La Sala meditazione dell’ONU è una sala carica di suggestione, un luogo sacro e magnetico dove l’anima vibra

La sala della meditazione delle Nazioni Unite è costruita a forma di piramide tronca. Nel centro vi è un altare fatto di magnetite, il più grande frammento naturale di magnetite mai estratto.

Il murales misterioso, che pare raffigurare un serpente, aiuta i “fedeli” ad entrare in contatto con energie esoteriche e a raggiungere uno stato di coscienza alterato. E’ una sala carica di suggestione, un luogo sacro e magnetico dove l’anima vibra.

La Camera di Meditazione, o stanza della quiete, e’ una saletta aperta al pubblico, sita in prossimita’ dell’ingresso al piano terra del palazzo di vetro. Per accedervi occorre oltrepassare una porta di cristallo sorvegliata da 2 poliziotti, percorrere quasi al buio circa 6 metri di corridoio e girare a dx dove inizia la stanza. La stanza e’ insonorizzata e si presenta priva di finestre, a forma di tronco di piramide adagiato su un fianco con la base minore occupata da un disegno composto da 22 triangoli. Il trapezio che costituisce il pavimento della Camera , a sua volta ha le seguenti misure; base maggiore lunghezza 6 mt, base minore lunghezza 3 mt e altezza 9 mt. Prolungando idealmente i due lati obliqui del trapezio oltre lo spazio dell’affresco, essi si incrociano a definire il vertice di un triangolo la cui altezza rispetto alla base, con semplice figurazione geometrica, si ricava essere 18 mt. Il numero 18 secono E. Levi rappresenta il dogma religioso che e’ tutto poesia e mistero.

Nel centro geometrico della stanza giace un blocco monolitico di magnetite perfettamente squadrato , dono del re di Svezia ad Hammarskjold , del peso di 6,5 tonnellate e dimensioni all’incirca di ; m 1,70×1,20×0,60. Si tratta di un grosso magnete naturale, che si appoggia su un basamento posto in contatto con la roccia della fondazione onde formare un corpo unico con la terra. La camera e’ illuminata debolmente per far si che risalti la luce di una sorgente luminosa nascosta che, dal soffitto, proietta un fascio di luce sulla superficie piana lavorata della pietra.

Ci sono 10 posti a sedere, il che richiama alla simbologia del 10 e alla tetractis pitagorica. Il 22 invece ci riporta ai 22 arcani maggiori.

La stanza e’ stata visitata da Giovanni Paolo II, dall’attuale papa, e da capi di stato di ogni nazione. Dalai Lama compreso.

Una curiosità: Il monolito nero ci ricorda vagamente l’entità divina aliena presente nel romanzo di fantascienza 2001 Odissea nello Spazio scritto da Arthur C. Clarke, dal quale è poi stato realizzato il famoso film di Kubrick

Qui sotto il discorso del segretario generale dell’ONU Dag Hammarskjold (1905-1961) sul senso della sala di meditazione :

Questa è una sala dedicata alla pace e a coloro che danno la vita per la pace. un luogo di quiete dove solo i pensieri dovrebbero aver voce.

Ciascuno di noi si porta dentro un nocciolo di quiete, circondato di silenzio.

Questo palazzo, dedicato al lavoro e alla discussione al servizio della pace, deve avere una sala dedicata al silenzio, in senso esteriore, e alla quiete in senso interiore.

L’obiettivo è stato creare in questa saletta un luogo le cui porte possano essere aperte ai terreni infiniti del pensiero e della preghiera.

Qui si incontreranno persone di fedi diverse, e per questo motivo non si potrà usare nessuno dei simboli cui siamo abituati nella nostra meditazione.

Esistono però cose semplici, che parlano a tutti noi nella stessa lingua. Abbiamo cercato questo tipo di cose, e crediamo di averle trovate nel raggio di luce che colpisce la superficie scintillante della roccia massiccia.

Al centro della sala, dunque, si vede un simbolo di come, a temrpo debito. La luce del cielo dà la vita alla terra su cui tutti ci troviamo: un simbolo, per molti di noi, di come la luce dello spirito dà vita alla materia.

Ma la roccia al centro della sala ci dice anche altro. Possiamo vederla come un altare, vuoto non perché non vi sia un Dio, non perchè si tratti di un altare ad un dio sconosciuto, ma perché è dedicata al Dio che l’uomo adora dandogli molti diversi nomi e molte diverse forme.

La roccia al centro della sala ci ricorda anche di ciò che è stabile e permanente, in un mondo di movimento e mutamento. Il blocco di minerale ferroso ha il peso e la solidità di ciò che dura per sempre. Ricorda quella pietra angolare di resistenza e di fede su cui deve basarsi ogni impegno umano.

Il materiale di cui è fatta la roccia porta i nostri pensieri a considerare la necessità di una scelta fra distruzione e costruzione, tra guerra e pace. Con il ferro l’uomo ha forgiato le sue spade, ma ha anche creato gli aratri. Con il ferro ha costruito i carri armati, ma anche le case dell’uomo. Il blocco di minerale ferroso è parte della ricchezza che abbiamo ereditato su questa nostra terra. In che modo dobbiamo farne uso?

Il raggio di luce colpisce la roccia in una sala di una semplicità totale. Non vi sono altri simboli, nulla che distragga la nostra attenzione o irrompa nella nostra quiete interiore. Quando lo sguardo si muove da questi simboli verso la parete di fronte, incontra un disegno semplice, che apre la sala all’armonia, alla libertà, all’equilibrio dello spazio.

Secondo un antico detto, il senso di un vaso non è il suo guscio, ma il vuoto. In questa sala è proprio così. La sala è dedicata a coloro che si recano qui per riempire il vuoto, con ciò che riescono a trovare nel loro centro interiore di quiete.