Cucciolo di orso polare si aggrappa alla mamma durante la sua prima volta sulla neve

Che fannullone!

Quando l’orsa polare madre ha deciso di fare una corsa in discesa in neve fresca, il suo cucciolo di 4 mesi ha pensato bene di chiedere un passaggio … sul suo sedere. 🙂 🙂 🙂

orso polare vede la neve per la prima volta orso polare vede la neve per la prima volta orso polare vede la neve per la prima volta orso polare vede la neve per la prima volta orso polare vede la neve per la prima volta orso polare vede la neve per la prima volta

Daisy Gilardini, la regina dei ghiacci

La sua passione per la natura l’ha portata fino agli estremi del mondo. Ex contabile, da oltre 14 anni Daisy Gilardini viaggia con la sua macchina fotografica tra Artide e Antartide per documentare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Ritratto di un’artista.

«Avevo 18 anni quando ho preso in mano la prima macchina fotografica. Capodanno, Parigi, i Campi Elisi…. È stato amore a prima vista e da allora non l’ho più lasciata».

Da piccola sognava di fare la veterinaria. Ora sfida il freddo e il gelo per fotografare orsi polari e pinguini, iceberg alla deriva e vulcani in eruzione. «Fare fotografia per me significa innanzitutto essere a contatto con la natura, afferrarne l’energia e l’essenza», ci racconta Daisy Gilardini, di ritorno da una spedizione in Antartide.

«Avevo appena vent’anni quando ho intrapreso il mio primo viaggio come fotoreporter. Zaino in spalla, a spasso per l’India e le Maldive». Nata e cresciuta nel canton Ticino, Daisy Gilardini ha ottenuto il diploma di esperta in contabilità e finanza, prima di aprire la sua fiduciaria e buttarsi a capofitto nel mondo degli affari. La sua passione per il viaggio però è andata crescendo. «Malgrado gli impegni professionali, ho sempre cercato di ritagliarmi i miei spazi e di prendere il volo per alcuni mesi l’anno. Fino al 2006, quando ho finalmente deciso di mollare tutto e di inseguire il mio sogno: fare della fotografia la mia professione».

Oggi, Daisy Gilardini vive praticamente sei mesi l’anno sotto zero, ma il fuoco della passione riesce ancora a riscaldarle anima e corpo. «Mi considero una specialista delle terre estreme e anche se a qualcuno potrà sembrare strano, non mi stanco mai di ammirare lo spettacolo offerto dalla natura», spiega sorridendo. «Sono convinta che solo credendo profondamente nel proprio lavoro, nei propri principi, e soprattutto nei propri sogni, si possa riuscire ad dare un senso profondo alla propria vita. Nelle mie fotografie ci metto amore e passione: solo così riesco a cogliere l’attimo e trasmettere emozioni tramite i miei scatti». Un credo che le ha permesso di vedere pubblicate le sue opere su alcune tra le più importanti riviste naturalistiche al mondo, prima tra tutte ilNational Geographic.

La passione per il ghiaccio

In oltre 21 anni di carriera fotografica Daisy Gilardini ha visitato più di 65 paesi: dalle Galapagos al Madagascar, passando per le Isole Falkland e la Groenlandia. Ad appassionarla, però, sono soprattutto i ghiacciai, le distese bianche e gli animali polari.

«Mi sono sempre piaciuti il freddo e la neve, fin da piccola» ricorda la fotografa ticinese. «Quando avevo quattro anni ho ricevuto in regalo una piccola foca di peluche. Mia madre mi raccontava la storia di questa foca, io chiudevo gli occhi e sognavo di partire alla scoperta del suo mondo, di vedere con i miei occhi la sua casa».

Un sogno che si è realizzato nel 1997 quando ha compiuto la prima spedizione in Antartide su una nave rompighiaccio. Da allora, Daisy Gilardini ha trascorso la maggior parte del suo tempo tra i ghiacci dell’Antartide e dell’Artide. «Ho risparmiato sette anni prima di potermi permettere una spedizione in Antartide, ma ne è valsa davvero la pena. È stato il viaggio che mi ha cambiato la vita e fatto scoprire un nuovo mondo».

A bordo di queste navi da ricerca e rompighiaccio, Daisy Gilardini ha un ruolo del tutto speciale: oltre ad immortalare il paesaggio, insegna infatti fotografia ai passeggeri. Un compromesso per poter visitare zone del mondo altrimenti inaccessibili. «Il prezzo del biglietto parte dai 5’000 dollari fino ad oltre 40’000, a dipendenza della nave, dell’itinerario e della lunghezza del viaggio. A bordo ci sono persone estremamente interessanti che hanno viaggiato praticamente in tutto il mondo e a cui non restano che gli estremi».

Al Polo Nord, con gli sci

Agli estremi del mondo Daisy Gilardini non ci è andata però soltanto su un rompighiaccio. Nel 2006 ha trascorso 15 giorni sulla calotta polare artica cercando di raggiungere il Polo nord con gli sci, trainando una slitta. «È stata l’esperienza più estrema ed incredibile della mia vita, che mi ha fatto capire profondamente le regioni polari.»

Tre anni dopo, Daisy Gilardini è tornata sulla banchisa polare per un altro incarico fotografico, che l’ha messa di fronte a un’esperienza davvero estrema. «Durante un raid fotografico di due giorni a Nord del campo base, per una serie eventi ed errori di valutazione banali, sono andata in ipotermia. Un’esperienza veramente toccante e profonda. Se fossi stata sola sarei sicuramente morta nel giro di qualche ora».

I rischi fanno comunque parte del mestiere, ammette Daisy Gilardini, e malgrado la paura, la voglia di viaggiare è rimasta sempre la stessa. «Se non ho un biglietto d’aereo sulla mia scrivania non mi sento bene, inizio ad agitarmi, a chiedermi “cosa c’è che non va”… È una condizione mentale. Devo sempre aver pianificato un viaggio per poter star bene con me stessa».

La forza delle immagini

Le fotografie di Daisy Gilardini non sono soltanto un piacere per gli occhi, ma anche una testimonianza silenziosa degli effetti dei cambiamenti climatici. «La calotta polare artica si sta sciogliendo ad un ritmo impressionante e negli ultimi 30 anni si è dimezzata sia in superficie che in spessore. Al giorno d’oggi, purtroppo, si trovano orsi bianchi annegati perché non hanno più ghiaccio su cui potersi riposare», spiega la fotografa ticinese.

«Anche in Antartide la situazione è drammatica. Il surriscaldamento dell’aria (+2°C negli ultimi 30 anni nella Penisola Antartica) porta ad un maggiore evaporazione e ad un conseguente aumento delle precipitazioni nevose». Con quali conseguenze? «Le conseguenze per i pinguini sono drammatiche. Questi animali necessitano infatti di una superficie rocciosa per poter nidificare. Con l’innalzamento dello spessore della neve sono costretti a percorrere tragitti sempre più lunghi ed impervi per poter raggiungere le sommità più esposte e quindi libere dal manto nevoso. Questo causa un ritardo nel processo di riproduzione nonché un’alta mortalità sia tra gli adulti (esausti per i tragitti che devono percorrere per nutrire la loro prole), che tra i pulcini (nutriti con una minor frequenza). Negli ultimi 30 anni, la popolazione dei pinguini di Adelia è diminuita del 70%».

Per Daisy Gilardini, la fotografia non è soltanto una passione ma è anche e soprattutto un impegno sociale e morale. «In oltre 14 anni di spedizioni polari –  15 in Antartide e 23 in Artico – ho cercato di testimoniare le bellezze della natura, ma anche i cambiamenti climatici in corso. Il mio entusiasmo e la mia passione per la natura sono cresciuti in una missione personale per la salvaguardia dell’ambiente e spero che i miei scatti possano inspirare gli altri nel rispetto e la preservazione del nostro fragile pianeta».

Daisy Gilardini

Origini:

Nata e cresciuta nel canton Ticino (1968, Svizzera), Daisy Gilardini ha iniziato la sua carriera di fotoreporter nel 1989, durante un viaggio in India. In 21 anni di carriera fotografica, ha girato più di 65 paesi nel mondo.

Passione:

Nel 1997 si reca per la prima volta nell’Antartide e da quel momento trascorre gran parte del suo tempo a fotografare le regioni polari.

Lavoro: Le immagini di Daisy Gilardini sono state pubblicate, tra l’altro, da National Geographic, BBC Wildlife, Nature’s Best, World Wildlife Found.

Riconoscimenti: Il suo lavoro è stato premiato nei più prestiogiosi concorsi fotografici internazionali come l'”IPA International Photography Award”, il “BBC Wildlife photographer of the year” e il “Travel Photography of the Year”.

Responsabilità: Per il suo impegno a favore dell’ambiente, nel 2009 Daisy Gilardini è entrata a far parte della International League of Conservation Photographers (www.ilcp.com)

Nel 2010 è stata accettata quale membro del prestigioso

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