirito che avvolge la terra
e muove nell'etere. Se queste sono parole vaghe, non cercate di
chiarirle. Vago e nebuloso è l'inizio di ogni cosa, ma
non la sua fine. E vorrei che mi ricordaste come un inizio. La
vita, e tutto ciò che vive, è concepito nella nebbia
e non nel cristallo. E chissà se il cristallo non è
la nebbia che si dilegua ? Nel ricordarmi, non scordatevi di questo:
Ciò che in voi sembra più fragile e confuso, è
invece più forte e determinato. Non è forse il respiro
che ha eretto e temprato la vostra struttura ? E non è
forse un sogno che nessuno di voi ricorda di aver sognato, ciò
che ha edificato la vostra città e modellato ogni cosa
in essa ? Se solo poteste vedere il flusso di questo respiro,
non vorreste vedere nient'altro. E se solo poteste udire il sussurro
di questo sogno, non vorreste ascoltare suono diverso. Ma voi
non vedete nè udite, e questo è bene. Il velo che
offusca i vostri occhi sarà sollevato dalla mano che lo
ha tessuto, E la creta che ostruisce le vostre orecchie sarà
rimossa dalle dita che l'hanno impastata. E voi vedrete. E voi
udirete. Ma non rimpiangerete di aver conosciuto la cecità,
nè di essere stati sordi. Poichè in quel giorno
conoscerete il fine nascosto. E benedirete l'oscurità come
avreste benedetto la luce. Dette queste cose si guardò
intorno e vide il timoniere in piedi vicino alla sbarra scrutare
ora le vele gonfie ora l'orizzonte. E disse: Paziente, troppo
paziente è il capitano della mia nave. Il vento soffia
e le vele sono inquiete; Anche il timone implora la sua rotta;
Tuttavia il mio capitano ha atteso con calma il mio silenzio.
E questi miei marinai, che già udivano il coro del mare
aperto, hanno saputo ascoltarmi pazienti. Non aspetteranno più
a lungo. Sono pronto. Il fiume ha raggiunto il mare, e ancora
una volta la grande madre accoglie il figlio nel suo grembo. Addio,
popolo d'Orfalese. Questo giorno è finito. Si chiude su
di noi come il giglio acquatico sul suo domani. Serberemo quello
che qui ci è stato donato, E se non sarà sufficiente,
ci ricongiungeremo per tendere ancora le mani verso colui che
dà. Tornerò a voi, non dimenticatemi. Sarà
tra breve, e il mio anelito raccoglierà polvere e saliva
per un altro corpo. Sarà tra breve, un attimo di calma
nel vento e un'altra donna mi partorirà. Addio a voi e
alla giovinezza trascorsa con voi. Appena ieri ci incontrammo.
Voi avete cantato per me nella mia solitudine e io ho costruito
una torre nel cielo con i vostri desideri. Ma ora il nostro sogno
è finito, è volato via il sonno e non è più
l'alba. Il mattino volge al termine, il nostro dormiveglia si
è trasformato nella pienezza del giorno, e dobbiamo separarci.
Se ancora una volta ci incontreremo nel crepuscolo della memoria,
parleremo nuovamente insieme, e il canto che voi intonerete sarà
allora più profondo. E se le nostre mani si toccheranno
in un altro sogno, costruiremo un'altra torre nel cielo. Così
dicendo fece un segnale ai marinai e subito essi levarono le ancore
e, liberata la nave dagli ormeggi, salparono verso oriente. E
un grido venne dal popolo come da un solo cuore, salì nel
crepuscolo e dal mare fu portato lontano come uno squillo di tromba.
Solo Almitra rimase in silenzio fissando la nave fino a che scomparve
nella foschia. E quando tutto il popolo si disperse lei restò
sola sul molo mentre nel suo cuore riaffioravano le parole: "Sarà
tra breve, un attimo di calma nel vento, e un'altra donna mi partorirà".
SABBIA E SPUMA
«Una perla è un
tempio costruito dalla sofferenza intorno a un granello di sabbia.
Quale anelito fu quello che edificò i nostri corpi, e intorno
a quali granelli?»
«Ebbi una seconda nascita
quando la mia anima e il mio corpo si congiunsero in matrimonio»
«Non si può toccare
l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte»
«Sette volte ho disprezzato
la mia anima. La prima volta, fu quando la vidi timorosa di poter
toccare l'altezza. La seconda volta, fu quando la vidi zoppicante
dinanzi allo storpio. La terza volta, fu quando le fu dato di
scegliere tra via ardua e via facile, ed essa scelse quella facile.
La quarta volta, fu quando commise un torto, e si confortò
pensando che anche altri commettono torti. La quinta volta, fu
quando diventò tollerante per debolezza, e attribuì
alla forza quella sua pazienza. La sesta volta, fu quando disprezzò
la bellezza di un volto, e non lo riconobbe come una delle sue
maschere. La settima volta, fu quando levò un canto di
lode, e ritenne che fosse questa una virtù»
«Voi bevete vino fino ad
esserne ebbri, mentre io ne bevo perchè mi faccia sobrio
di quell'altro vino»
«Quando la mia tazza è
vuota, mi rassegno a quel vuoto; ma quando è piena a metà,
io mi indigno per quella semi pienezza»
«La realtà dell'altro
non è in ciò che egli ti rivela, ma in ciò
che non riesce a rivelarti. Perciò, se vuoi capire l'altro,
non dare ascolto a ciò che egli ti dice, ma piuttosto a
ciò che egli non dice»
«Se veramente tu potessi
aprire gli occhi e vedere, vedresti l'immagine tua in ogni immagine.
E se veramente tu potessi aprire le orecchie ed ascoltare, sentiresti
in tutte le voci la tua voce»
«Devi molto più
dell'oro a colui che ben ti serve. Dagli qualcosa del tuo cuore,
o servilo a tua volta»
«La poesia non è
l'espressione di un'opinione. È canto che si leva da una ferita
sanguinante o da una bocca sorridente»
«Se canti la bellezza,
saresti ascoltato anche se ti trovassi nel cuore del deserto»
«Tutte le nostre parole
non sono che briciole che cadono dalla tavola imbandita della
mente»
«Come potrà mai
levarsi a benedire la tua mano, se essa è colma d'oro?»
«Dicono che l'usignolo
si trafigga il petto con una spina quando innalza un canto d'amore.
Tutti noi facciamo lo stesso. Come potremmo cantare altrimenti?»
«Il folle non è
un musico inferiore a voi o a me: solo che lo strumento che egli
suona è un po' scordato»
«Non sono mai andato del
tutto d'accordo col mio altro io. La verità sembra trovarsi
a metà strada»
«Non vi è contrasto
tra anima e corpo se non nelle menti di coloro che hanno l'anima
addormentata e il corpo fuori tono»
«Quando sarai giunto al
cuore della vita troverai bellezza in ogni cosa, anche negli occhi
ciechi alla bellezza»
«Getta un seme e la terra
ti porgerà un fiore. Sogna il tuo sogno rivolto verso il
cielo, ed esso recherà a te la tua amata»
«L'amore è un velo
sottile tra un innamorato e l'altro»
«Quelli che amano abbracciano
qualcosa che è in loro piuttosto che abbracciarsi tra loro»
«L'amore e il dubbio mai
scambiarono tra loro una parola»
«L'amore è una parola
di luce, scritta da una mano di luce su una pagina di luce»
«Se non comprendi il tuo
amico in ogni e qualsiasi circostanza, non potrai mai comprenderlo»
«Non ci comprenderemo mai
fra noi fino a che non avremo ridotto la nostra lingua a non più
di sette parole»
«Quando volgi le spalle
al sole, non vedi che la tua ombra»
«Sei libero dinanzi al
sole diurno, e libero dinanzi le stelle della notte; e sei libero
quando non vi sono nè sole nè luna nè stelle.
Sei libero finanche quando chiudi gli occhi su tutto ciò
che esiste. Ma sei schiavo di chi tu ami perchè lo ami.
E schiavo di chi ti ama perchè ti ama»
«Non potrai mai consumare
aldilà del tuo appetito. L'altra metà del tuo pane
appartiene all'altro; e, inoltre, bisognerebbe che restasse un
pezzetto per l'ospite inatteso»
«Se non fosse per gli ospiti,
ogni casa sarebbe una tomba»
«La generosità non
consiste nel donare a me ciò che è necessario più
a me che a te, ma nel donare a me ciò che è necessario
più a te che a me»
«Sei caritatevole, certo,
quando tu doni: ma mentre doni, gira il tuo capo, in modo che
tu non veda l'imbarazzo di colui che riceve»
«Quelli che vi offrono
un serpente mentre voi chiedete un pesce possono non aver altro
da offrirvi che dei serpenti. In tal caso, vi è generosità
da parte loro»
«L'astuzia può talvolta
aver successo, ma finisce sempre col commettere suicidio»
«Sarai uno che veramente
perdona quando saprai perdonare assassini che non spargono sangue,
ladri che non rubano, bugiardi che non mentono»
«Se il tuo cuore è
un vulcano, come puoi aspettarti che sbocci un fiore nelle tue
mani?»
«Che dire di colui che
è l'inseguitore, che recita invece il ruolo dell'inseguito?»
«Lascia che chi si pulisce
le mani insozzate con la tua veste si prenda pure la tua veste.
Potrà averne ancora bisogno; tu no, invece»
«Quanto spesso mi sono
incolpato di colpe che non avevo mai commesso, perchè gli
altri non si sentissero a disagio in mia presenza!»
«Anche le maschere della
vita sono maschere di un mistero più profondo»
«Puoi giudicare gli altri
solo sulla base della conoscenza che hai di te stesso. Ora dimmi:
'Chi tra noi è colpevole e chi non lo è?'»
«Il vero giusto è
colui che si sente sempre a metà colpevole dei misfatti
di tutti»
«È solo quando si è
inseguiti che si acquista velocità»
«Io non ho nemici, o Dio,
ma se devo averne uno fa' che la sua forza sia uguale alla mia
di modo che sia, a vincere, solo la verità»
«Si può forse commettere
suicidio per autodifesa»
«Fosse vero tutto quello
che si dice del bene e del male, la mia vita non sarebbe allora
che un continuo reato»
«La pietà è
solo giustizia dimezzata»
«Quando vedete un uomo
condotto in prigione dovreste dire: 'Forse costui sta fuggendo
da una più angusta prigione. E quando vedete un uomo ubriaco,
dovreste dire in cuor vostro: 'Forse cercava di fuggire da qualcosa
di ancora più orrendo»
«Spesso ho odiato per autodifesa;
ma se fossi stato più forte non avrei usato una simile
arma»
«Com'è stupido,
colui che vuole mascherare l'odio nei suoi occhi mettendo un sorriso
sulle sue labbra!»
«Solo quelli che sono al
di sotto di me possono invidiarmi o odiarmi. Nessuno mi ha mai
invidiato o odiato: non sono dunque al di sopra di nessuno. Solo
quelli che sono sopra di me possono lodarmi o sminuirmi. Nessuno
mi ha mai lodato o sminuito: non sono dunque al di sotto di nessuno»
«Quanto sono meschino,
quando la vita mi offre oro e io do a voi argento; e, intanto,
mi giudico un generoso!»
«Quando arriverete al cuore
della vita, troverete di non essere superiori al malvagio nè
inferiori al profeta»
«Più saggio sarebbe
per lo zoppo di non spezzare le sue grucce sulla testa del suo
nemico»
«Com'è cieco, colui
che cava fuori dalla sua tasca per te quello che potrebbe trarre
invece dal tuo cuore!»
«La vita è come
una processione. Chi è di piede lento, la trova troppo
veloce e si fa da parte; e chi è lesto di piede, la trova
troppo lenta e si fa anch'egli da parte»
«Se esiste qualcosa che
si chiama peccato, alcuni di noi lo commettono a ritroso seguendo
le orme dei nostri padri: altri lo commettono in precedenza con
l'opprimere di regole i nostri figli»
«Veramente è buono
è colui che si fa tutt'uno con coloro che sono considerati
malvagi»
«Tutti siamo prigionieri,
ma alcuni di noi stanno in celle con finestre, altri in celle
senza finestre»
«È strano come tutti noi
difendiamo i nostri torti con maggior vigore di quanto facciamo
con i nostri diritti»
«Se tutti noi ci confessassimo
a vicenda i nostri peccati, ridiremmo l'uno dell'altro per la
nostra assoluta mancanza di originalità. Se tutti noi ci
rivelassimo a vicenda le nostre virtù, ugualmente finiremmo
per ridere»
«Il governo è un
accordo fra te e me. Tu ed io siamo spesso in torto»
«Se l'altro ride di te,
potrai avere pietà di lui; ma se sei tu a ridere di lui,
non potresti mai perdonarti. Se l'altro ti ingiuria, potresti
dimenticare l'ingiuria; ma se sei tu a ingiuriare lui, starai
a ricordartelo per sempre. In verità l'altro è il
tuo io più sensibile trasferito in un altro corpo»
«Come ti mostri sconsiderato,
quando vorresti che gli uomini volassero con le tue stesse ali,
mentre tu non riesci a dare loro neppure una piuma!»
«Va a onore dell'assassinato
il fatto che egli non sia l'assassino»
«Mi considerano pazzo perchè
non voglio vendere i miei giorni in cambio di oro. E io considero
pazzi loro perchè pensano che i miei giorni abbiano un
prezzo»
«Si stendono davanti i
loro cumuli di oro e d'argento, di avorio e d'ebano, mentre noi
stendiamo davanti a loro i nostri cuori e i nostri animi. Eppure,
essi considerano se stessi come i padroni, e noi come ospiti»
«Preferirei essere il più
misero tra gli uomini e avere con me i miei sogni e il desiderio
di volerli soddisfare, piuttosto che essere l'uomo più
grande della terra e non avere nè sogni nè desideri»
«Colui che più suscita
commiserazione tra gli uomini è chi volge i suoi sogni
in oro e in argento»
«Non puoi giudicare nessuno
aldilà di quanto conosci di lui; ed è ben poco quel
che tu ne conosci»
«Non vorrei mai prestare
ascolto a un vincitore mentre fa la sua predica al vinto»
«Il vero uomo libero è
colui che sa sopportare pazientemente il peso della servitù»
«La solitudine è
una tempesta silenziosa che spezza tutti i nostri rami secchi;
e intanto spinge più in profondità le nostre radici
vive dentro il cuore vivo della viva terra»
«Com'è meschina
quella visione che esalta l'operosità della formica la
pone al di sopra del canto della cavalletta!»
«Quella che è considerata
qui la più alta virtù può essere l'ultima
in un mondo diverso»
«Quel che è profondo
e quel che è alto vanno giù in profondità
o su in altezza seguendo una linea retta; solo ciò che
ha larghezza può muoversi per cerchi»
«Se non fosse per il nostro
concetto di pesi e misure, staremmo in riverente ammirazione davanti
alla lucciola così come lo siamo davanti al sole»
«La morte non è
più prossima a chi è avanti negli anni di quanto
non lo sia per il neonato; e nemmeno la vita»
«Se, certo, dovete essere
schietti, siatelo sempre con garbo; altrimenti, restatevene in
silenzio, giacchè vi è sempre nei dintorni qualcuno
che sta morendo»
«In verità noi parliamo
solo a noi stessi, ma a volte lo facciamo a voce abbastanza alta
perchè anche gli altri ci possano udire»
«L'ovvio è quel
che non si vede mai, fino a che qualcuno non lo esprime con la
massima semplicità»
«Ogni grande uomo che ho
conosciuto aveva qualcosa di piccino nel suo comportamento; ed
era qualcosa di piccino che lo difendeva dall'accidia, dalla follia,
o dal suicidio»
«L'uomo veramente grande
è colui che non vuole esercitare il dominio su nessun altro
uomo, e che non vuole da nessun altro esser dominato»
«Non penserò che
un uomo sia mediocre solo perchè uccide i criminali e i
profeti»
«La tolleranza è
un amore malato d'alterigia»
«Un disaccordo può
essere la via più breve fra due spiriti»
«Io sono la fiamma e il
ramo secco: una parte di me consuma l'altra»
«Tutti cerchiamo la vetta
della montagna sacra; ma non sarà più breve il nostro
cammino se considereremo il passato una mappa e non una guida?»
«La saggezza cessa di essere
saggezza quando diventa troppo orgogliosa per piangere, troppo
austera per ridere e troppo piena di sè per veder altro
che se stessa»
«Se mi fossi riempito di
tutto quello che tu sai, quale spazio avrei per tutto quello che
non sai?»
«Ho imparato il silenzio
dai ciarlieri, la tolleranza dagl'intolleranti e la gentilezza
dagli scortesi; eppure, stranamente, non sento gratitudine per
tali maestri»
«Il silenzio dell'invidioso
è troppo rumoroso»
«Quando avrai toccato il
fondo di quel che dovresti conoscere, sarai solo all'inizio di
quel che dovresti sentire»
«L'esagerazione è
una verità che ha perso il controllo di sè»
«Se vedrete solo quello
che la luce vi rivela e udrete solo quello che il suono vi annuncia,
allora, in verità, non vedrete e non udrete»
«I più vicini al
mio cuore sono un re senza regno e un povero incapace di chiedere
l'elemosina»
«Un fallimento dignitoso
è più nobile di un successo arrogante»
«È la mente che cede alle
leggi da noi stessi stabilite, non lo spirito»
«Sono un viaggiatore e
un navigatore, e ogni giorno scopro qualche nuova regione dentro
la mia anima»
«Amico mio, tu e io rimarremo
estranei alla vita, e l'uno all'altro, e ognuno a se stesso, fino
al giorno in cui tu parlerai e io ascolterò, ritenendo
che la tua voce sia la mia voce; e quando me ne starò dinnanzi
a te pensando di stare davanti a uno specchio»
«Mi dicono: 'Se tu conoscessi
te stesso, conosceresti tutti gli uomini. E io dico: 'Solo quando
avrò cercato in tutti gli uomini, conoscerò me stesso»
«L'uomo è due uomini;
l'uno e sveglio nel buio, l'altro è addormentato nella
luce»
«Chi sa ascoltare la verità
non è da meno di colui che la sa esprimere»
«La generosità consiste
nel dare più di quanto tu possa, mentre l'orgoglio consiste
nel prendere meno di quanto ti sia necessario»
«In verità tu non
devi nulla a nessuno. Sei debitore di tutto nei confronti di tutti»
«Chi più a lungo
anela, più a lungo vive»
«La bellezza risplende
nel cuore di colui che ad essa aspira più che negli occhi
di colui che la vede»
«Ammiro l'uomo che mi rivela
il suo pensiero; onoro colui che mi parla dei suoi sogni. Ma perchè
divento timido, e un pò mi vergogno davanti a colui che
mi serve?»
«Gli angeli ben sanno che
molti uomini pratici mangiano il loro pane col sudore della fronte
del sognatore»
«Colui che ha comprensione
mi attribuisce comprensione, colui che è ottuso ottusità.
Penso che abbiano ragione entrambi»
«Solo quelli che serrano
segreti nei loro cuori potrebbero indovinare i segreti che sono
nei nostri cuori»
«Chi è disposto
a dividere con te il piacere ma non il dolore, perderà
la chiave per aprire una delle sette porte del Paradiso»
«Sì, esiste il Nirvana:
quando conduci il tuo gregge verso il verde pascolo, quando metti
a letto il tuo bambino, quando scrivi l'ultimo verso di una tua
poesia»
«La tristezza è
come un muro tra due giardini»
«Quando la nostra gioia
e il nostro dolore diventano più grandi, il mondo si fa
più piccolo»
«Il desiderio è
metà della vita; l'indifferenza è già metà
della morte»
«Ciò che ci è
più amaro del nostro dolore presente è il ricordo
della nostra allegrezza di ieri»
«La fede è un'oasi
del cuore che la carovana del pensiero non riuscirà mai
a raggiungere»
«Quando avrai raggiunto
la tua altezza, ancora proverai desiderio del desiderio; e avrai
fame nella fame, e avrai sete di una sete più grande»
«Se riveli al vento i tuoi
segreti, non devi poi incolpare il vento di rivelarli agli alberi»
«Le tartarughe potrebbero
raccontare delle strade più di quanto non potrebbero le
lepri»
«È strano come gli esseri
privi di spina dorsale abbiano gusci più duri»
«L'invidioso mi loda senza
saperlo»
«Mio padre e mia madre
desideravano un figlio, ed essi mi generarono. E io desideravo
una madre e un padre, e generai la notte e il mare»
«Una montagna celata dalla
nebbia non è una collina; una quercia nella pioggia non
è un salice piangente»
«Attenzione, ecco un paradosso:
ciò che è profondo e ciò che è alto
sono più vicini tra loro di quando non lo sia il centro
per l'uno e per l'altro»
«L'amore che non sgorga
incessante è sempre un amore che sta per morire»
«Un grande uomo ha due
cuori: uno per sanguinare, l'altro per sopportare»
«Dietro a ogni porta chiusa,
c'è un mistero sigillato con sette sigilli»
«L'attesa è il battito
degli zoccoli del tempo»
«Puoi dimenticare la persona
con cui hai riso, mai quella con la quale hai pianto»
«Se solo ti sollevassi
di un cubito al di sopra della razza, della nazione e dell'io,
diventeresti in verità simile a un dio»
«Ciò che desideriamo
e non possiamo conseguire ci è più caro di ciò
che abbiamo già conseguito»
«Se ti sedessi su una nuvola,
non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, nè
la linea di divisione fra una fattoria e l'altra. Peccato che
tu non possa sedere su una nuvola»
«In autunno raccolsi tutti
i miei dolori e li seppellii nel mio giardino. E quando Aprile
ritornò e il bel tempo si risposò con la terra,
crebbero nel mio giardino fiori bellissimi, diversi da tutti gli
altri. I miei vicini vennero a vederli, e mi dissero tutti: 'Quanto
tornerà l'autunno, e la stagione della semina, non vorresti
darci un po' dei semi di questi fiori per poterli piantare nei
nostri giardini?'»
«Sarebbe ben triste cosa
tendere una mano vuota agli uomini e non riceverne nulla; ma sarebbe
una cosa disperata tendere una mano piena e non trovare nessuno
che la riceva»
«Anelo all'eternità:
perchè lì troverò le mie poesie non scritte
e i quadri non dipinti»
«L'arte è un passo
che dalla natura va verso l'infinito»
«Un'opera d'arte è
una nebbia intagliata in un'immagine»
«Ogni uomo è il
discendente di tutti i re e di tutti gli schiavi che siano vissuti»
«L'amore della madre di
Giuda per suo figlio fu forse minore dell'amore di Maria per Gesù?»
«Ogni pensiero che sia
da me imprigionato in un'espressione dovrebbe poi essere liberato
tramite i miei atti»
«Il carattere degli artisti,
ed in particolar modo dei musicisti, è diverso da quello
degli altri. Non trovo giusto misurare il loro comportamento con
il metro del senso comune. L'artista, e per artista intendo colui
che riesce a dar nuove forme ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti,
è uno straniero fra la sua gente e persino fra i suoi amici.
Guarda ad est quando gli altri guardano ad ovest. Lui stesso non
può capire quello che lo tocca dentro. È triste fra chi
si diverte, ed è felice fra chi è malinconico. [..]
È al disopra delle regole, che agli altri piaccia o no»
«Che dire, dell'uomo che
mi schiaffeggia quando lo bacio sulla guancia e che si prostra
ai miei piedi quando lo percuoto?»
«Se vuoi essere più
vicino a Dio, stai più vicino alla gente»
«Vivere nello spirito è
schiavitù, a meno che lo spirito non diventi parte del
corpo»
«C'è chi pensa che
io ammicchi verso di lui, non capendo che socchiudo gli occhi
per evitare di vederlo»
«Verrà un tempo
in cui l'uomo rinnegherà la nostra parentela come oggi
noi neghiamo la nostra con le scimmie»
«Alcuni sentono con le
orecchie, altri con lo stomaco, altri ancora con le loro tasche;
ce ne sono poi altri che non sentono affatto»
«Se esistessero due uomini
perfettamente uguali, il mondo non sarebbe grande abbastanza per
accoglierli entrambi»
«La Verità è
figlia dell'Ispirazione; analisi e dibattito ci tengono lontani
dalla Verità»
«C'è chi cerca il
piacere nel dolore, e chi non può lavarsi che con la sporcizia»
«Non dobbiamo dimenticare
che siamo ancora abitanti delle caverne: le caverne sono i nostri
cuori»
«Possiamo cambiare con
le stagioni, ma le stagioni non potranno cambiare noi»
«Liberatemi da colui che
dice la verità solo ferendo, da chi si comporta irreprensibilmente
ma ha cattive intenzioni, da chi acquista stima di se stesso solo
vedendo l'errore degli altri»
«Il canto del mare termina
sulla riva o nei cuori di chi lo ascolta?»
«Il grado supremo dell'anima
è obbedire persino a ciò a cui la mente si ribella;
il grado più infimo è ribellarsi a ciò cui
obbedisce l'anima»
«L'uomo spirituale è
colui che ha avuto esperienza di tutte le cose terrene ed è
in rivoltacontro di esse»
«È strano che la virtù
mi procuri solo danni e che la malvagità non mi abbia mai
recato svantaggi. Eppure persevero entusiasta nella virtù»
«Se desideri vedere le
valli, sali sulla cima della montagna; se vuoi vedere la cima
della montagna, solle'vati fin sopra la nuvola; ma se cerchi di
capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa»
«Ascolta la donna quando
ti guarda, non quando ti parla»
«L'emozione è la
giovinezza del cuore, e la riflessione è la sua maturità;
ma l'oratoria è la sua senilità»
«Dura è la vita
di colui che desidera la morte ma che continua a vivere per amore
dei suoi cari»
«Come esiste un legame
fra il corpo e l'anima, così sono uniti il corpo e l'ambiente
che lo circonda»
«Non accontentarti di poco:
chi va con una caraffa vuota alla sorgente della vita, ne tornerà
con due piene»
«Dalla mia oscurità
si è fatta avanti una luce che mi ha illuminato il cammino»
«Le nostre anime percorrono
degli spazi nella Vita che il Tempo, invenzione dell'uomo, non
può misurare»
«La poesia è il
segreto dell'anima; perchè rovinarla con le parole?»
«La poesia è capire
la completezza; come farla capire, a chi concepisce solo il particolare?»
«La poesia è una
fiamma nel cuore; la retorica è fiocchi di neve; come possono
stare insieme, la fiamma e la neve?»
«Quando, nella sfortuna,
cerchi comprensione in chi ti sta accanto, gli fai dono di parte
del tuo cuore. Se è persona benevola ti ringrazierà,
altrimenti ti ricambierà col disprezzo.»
«Non si progredisce cercando
di migliorare ciò che già è stato fatto,
bensì cercando di realizzare ciò che ancora non
esiste»
«La verità che ha
bisogno di prove è solo mezza verità»
«Lungi da me la saggezza
che non piange, la filosofia che non ride, e l'orgoglio che non
china il capo di fronte a un fanciullo»
«Scrissi un verso sulla
sabbia con la bassa marea, ci misi tutta l'anima e tutto il mio
cuore. Con l'alta marea tornai per leggere ciò che avevo
scritto, ma potei leggervi solo la mia ignoranza.»
«È miope colui che vede
solo il sentiero su cui cammina, e solo il muro a cui si appoggia»
«Fai il bilancio del tuo
passato e troverai che sei ancora in debito verso la gente e verso
la vita»
«Quando ho piantato il
mio dolore nel campo della pazienza, esso mi ha dato il frutto
della felicità»
«L'arte è un passo
nella conoscenza verso l'ignoto»
«L'istruzione non sparge
semi dentro di noi, ma fa sì che i nostri semi germoglino»
«La macina può rompersi,
ma il fiume continuerà il suo cammino verso il mare»
«L'ispirazione è
percepire una parte del tutto con la parte del tutto che è
in te»
«Aver paura del diavolo
è uno dei modi di dubitare di Dio»
«La difficoltà che
incontriamo per raggiungere la nostra meta è il cammino
più breve per arrivarci»
«Ciò che chiamiamo
intelligenza, nella mente di alcuni è solo un'infiammazione
localizzata»
«Ciò che ritieni
brutto non è altro che il tradimento del tuo io esterno
nei confronti del tuo io interno»
«Perchè certa gente
prende a piene mani dal tuo mare per poi vantarsi del suo rigagnolo?»
«Libero è colui
che sopporta con pazienza il fardello della schiavitù»
«Le massime rimangono insignificanti
finchè non si concretizzano in abitudini»
«L'umanità è
divinità divisa all'esterno e interiormente unita»
«Chi crea non presta attenzione
a chi lo critica, a meno che non diventi arido inventore»
«Il giusto è vicino
al cuore della gente, ma il misericordioso è vicino al
cuore di Dio»
«La mancanza di regole
deriva o dalla follia o dalla genialità»
«La povertà è
un'indisposizione momentanea, ma la ricchezza è una malattia
cronica»
«Il ricordo è una
pietra che ostacola il cammino della speranza»
«La poesia è la
luce di un lampo; quando è solo un accostamento di parole,
diventa semplice composizione»
«Se non fosse per la nostra
vista ed il nostro udito, la luce ed il suono non sarebbero che
confusione e pulsazione dello spazio; allo stesso modo, se non
fosse per il cuore che ami, saresti solo polvere sottile alzata
e dispersa dal vento»
«Il più utile degli
uomini è quello che è distante dalla gente»
«Se esistere non fosse
stato preferibile al non esistere, non vi sarebbero esseri viventi»
«Vedrai che tutto sarà
meraviglioso, quando giungerai alla fine del tuo pellegrinaggio,
e lo sarà anche agli occhi di colui che mai vide bellezza»
«Ci sono due tipi di poeti:
l'intellettuale con una personalità acquisita, e l'ispirato
che esisteva come essere anche prima di intraprendere il cammino
umano. Ma la differenza fra intelligenza ed ispirazione è
la stessa che esiste fra unghie affilate che strappano la pelle
e labbra eteree il cui bacio allevia i dolori del corpo»
«Per capire il cuore e
la mente di una persona, non guardare a ciò che ha raggiunto,
ma a ciò cui aspira»
«Chi fissa lo sguardo su
immagini piccole e vicine, troverà difficoltà nel
vedere e distinguere quelle grandi e lontane»
«Siamo tutti guerrieri
della battaglia della Vita, ma alcuni conducono e altri seguono»
«Il corpo è la cenere
del fuoco dell'anima»
«La penna è uno
scettro. Ma come sono pochi i re, fra gli scrittori!»
«La farfalla continuerà
a librarsi sui campi e la goccia di rugiada brillerà ancora
sull'erba quando le piramidi saranno oramai appiattite e non esisteranno
più i grattacieli di New York»
«Il migliore fra gli uomini
è colui che arrossisce quando lo lodi e rimane in silenzio
quando lo diffami»
«Il chimico che riuscirà
ad estrarre dagli elementi del suo cuore la compassione, il rispetto,
il desiderio, la pazienza, il rimpianto, la sorpresa e il perdono,
per riunirli in un unico composto, avrà creato quell'atomo
chiamato Amore»
«Chi ha bisogno di incitamento
per fare un'azione nobile, non riuscirà a farla mai»
«I forti crescono in solitudine,
mentre in solitudine i deboli perdono sempre più vigore»
«Dicono che capendo noi
stessi, capiremo meglio gli altri. Ma io vi dico: amando gli altri,
impareremo qualcosa in più su noi stessi»
«L'ottimista vede la rosa
e non le spine; il pessimista si fissa sulle spine, dimentico
della rosa»
«La vita ci occupa con
aspirazioni e desideri; dobbiamo lottare per realizzare le ambizioni
ed esaudire i desideri della vita, che lo si voglia o no»
«Quando l'uomo inventa
una macchina, la fa funzionare; in seguito è la macchina
che fa funzionare l'uomo, ed egli diventa schiavo della sua schiava»
«L'oratoria è abilità
della lingua che vince l'orecchio, ma l'eloquenza è l'unione
del cuore con l'anima»
«L'arte ebbe inizio quando
l'uomo cominciò a glorificare il sole con l'inno della
gratitudine»
«Il valore dell'uomo risiede
nelle poche cose che crea, non nei tanti possedimenti che riesce
ad ammassare»
«La fede coglie la verità
molto prima dell'esperienza»
«La maggior parte degli
scrittori usa toppe prese dal dizionario per rammendare i loro
lisi pensieri»
«Le inibizioni e i divieti
religiosi recano più danno che l'anarchia»
«Le reti delle leggi sono
state create solo per catturare i piccoli delinquenti»
«La castità del
corpo può equivalere alla povertà dello spirito»
«Temiamo la morte, eppure
tutti desideriamo del sonno e dei bei sogni»
«C'è gente che è
troppo attenta per rubare ciò che ti appartiene, e nonostante
questo non trova niente di male nel travisare i tuoi pensieri»
«Il nostro dolore per chi
è morto può essere una sorta di gelosia»
«Tutti noi ammiriamo la
forza, ma la maggioranza ne è più colpita quando
essa non ha forma nè stabilità. Pochi sono coloro
che rispettano la forza quando è ben definita e ha scopi
significativi»
«Possiamo ancora vedere
la luce di stelle che non esistono più da secoli. Così
ancora ci raggiunge il fulgore della personalità dei grandi
che sono morti oramai da secoli.»
«La forza e la tolleranza
sono compagne»
«L'amore e il vuoto, in
noi, sono come i flussi delle maree»
«L'uomo può solo
scoprire; non potrà, nè mai avrà la volontà,
di inventare qualcosa» (?)
«Il compito della filosofia
è quello di trovare la via più breve tra due punti»
«In una costruzione, la
pietra più solida è quella che si trova più
in basso nelle fondamenta»
«Quando ho scritto sulla
mia porta: lasciate fuori le tradizioni prima di entrare, neanche
un'anima ha osato venirmi a visitare, o anche solo aprire la porta»
«Ho imparato ad osare dall'indolenza
del mio popolo»
«È degnissimo di lode colui
che ingiustamente ne è privato dalla gente»
«Il vero uomo religioso
non abbraccia una religione; e quello che ne abbraccia una, non
ha religione»
«Non confondere il dono
che in realtà è un insulto con il dono come pegno
di rispetto»
«L'essenza di ogni cosa
sulla terra, visibile o invisibile, è spirituale. Entrando
nella città invisibile, il mio corpo è coperto dallo
spirito. Chi cerca di separare il corpo dallo spirito, o lo spirito
dal corpo, allontana il suo cuore dalla verità. Il fiore
e la sua fragranza sono un'unica cosa; è cieco colui che
nega il colore e l'immagine del fiore, affermando che possiede
solo la fragranza che si spande nell'aria. È lo stesso atteggiamento
di quelli che, privi dell'olfatto, considerano il fiore solo per
la sua forma e per i suoi colori, trascurando il profumo. Tutto
ciò che si trova nel creato, esiste anche dentro di te,
e tutto ciò che hai dentro esiste nel creato. non vi è
alcun confine fra noi e le cose più vicine, ma ciò
che è più importante: la distanza non è sufficiente
a separarci dalle cose più lontane. Ogni cosa, dalla più
bassa alla più sublime, dalla più piccola alla più
grande, esiste dentro il tuo essere, senza differenze. Nell'atomo
si possono trovare tutti gli elementi della terra. La goccia d'acqua
contiene tutti i segreti degli oceani. In un moto della mente
si trovano tutti moti di tutte le leggi dell'esistenza»
«La vita spirituale, nella
sua formazione, procede gradualmente dagli esperimenti scientifici,
alle teorie intellettuali, fino al sentimento spirituale, e quindi
a Dio»
«L'albero che cerca di
ingannare la vita vivendo nell'ombra, avvizzisce quando lo si
trapianta al sole»
«Le lingue, i governi e
le religioni, sono creati dalla polvere dorata che si leva dai
lati della strada su cui procede la magnifica vita dell'uomo»
«Il vasaio può creare
una caraffa con la creta, ma non può far niente con la
sabbia e con la ghiaia»
«Il modo di dar nuovo vigore
aduna lingua si trova nel cuore del poeta, sulle sue labbra e
fra le sue dita. il poeta è il mediatore fra il potere
creativo e la gente. Egli è il cavo attraverso il quale
passano le notizie del mondo dello spirito al mondo della concretezza.
Il poeta è il padre e la madre della lingua, e la segue
ovunque vada. Quando il poeta muore, essa rimane prostrata sulla
sua tomba, in lacrime, abbandonata, finchè non arriva un
altro poeta a risollevarla»
«I morti tremano davanti
alla tempesta, ma i vivi camminano con essa»
«Ci sono misteri nell'anima
che nessuna ipotesi può scoprire, nè nessuna intuizione
può rivelare»
«Quanto mi sento distante
dalle persone quando sono con loro, e come le sento vicine quando
sono lontane!»
«L'amore, come la morte,
cambia tutto»
«L'anima di certa gente
ricorda le lavagne di scuola sulle quali il tempo traccia segni,
regole ed esempi che una spugna bagnata subito cancella»
«La musica vera è
quella che rimane nell'orecchio di chi l'ascolta, dopo che il
cantore ha terminato il suo canto, e quando lo strumentista ha
finito di toccare le corde»
«Che devo pensare di colui
che mi chiede in prestito del denaro per acquistare una spada
che userà contro di me?»
«Il nero disse al bianco:
se tu fossi grigio, sarei clemente con te»
«Molte persone che conoscono
il prezzo di ogni cosa, ne ignorano del tutto il valore»
«Ogni uomo ha la sua storia
scritta sulla fronte, ma solo chi ha ricevuto la rivelazione può
decifrare la lingua in cui è scritta»
«La libertà di chi
se ne vanta è schiavitù»
«La rudezza di alcuni è
preferibile alla mellifluità di altri»
«Chi aborrisce ciò
che non può comprendere è come colui che, febbricitante,
non riesce a gustare il più prelibato dei cibi»
«Il lupo fa dell'agnello
la sua preda nel buio della notte, ma alla luce del giorno rimangono
le macchie di sangue ad accusarlo»
«La verità è
la volontà e il proposito di Dio nell'uomo» (?)
«È un traditore colui che
utilizza la parola di Dio per estorcere denaro.. ipocrita chi
usa la croce come una spada.. un lupo mascherato da agnello..
un goloso che ama più la tavola che l'altare.. una creatura
affamata d'oro che inseguirebbe una moneta che rotola sin nelle
terre più remote.. è un impostore che ruba a vedove
ed orfani. È un essere mostruoso, dal becco d'aquila, gli artigli
di tigre, i denti di iena e zanne di vipera»
«Dio ha collocato nei nostri
cuori una fiaccola che risplende di conoscenza e di bellezza;
è peccato lasciar morire la fiamma e seppellirla fra la
cenere»
«Dio ha dotato lo spirito
di ali per farlo volare nel vasto firmamento d'Amore e Libertà.
Com'è indegno troncare con le mani quelle ali, e lasciar
che lo spirito soffra strisciando sulla terra come un verme»