Riflessioni Sondaggi

SCIARE E’ COME DANZARE

Lo sci è una danza è la montagna è il tuo partner.
(Anonimo)

Nello sci dovete usare il cervello, che è la parte più importante della vostra attrezzatura.
(Kevin Andrews e Warren Miller)

Qualunque sia il grado di abilità che uno sciatore può possedere, non dovrebbe mai dimenticare che i suoi sci sono dopo tutto solo uno strumento, un mezzo attraverso il quale egli può godere l’inverno in tutto il suo splendore e la robustezza, respirando l’aria fresca e pulita, incontrando altri esseri umani nel loro vero carattere, e dimenticando tutti i problemi che affliggono la nostra meschina civiltà . Queste sono alcune delle ragioni per le quali lo sci non è solo uno sport – è un modo di vivere .
(Otto Schniebs)

Non c’è niente al mondo come uscire su un incontaminato, aperto, vergine pendio di montagna sopra una spessa coltre di neve fresca in polvere. Dà una sensazione suprema di libertà, di mobilità. Una grande sensazione di volare, come muoversi ovunque in un grande paradiso bianco.
(Hans Gmoser)

Sciare fuori pista non è un divertimento, è vita vissuta al massimo, in un lampo di realtà.
(Dolores La Chapelle)

Scoprii, che non ero io che facevo girare gli sci, ma che era la neve – o piuttosto era la neve e la gravità insieme che li facevano girare. A quel punto smisi di cercare di controllare gli sci e rivolsi la mia attenzione verso queste forze.
Gli avvallamenti e le forme della terra automaticamente mostrano la via da seguire; e per degli abili sciatori esisterà una sola e perfetta linea per ognuno di essi, così che tutti possano sciare insieme alla massima velocità e volteggiare con gli altri e con la terra.
(Dolores La Chapelle)

Quando questa ritmica relazione tra neve e gravità si è realizzata su di un pendio ripido non esiste più un io, una montagna, così come la neve, ma esiste solo una continua e fluente interazione. So che questo processo non ha confini. Le mie azioni formano un continuum con le azioni della neve e della gravità. Non posso dire esattamente dove le mie azioni finiscano ed inizi la neve o dove e quando intervenga la gravità.
(Dolores La Chapelle)

La gloria di sciare nella neve vergine, di essere il primo a segnare la polvere bianca con la firma della tua discesa.
(Tim Cahill)

Non attaccare la montagna, fai l’amore con la montagna, accarezzala
(Anonimo)

Se è troppo ripida, sei troppo vecchio.
(Anonimo)

Scendi ora – o sari semplicemente un anno più grande quando lo farai.
(Anonimo)

 

Svegliarsi alle 5 con il buio per andare a sciare è dura. Svegliarsi alle 5 con il buio per andare a lavorare è durissima.
(Kristian Ghedina)

La prima volta che sono andato a sciare non è stato un esordio felice: ho rotto una gamba. Per fortuna non era la mia.
(Michael Green)

 

Anche una pessima giornata di sci batte una buona giornata in ufficio.
(Anonimo)

 

 

 

 

 

Quando qualcuno ti dirà che non c’è niente di impossibile, digli di mettersi gli sci in spalla e di passare attraverso una porta girevole.
(Anonimo)

Appena sono uscito di prigione, sono andato a sciare.
Appena la mia gamba rotta è guarita, sono andato a sciare.
E’ lì che devo andare per far tornare le cose a posto.
Il resto del mondo è caos totale.
(Glen Plake)

Ho spiegato a mio nipote cos’è il compromesso: “Se, per le vacanze, tua mamma vuole andare al mare, e tuo papà invece in montagna, il compromesso è che si va al mare, ma il babbo può portarsi gli sci”.
(Dino Verde)

Riflessioni

FAI ATTENZIONE: QUELLO CHE FAI TI RITORNA

Frasi, citazioni e aforismi sul karma
Io credo nel karma. Credo che si riceve ciò che si è dato.
(Randy Pausch)

Le persone ignoranti pensano di poter agire in modo cattivo e farla franca. Quello che non capiscono è quello che noi diamo ci torna indietro! Adoro l’odore del karma nell’aria.
(Anonimo)

Ognuno è responsabile di ciò che accade e ha il potere di decidere che cosa vuole essere. Quello che siete oggi è il risultato delle vostre decisioni e scelte passate. Quello che sarete domani sarà il risultato delle vostre azioni di oggi.
(Swami Vivekananda)

Noi entriamo in questa vita con l’esperienza di un’altra vita, e la fortuna o la sfortuna di quest’esistenza sono il risultato delle nostre azioni in un’esistenza precedente
(Swami Vivekananda)

“Le macine del Signore macinano lente… ma fino all’ultimo granello”. La legge di causa ed effetto opera infatti affinché ognuno di noi abbia a raccogliere, vita dopo vita, ciò che ha seminato.
(Anonimo)

Semina un pensiero e raccoglierai un’azione, semina un’azione e raccoglierai un’abitudine, semina un’abitudine e raccoglierai un carattere, semina un carattere e raccoglierai un destino.
(Legge del Karma)

Non contare ogni giorno che passa per ciò che raccogli, ma contalo per ciò che semini.
(Robert Louis Stevenson)

Non trascurare le piccole buone azioni, pensando che non sono di alcun beneficio; anche le piccole gocce di acqua alla fine riempiranno una grande nave. Non trascurare le azioni negative solo perché sono piccole; per quanto piccola possa essere una scintilla, può bruciare un pagliaio grande come una montagna.
(Buddha)

Ogni azione della nostra vita tocca qualche corda che vibra in eterno.
(Edwin Hubbel Chapin)

– “Quando un uomo, una volta morto, la parola è entrata nel fuoco, il respiro nell’aria, l’occhio nel sole, la mente nella luna, l’orecchio nel cielo, il corpo nella terra, l’ātman nello spazio etereo, i peli nelle erbe, i capelli negli alberi, il sangue e lo sperma nelle acque, dove si trova quest’uomo?”
– “Prendimi la mano, amico Ārthabhāga, noi soli possiamo sapere queste cose, non dobbiamo parlarne pubblicamente”.
E lasciarono l’assemblea parlando tra loro. E parlavano del karma, e mentre lodavano, il karma lodavano: si diventa buoni (si genera merito) con le azioni (karman) buone, si diventa cattivi (si genera il male) con le azioni cattive.
(Upanishad)

Qualunque cosa facciamo depone un seme nella nostra coscienza più profonda, e un giorno quel seme crescerà.
(Sakyong Mipham)

Le mie azioni sono i miei unici veri effetti. Non riesco a sfuggire alle conseguenze delle mie azioni. Le mie azioni sono il terreno su cui mi trovo.
(Thich Nhat Hanh)

Il karma non è una punizione o una ricompensa, ma una naturale conseguenza delle scelte di vita fatte consapevolmente o inconsapevolmente. Qualunque sofferenza o piacere che l’anima potrebbero sperimentare nella vita attuale è causato da scelte che ha fatto in passato
(Herman Kuhn)

Gli uomini non sono puniti per i loro peccati, ma dai loro peccati.
(Elbert Hubbard)

Il karma è dire buone parole, pensare buoni pensieri, fare buone azioni.
(Anonimo)

Una strada c’è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici “oh, guarda, c’è un filo”. Quando vivi non lo vedi il filo, eppure c’è. Perché tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.
(Tiziano Terzani)

In confronto con la reincarnazione ed il karma, tutte le altre opinioni sembrano piccole e trascurabili.
(Richard Wagner)

Spesso persone virtuose sono perseguitate da gravi difficoltà e sventure, mentre criminali e malvagi impenitenti vivono beati, ricchi e senza paura. Se l’ordine visibile non ci spiega le ragioni, ci deve ci deve essere un’altra dimensione in cui trovare le spiegazioni e rivendicare la nostra necessità di giustizia. Alcuni lo spiegano con il “karma”. Ogni azione porta un frutto, buono, cattivo o neutro, immediato o dilazionato nel tempo, di esistenze passate, in una sequenza illimitata di esistenze.
(Anonimo)

Il karman umano non è che una frazione del karman universale e questa totalità del karman corrisponde al destino.
(Robert Charles Zaehner)

La legge del Karma, infonde speranza per il futuro e rassegnazione per il passato.
(Mario Ingaramo)

La vita di ciascuno è il risultato della sua vita precedente. Gli errori precedenti sono evidenti ora come sofferenza, mentre le buone azioni mostrano le loro benedizioni.
(Budda)

Ognuno di noi tiene in mano un filo e quel filo ci conduce alla nostra stella. Ognuno di noi ha una stella in cielo e il nostro destino è imparare a seguirla. Il nostro karma è scritto nella sua scia, se molliamo il filo è tutto perduto, si formano grovigli.
(Susanna Tamaro)

Quando il buddhismo insegna che il “karma è il nodo morale” (di qualunque essere) che sopravvive alla morte e persiste nella trasmigrazione”, significa semplicemente che niente dimora in ogni personalità se non le cause che essa ha prodotto in vita – cause che non muoiono, o per dirla in un altro modo, che non possono essere eliminate dall’Universo prima di essere rimpiazzate dai loro effetti legittimi ovvero cancellate dai loro effetti.
(Anonimo)

Come le persone ti trattano è il loro karma; come reagisci è il tuo.
(Wayne Dyer)

Noi seminiamo ciò che raccogliamo … Noi raccogliamo ciò che seminiamo! Noi raccogliamo ciò che seminiamo. La legge di causa ed effetto. E noi siamo tutti sotto questa legge.
(Nina Hagen)

Ciò tu hai piantato, questo è ciò che tu hai raccolto; tale è il campo del karma.
(Sri Guru Granth Sahib)

Un agricoltore, il cui grano vinceva sempre il primo premio alla fiera regionale, aveva l’abitudine di dividere i semi migliori con tutti i contadini del vicinato.
Quando gli chiesero perché, egli rispose:
“Il vento solleva il polline e lo trasporta da un campo all’altro, perciò se i miei vicini coltivassero un grano di qualità inferiore, l’impollinazione crociata impoverirebbe la qualità del mio raccolto.
Ecco perché ci tengo che essi piantino solo i semi migliori“.
Tutto ciò che diamo agli altri lo diamo a noi stessi.
(Anthony De Mello, la preghiera della rana)

C’è un destino che ci rende fratelli: nessuno va per la sua strada da solo. Tutto ciò che facciamo nella vita degli altri, ritorna nella nostra.
(Edwin Markham)

Ciascuno di noi nasce con un compito solitario da svolgere e coloro che incontra lo aiutano a compierlo oppure glielo rendono ancora più difficile: sfortunato colui che non sa distinguere gli uni dagli altri.
(Christian Bobin)

Le prove nel mondo esteriore vi svegliano.
Le prove nel mondo interiore vi illuminano.
(Shri Chinmoy)

La vita che tocco bene o male toccherà un’altra vita, e che a sua volta un altro, fino a chissà dove il tremore si ferma
(Frederick Buechner)

Ci sono le onde e c’è il vento, ci sono le forze visibili e quelle invisibili. Ognuno ha questi stessi elementi nella sua vita, il visibile e invisibile, il karma e il libero arbitrio.
(Kuan Yin)

Come la legge di gravità, il karma è così fondamentale che spesso non ce ne accorgiamo.
(Sakyong Mipham)

Come il fuoco ardente riduce il legno in cenere, allo stesso modo, il fuoco della conoscenza di sé riduce tutto il karma in cenere.
(Bhagavad Gita)

Gli uomini non possono ottenere tutto quello che pagano in questo mondo; ma devono certamente pagare per tutto quello che ottengono.
(Frederick Douglas)

Osserva i tuoi pensieri, perché diventano parole. Osserva le tue parole, perché diventano azioni. Osserva le tue azioni, perché diventano abitudini. Osserva le tue abitudini, perché diventano carattere. Osserva il tuo carattere, perché diventa il tuo destino.
(Anonimo)

A volte non ottenere ciò che si vuole è un colpo di fortuna incredibile.
(Dalai Lama)

Se continui a dire che le cose stanno andando male, hai una buona possibilità di diventare un profeta di te stesso.
(Isaac Bashevis)

Vorrei vendetta, ma io non voglio rovinare il mio karma.
(Anonimo)

La maggior parte della gente perde la propria anima quando fa ingresso nel mondo, con la stessa facilità con cui si perde un libro in un trasloco.
(Christian Bobin)

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre.
(Carlo Mazzacurati)

Anche gli incontri casuali sono il risultato del karma … Le cose nella vita sono fatte dalle nostre vite precedenti. Che anche negli eventi più piccoli non esiste una cosa come la casualità.
(Haruki Murakami)

L’uomo crea Karma finchè respira, perchè nessuno è al di là del movimento nemmeno per un secondo.
(Babaji)

Il karma non è una quantità fissa come i debiti e i crediti registrati in un conto in banca. È reso elastico dalla complessità dei fattori in gioco.
(Virginia Hanson)

Il karma può soltanto venir compreso se si cerca anzitutto di conoscere come si esplicano le leggi dell’universo.
(Rudolf Steiner)

Ci sono tre tipi di karma
– quello che non ha ancora cominciato a produrre effetti nella nostra vita, perché altre cause karmiche operano su di noi
– il karma che noi stiamo creando in base ai nostri pensieri e azioni
– il karma che ha incominciato a produrre i suoi risultati
(Anonimo)

La legge del karma è la legge fondamentale dell’universo, che lega l’effetto alla causa nel mondo fisico, mentale e spirituale.
(Elena Blavatsky)

La vita è un’eco. Quello che invii, torna indietro. Quello che semini raccogli. Quello che dai ottieni. Quello che vedi negli altri esiste in te.
(Zig Zigler)

Riflessioni

Un pensiero di Paulo Coelho sulla felicità

“Un mercante, una volta, mandò il figlio ad apprendere il segreto della felicità dal più saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo vagò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un meraviglioso castello in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava.
Invece di trovare un sant’uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala dove regnava un’attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, ovunque gruppetti che parlavano, una orchestrina che suonava dolci melodie. E c’era una tavola imbandita con i più deliziosi piatti di quella regione del mondo. Il Saggio parlava con tutti, e il ragazzo dovette attendere due ore prima che arrivasse il suo turno per essere ricevuto.
Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore.
Nel frattempo, voglio chiederti un favore, concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaino da tè su cui versò due gocce d’olio. Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l’olio.
Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio.
Allora, gli domandò questi, hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?’
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d’olio che il Saggio gli aveva affidato.
Ebbene, allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo, disse il Saggio. Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa.
Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d’arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d’arte disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì particolareggiatamente su tutto quello che aveva visto.
Ma dove sono le due gocce d’olio che ti ho affidato? domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.
Ebbene, questo è l’unico consiglio che ho da darti, concluse il più Saggio dei saggi.
Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza dimenticare le due gocce d’olio nel cucchiaino”.

Riflessioni

Il tempo prezioso delle persone mature (Mário de Andrade)

Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità.
Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti.
Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso.
Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza.
Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro anche tu ci arriverai.

Mário de Andrade

(San Paolo, 9 ottobre 1893 –  25 febbraio 1945 – poeta, musicologo, critico letterario e narratore brasiliano, uno dei fondatori del modernismo brasiliano.)

Riflessioni

Leggi la storia di Sean Stephenson, un piccolo grande uomo

Sean Stephenson è nato con una rara malattia genetica che rende le ossa molto fragili e pronte a spezzarsi alla minima pressione, infatti quando è nato, per via del trauma del parto e della pressione fisica che esercita sul bambino, quasi tutte le sue ossa erano rotte e braccia e gambe si muovevano qua e là in tutte le posizioni più anatomicamente innaturali come se fosse una bambola di pezza.

I medici dissero che probabilmente non avrebbe superato la notte, e quando ce la fece un’infermiera andò dalla madre per applicarle uno strumento per succhiare il latte materno, quando lei chiese perchè mai avrebbe dovuto fare una cosa simile l’infermiera gli rispose “Non penserà mica di allattare quel coso là?”.

Ma nonostante fosse piccolo e deforme, e condannato a vivere per tutta la vita sulla sedia a rotelle e ad avere bisogno dell’aiuto degli altri per lavarsi i capelli e andare in bagno Sean non sviluppò, come molti disabili ma anche tantissime persone sane con qualche problema che ritengono insuperabile, una mentalità vittimistica che lo avrebbe portato a vivere semplicemente di una pensione dello stato, impegnandosi ad odiare gli altri ritenendosi non accettato e rimanendo chiuso in casa, o uscendo solo per cercare di ispirare pietà e compassione negli altri.

Nonostante tutto ciò Sean Stephenson è riuscito a vivere una vita piena ed intensa: viaggiando per tutta l’America facendo lo speaker, lavorando alla casa bianca, facendo lo psicoterapeuta, scrivendo questo libro, avendo più relazioni amorose della maggior parte degli uomini “normali”, tutto coi suoi 90 cm di altezza e la sua carrozzina.

La felicità non dipende da ciò che hai ma da ciò che sei, e per essere ciò che sei devi superare tutti i “ma” che la tua mente ti pone quando sei di fronte a un cambiamento o a una decisione che ti fa paura (“ma non ho abbastanza soldi”, “ma non ho abbastanza tempo”, “ma sono troppo giovane/vecchio”, “ma non sono abbastanza bello”…); e se non prendi decisioni ma ti lasci trasportare dalla corrente farai oggi le stesse cose che hai fatto ieri; e se fai le stesse cose continuerai ad essere sempre la stessa persona.

Sua moglie Mandie Knis, accusata di stare con Sean solo per soldi, ha rilasciato questa dichiarazione al Mirror: «Io e mio marito siamo felicissimi, non ci interessa quello che dice chi non ci conosce. Quando ho incontrato Sean per la prima volta, nel 2009, non è stato un colpo di fulmine, ma poi ho imparato a conoscerlo. E sapete che vi dico? La nostra vita sessuale è molto più appagante di quella di molte coppie che conosciamo. Mio marito è la persona più sessuale che conosca, un vero stallone». Anche Sean dice la sua: «Tutto quello che dice Mindie è vero: il sesso è la parte più importante della mia vita»

Viene naturale fare un confronto con se stessi e chiederci “Ma se ce l’ha fatta lui, perchè non posso farcela anch’io?”

Vediamolo qui sotto in un suo video motivazionale di 2 minuti, condividilo con chi pensi ne abbia bisogno:

Riflessioni

L’ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale. Chi aumenta la sapienza, sappia che aumenta il dolore. (Giordano Bruno)

Se ciò che facciamo ogni giorno non è altro che pensare, immagazzinare quante più informazioni possibili, anticipare il futuro nella nostra mente, forse sarebbe meglio imparare ad arrendersi al “nemico”: l’ignoto, il non sapere. Solo l’ignoranza ci dona la vera libertà.

Per assaporare l’autentica libertà personale hai bisogno di non conoscere alcune parti della tua vita presente e futura. Se tutto è già scritto per te, se sai già come andrà a finire, sei meno libero di compiere delle scelte e di prendere decisioni E proprio per rimpiazzare quel “vuoto” si accendono in noi la curiosità e la creatività: ecco perché soprattutto gli artisti, gli artigiani, gli scienziati e gli imprenditori dovrebbero accogliere l’ignoranza e riempirla di nuove idee. “C’è sempre qualcosa che ignoriamo, altrimenti non avremo nulla da scoprire.
Essere saggio vuol dire ignorare con intelligenza

Il saggio non è colui che accumula molta conoscenza o esperienze, piuttosto è colui che sa usare efficacemente tutto ciò che ha appreso e che è capace di ignorare le cose inutili.

Giordano Bruno,  filosofo, scrittore e monaco italiano appartenente all’ordine domenicano vissuto nel XVI secolo, nel corso del Secondo dialogo degli Eroici furori, discute sulla saggezza.

L’ignoranza – afferma – è “madre della felicità e della beatitudine sensuale”, per cui solo qualche “insensato e stolto” può appagarsi del proprio stato di ignoranza, condannandosi così ad abitare “l’orto del paradiso degli animali”. D’altra parte, come si legge nel Qohèlet: “chi aumenta la sapienza aumenta il dolore”. “Chi dunque  sarà savio se pazzo è colui ch’è contento, e pazzo è colui ch’è triste?”.

La prospettiva qui proposta è simile a quella – a Bruno ben nota – della filosofia epicurea, e in particolare di Lucrezio, poeta da lui amato e al quale si ispira per i suoi componimenti latini in versi. La conoscenza della natura e delle sue eterne vicissitudini, infatti, ha per Lucrezio la funzione di consolidare il suo atteggiamento di distacco emotivo dal mondo: un mondo agitato, travagliato dal dubbio.
Ignorare le cause assilla le menti dubbiose,
se il mondo abbia avuto davvero un’origine e un giorno natale,
e insieme se avrà un termine […]
Si tratta di un assillo, di un tormento senza tregua che può comportare lo svuotamento del senso stesso della vita, in un perenne affannarsi senza scopo.
Se gli uomini potessero, come è chiaro che sentono il peso
che grava loro nell’animo e li tormenta e li opprime,
conoscere anche le cause per le quali ciò avviene,
e perché quel fardello di pena sussista immutato nel cuore,
non trarrebbero la vita così, come ora per lo più li vediamo
non sapere che cosa ciascuno desideri […]
Il sapiente osserva da lontano questo vano agitarsi dell’umanità, e ad esso si sente estraneo, pur ben conoscendo i penosi moti dell’animo che attanagliano i mortali.
E’ dolce, quando i venti sconvolgono le distese del vasto mare,
guardare da terra il grande travaglio di altri;
non perché l’altrui tormento procuri giocoso diletto,
bensì perché t’allieta vedere da quali affanni sei immune.
Questo atteggiamento di distacco è reso possibile dalla conoscenza della natura delle cose, dalla conoscenza scientifica.

In questa prospettiva, la conoscenza scientifica non è soltanto, per il sapiente, una distaccata rassegna di verità sul mondo: essa ha a che fare con la sua vita, con il suo rapporto con le passioni, con l’importanza attribuita alle cure e alle brame che occupano l’esistenza dei più.

Riflessioni

7 cose che le persone pensano di te appena ti incontrano

Un’occhiata veloce, una stretta di mano e il giudizio arriva immediato. Siamo talmente bravi a farci un’opinione degli altri, che ci mettiamo un attimo. Valutiamo l’affidabilità di uno sconosciuto in un decimo di secondo; in un ventesimo, invece, il suo orientamento sessuale. Diversi studi hanno messo in luce la rapidità con cui effettuiamo lo screening della personalità di chi abbiamo di fronte: è una persona promiscua? quanti soldi ha? ha un carattere forte o è un debole? Perché possiamo pure non ammetterlo, ma le prime impressioni contano. Eccome!

La prima impressione è una sorta di fermo immagine in grado di catturare importanti elementi di chi abbiamo di fronte. Si tratta di un giudizio immediato che può essere maturato anche soltanto con un’occhiata – quindi in tempi brevissimi – e nasce in modo automatico: consapevoli o meno, siamo inevitabilmente influenzati dall’abbigliamento, dai tratti del volto, dalle forme del corpo e dalla postura di chi osserviamo.

Parliamoci chiaro: l’aspetto fisico è sicuramente una delle cose che maggiormente ci colpisce a prima vista. Talvolta il giudizio che ne deriva si dimostra valido, accurato ed oculato, talaltra si rivela errato perché storpiato dai nostri preconcetti.
Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione la prima volta.

Oscar Wilde
La prima impressione: i 4 aspetti fondamentali
La prima impressione può rivelarsi un giudizio corretto ed attendibile se ci affidiamo alla scienza della comunicazione non verbale. Di seguito analizzo una serie di aspetti su cui dovremmo soffermarci per cogliere informazioni, stati d’animo, personalità e inclinazioni caratteriali di chi abbiamo di fronte. (continua a pagina 2)

Amore Riflessioni

L’AMORE E’ PERICOLOSO

Hai bisogno d’amore. Hai bisogno di un amante. E hai bisogno del coraggio per vivere una storia d’amore. È difficile entrare nelle dimensioni dell’amore. Esistono paure molto nascoste. L’amore crea paure senza confronti, poiché quando inizi ad avvicinarti all’altro, devi uscire da te stesso e chissà… L’altro può accettarti, oppure rifiutarti. Da qui la paura: inizi a esitare, non sai se osare, se fare quel passo… Ecco perché in tutto il mondo, le epoche codarde del passato hanno privilegiato il matrimonio quale sostituto dell’amore; perché se la gente fosse stata lasciata libera di amare, pochissime persone ne avrebbero avuto il coraggio. La maggior parte sarebbe morta, priva di amore; avrebbe trascinato la propria vita, senza il nutrimento dell’amore.

Perché l’amore è pericoloso… quando inizi ad avvicinarti a un’altra persona, vai incontro alla collisione con un altro mondo. Chissà se il tuo gesto sarà accettato o rifiutato? Come puoi essere certo del fatto che l’altro dirà di sì al tuo bisogno e al tuo desiderio? Chissà se l’altro sarà compassionevole e amorevole? Potrebbe rifiutarti, negarsi. Tu puoi dichiarare il tuo amore, ma non esiste alcuna garanzia che anche l’altro provi amore per te; potrebbe non provarne. Non è una naturale conseguenza. La paura di essere rifiutati sconvolge. Pertanto, le persone furbe e astute decidono di non fare assolutamente quel passo.
Trattieniti, così non sarai rifiutato e potrai rafforzare il tuo ego con l’idea che nessuno ti ha mai rifiutato, anche se quell’ego è assolutamente impotente e non basta ad appagarti.
Si ha bisogno di sentirsi necessari, si ha bisogno di qualcuno che ci accetti.

Hai bisogno che qualcuno ti ami, perché solo quando un altro ti ama, sarai in grado di amare te stesso, mai prima di allora. Solo quando qualcun altro ti accetta, riuscirai ad accettarti, non prima. Solo quando qualcun altro si sente felice con te, inizi a essere felice con te stesso, non prima. L’altro diventa uno specchio. Ogni relazione è uno specchio. Ti riflette. Come potrai mai conoscerti, senza quello specchio? È impossibile. Gli occhi dell’altro diventano uno specchio e quando qualcuno ti ama, quello specchio diventa estremamente sensibile a te; ti guarda con gioia, è deliziato dalla tua presenza. In quegli occhi colmi di delizia vieni riflesso e per la prima volta in te affiora un’accettazione.

Altrimenti, fin dai primi istanti, sei sempre stato rifiutato. È grazie a questa orribile struttura sociale che ogni bambino arriva a sentire di non essere accettato per ciò che è. Se fa qualcosa di buono  ovviamente ciò che i genitori ritengono sia buono  viene accettato; se fa qualcosa di male  ciò che i genitori ritengono sia ‘male  viene rifiutato. Prima o poi il bambino inizia a sentire: “Non sono accettato per ciò che sono, così come sono, per la mia verità intrinseca, ma per ciò che faccio. Non è il mio essere che ‘viene amato, ma ciò che faccio”. E questo crea un profondo rifiuto di sé, un odio profondo verso se stessi. Si inizia a odiare se stessi. Se non ti innamori, se non riesci a trovare amanti e amici che ti possano accettare, vivrai con quel rifiuto per tutta la vita. L’amore è un obbligo, è indispensabile viverlo. Un giorno ne potrai uscire, potrai trascenderlo deve essere trasceso  ma come potrai, se non ci sei mai entrato? Una paura esiste, potresti essere rifiutato; ma devi rischiare: solo così qualcuno si presenterà e ti accetterà. Se anche bussi a cento porte e novantanove sono chiuse, non aver paura, una si aprirà.

Qualcuno ti sta aspettando. Qualcuno verrà appagato attraverso di te e tu sarai appagato per suo tramite. Qualcuno sta aspettando di diventare il tuo specchio e sta aspettando di fare di te uno specchio. E non vi è altro modo per scoprirlo, se non quello di continuare a bussare, di brancolare… è rischioso, ma la vita è un rischio! Vivi e vivi intensamente. E non prenderla come un’offesa personale se qualcuno non ti può amare. Non farne una ferita, non lo è… esiste un’infinità di persone meravigliose, di certo troverai qualcuno con cui accompagnarti. E accompagnarti a un altro essere umano ti appagherà e quel vulcano interiore si acquieterà.

Tratto da: Alleggerire l’Anima di Osho

 

Riflessioni

Un consiglio per evitare brutte figure sui Social

Tra i comportamenti più superficiali e stupidi riscontrabili sui social ai giorni nostri, ci sono quelli dei CII, ovvero, i commentatori-impulsivi-incontinenti.
Si riconoscono all’istante, sono quelli che commentano impulsivamente qualsiasi immagine vedano, senza leggere assolutamente ciò che c’è scritto sotto o nel link riportato, commettendo il più delle volte degli errori clamorosi di valutazione, e rendendosi ridicoli agli occhi degli altri.

Questi poveretti sono destinati a rimanere a poco a poco senza amici, soprattutto se tra i loro amici ci sono persone che non sono superficiali.

Fate quindi molta attenzione a quello che scrivete nei commenti, il consiglio è di leggere bene prima di esprimere giudizi avventati: cliccate sul link, se c’è un link, o leggete la didascalia della foto, ma non basatevi solo sulla prima impressione superficiale, perchè spesso è quella sbagliata e rischiate di sembrare stupidi agli occhi degli altri.

A livello sociale non esiste probabilmente niente di peggio della superficialità. Viviamo in una società che ci spinge a comportarci almeno in parte superficialmente, illudendoci che serva a non rimanere soli. Nulla di più sbagliato oggi, con l’avvento dei Social è esattamente il contrario.

Essere superficiali significa molto semplicemente non riflettere attentamente sulle cose, sulle situazioni, sui rapporti umani, su se stessi. La conseguenza del poco riflettere sta nel mettere in atto comportamenti che sono fin da subito, o comunque nel lungo termine, dannosi per il prossimo, per la collettività e soprattutto per la propria persona.

Un classico esempio di superficialità è la mancanza di educazione. Gli altri non vengono più visti come essere umani simili a noi, meritevoli dunque di rispetto e attenzione, ma come “mezzi” da utilizzare per ottenere determinati fini, se non addirittura come veri e propri ostacoli lungo il nostro cammino. Questo modo poco sano di vedere la vita ci porta a mettere in atto comportamenti superficiali, dannosi e spesso pure stupidi. Il maleducato non è altro che una persona superficiale, che non pensa alle conseguenze di ciò che sta facendo e manca della necessaria sensibilità per mettersi nei panni degli altri. Potremmo dunque inquadrare la superficialità come una mancanza di sensibilità, che di fatto è una mancanza di intelligenza.

Riflessioni

Le persone che ti circondano ti sembrano orribili e te ne capita sempre una?

Se ti capita spesso di pensare che le persone che ti circondano ti sembrano orribili e che te ne capita sempre una, ti consigliamo di leggere quanto segue…

Un conto è pensare cosa devi fare per stare bene, un conto è sapere come fare per realizzare ciò che ti farà stare bene.
A volte potresti addirittura fare fatica a definire con esattezza ciò che desideri. In effetti, questo è il caso più frequente.
I motivi di ciò possono essere molti e sicuramente sono diversi per ogni individuo, proprio per questo è difficile soffermarsi sul perché, di ciò che non va.
Molto meglio conoscere i propri desideri e definirli; è un grande passo avanti verso il successo.
Soffermarsi in continuazione su ciò che non va è inutile!
Vai oltre. Vai a
Definire i tuoi desideri.

Sì, lo so, il pensiero di ciò che non va ti attanaglia, quasi quasi è diventato “la tua passione vera”, molto più di ciò che vorresti.

Non è così? O mamma! Cosa sto dicendo? Sto dicendo la verità!? Pensi sempre a ciò che non va.
Così porti via del preziosissimo tempo da utilizzare per trovare ciò che vuoi, ciò “che va” e naturalmente per realizzarlo!
Bisognava che qualcuno te lo dicesse, prima o poi.

Prova a pensare che succede quando ti risulta impossibile definire ciò che vuoi o quando c’è qualcosa che non va o molte cose che non vanno?
Ti carichi di impegni, di cose da fare, ti circondi di gente e… pensa un po’, non va a posto un bel niente, anzi, ti incasini sempre di più.
Le persone che ti circondano ti sembrano orribili, te ne capita sempre una…
Alibi. Tutto ciò si chiama alibi.
Ti riempi di alibi, non di cose da fare, alibi per evitare di pensare, per evitare di attivare le soluzioni giuste.
L’alibi preferito è dare la colpa agli altri.

Colpa del marito che non ti capisce, della moglie che “rompe”.
Colpa dei figli che non studiano o dell’adolescenza.
Colpa del tempo “che piove sempre”,o “fa troppo caldo”.
Colpa della politica “che sono tutti disonesti”.
Colpa del caso perché è stata solo “sfortuna”.
Colpa del capo “che è un grandissimo str…”.
Colpa della mamma che non mi ha dato mai affetto o del papà che non c’era mai e la mamma piangeva.
Colpa della fidanzata che mi ha lasciato, del fidanzato che mi ha lasciata…

Potrei continuare ancora per molto, che ne dici?
Ti riconosci? Ovvio che sì.

Non temere; tutto “normale”. Di quella normalità che rende, appunto, infelici.
Sai che c’è?
Parti dai difetti degli altri, per conoscere i tuoi.
In genere, tutto ciò che non ti piace degli altri, è proprio ciò che non ti piace di te.
In più, sai che succede?
Succede che fare continuamente il punto sui difetti degli altri, ti porta ad attivare una “energia” negativa e finisce che la tieni troppo sempre presente dentro di te e finisce con il caratterizzarti, con il definirti.
Possibile?
Temo di sì. Almeno spesso. I danni? Notevoli, ma per fortuna, reversibili.

Prova a riflettere, se facciamo finta che, per esempio, sia una tua responsabilità il fatto che le cose ti vanno male?
Come faresti a cambiarti o a modificare certi atteggiamenti, certi pensieri, se la colpa è sempre di qualcun altro?
Dare sempre la colpa ad un altro significa non avere mai colpa
e, se non hai colpa, cosa mai dovresti modificare?
Però, contemporaneamente, continuare ad incolpare gli altri, significa vivere in negativo.
Se vivi in negativo tu, vivono in negativo anche tutti quelli che ti circondano perché si “nutrono” della tua negatività.
Per non vivere in negativo non c’è altro modo che vivere in positivo, non trovi?
Come fai ad entrare in uno stato d’animo sereno, se non ti circondi di pensieri sereni?

Sì, lo so, ho capito : hai il mutuo da pagare, hai perso il lavoro…
Sono cose importanti. Hai ragione.
Però devi sforzati, e rendere il più naturali possibili, dei pensieri positivi.
Immagina che vada tutto bene e che sia perfetto. Com’è? Che sensazione ti dà?
Entra in quello stato di gioia. Ti serve a ricordarti che sei in grado di provare gioia.

Considera che se sei in agitazione o visibilmente in down, e vai ad un colloquio di lavoro, come ti possono dare un incarico? Tu un incarico te lo daresti?
E poi, sei davvero consapevole di volere quel lavoro?
Sei nel posto giusto per cercare lavoro? E’ il lavoro che fa per te?
Il fatto di essere senza lavoro potrebbe essere, per esempio, oltre che una disgrazia, uno spunto, una opportunità perfetta per capire chi sei, cosa vuoi, cosa sai fare e finalmente andare nella direzione di ciò che ti piace davvero, dove puoi dare il massimo, dove puoi essere felice e in serenità.
Magari il lavoro che avevi, era quello giusto, magari no.

Noi siamo i primi artefici del risultato della nostra vita nel bene e nel male, solo che non lo pensiamo mai.
Come stiamo nella nostra vita, di chi ci circondiamo, le scelte che facciamo, dipendono essenzialmente da noi.

Vale la pena di imparare a fare le scelte giuste, non trovi?

 

 

Le immagini e i testi di questo articolo sono tratti dal libro di counseling Self Help di Viviana Giani.

Il libro unico nel suo genere, composto da 52 frasi, una per ogni settimana dell’anno, che ti permette di sapere come passare alla azione per raggiungere il risultato giusto per te.

Da leggere per riflettere e attivare in piena autonomia il proprio successo e il proprio benessere.

Da regalarsi o da regalare a chi ami, a EUR 10,80 + EUR 2,90 costi di spedizione

 

Riflessioni

PRIMA DI COMMENTARE CONTA FINO A 10

Attenzione a ciò che si scrive sui social perché potrebbe non solo rovinarvi la vita sociale, ma costarvi molto caro. Stanno aumentando ogni giorno le condanne per calunnia e diffamazione, e sempre di più recentemente anche per istigazione al suicidio, a mezzo Facebook.

Ogni cosa che si scrive su Facebook, sia sul proprio profilo personale, ma anche e “soprattutto” nei commenti su una pagina “pubblica”, è come se la si scrivesse sulle colonne di un giornale.

In particolare, è bene tenere sempre presente questi 4 punti :

CONSEGUENZE SOCIALI
Ogni cosa che commentate in qualsiasi pagina Facebook, compresa la nostra, è visibile a tutti i vostri contatti.
I vostri amici si possono fare un’idea più precisa di voi e conoscere i lati più oscuri del vostro carattere di cui non andate molto fieri, e che avete sempre cercato di nascondere. Nei rapporti reali si cerca di moderare il linguaggio e di sembrare persone migliori, sui social invece succede spesso che molti si lascino andare a sfoghi eccessivi e volgari, che di persona non avrebbero mai. Ricordatevi che tutto ciò che scrivete rimane lì leggibile a tutto il mondo, e che tutto il mondo vi giudica, spesso in silenzio. Ah, dimenticavo, prima di commentare leggete bene quello che state commentando, soprattutto se ci sono link che riportano ad articoli esterni a facebook prima leggeteli per evitare figuracce.,

CONSEGUENZE CIVILI
Assumetevi la responsabilità civile per qualsiasi considerazione che esprimete nei commenti. Chiunque può citarvi per calunnia con più facilità di quanto si possa fare nei rapporti “verbali”. Ricordatevi che qualsiasi cosa voi scriviate rimane negli archivi di Facebook, anche se poi vi pentite e la cancellate. Offendere la reputazione su Facebook è da considerarsi reato anche se non si indica il nome e cognome della persona a cui è rivolta un’allusione offensiva: se la “vittima” è facilmente individuabile e la frase incriminata è postata sul proprio o l’altrui stato di Facebook o in commento a qualche altro post, scatta ugualmente il reato di diffamazione.

CONSEGUENZE PENALI
Accertatevi che quello che scrivete non sia perseguibile penalmente. Istigare in un commento alla discriminazione razziale o di genere, può costarvi molto caro e farvi pagare conseguenze molto pesanti. Per non parlare dell’istigazione al suicidio, un capitolo molto doloroso dei casi di cronaca più recenti.

L’ANONIMATO NON ESISTE
E non si creda che l’utilizzo di nick name falsi o di fantasia possano mettere al riparo da denunce e conseguenze civili e penali. Tutto ciò che scrivete è tracciato, e per gli inquirenti è facilissimo risalire al computer, al tablet o al cellulare da cui si è digitato il commento, non si pensi di farla franca.

E’ bene, quindi, stare sempre attenti a ciò che si scrive e si pubblica (foto, video, ecc…). Il prezzo da pagare per aver dato sfogo a un momento di invidia, vendetta, rabbia e aggressività, più o meno giustificata, può diventare davvero alto. Una mannaia sulle dita di chi, dall’altra parte dello schermo, è spesso convinto di poter dire di tutto e di più impunemente. Per cui accettate il nostro consiglio: contate fino a 10 prima di commentare negativamente qualcosa e valutate bene tutte le conseguenze del vostro sfogo.

Insomma, ci si sfoghi pure attraverso un monitor e una tastiera, ma senza travalicare i limiti, non tanto del buon senso, quanto quelli della tutela della dignità delle persone.
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Riflessioni TOP

Perché le persone intelligenti hanno pochi amici? Leggi cosa dice la scienza.

Le persone intelligenti hanno pochi amici: più alto è il quoziente intellettivo, minore sembra essere il bisogno umano di interagire intimamente con gli altri
Le persone intelligenti hanno pochi amici ed alcuni scienziati hanno cercato di spiegarne la ragione. Sicuramente è necessario avere degli amici su cui contare e la comunicazione costante ha i suoi vantaggi, ma i ricercatori hanno cercato di rispondere alla seguente domanda: bisogna veramente avere degli amici per essere felici e pienamente soddisfatti della propria vita? A questo scopo, hanno effettuato uno studio su 15.000 persone di età compresa tra i 18 e i 28 anni; ragazzi e ragazze che vivono in luoghi con diversa densità di popolazione e che comunicano con i loro amici con frequenze diverse.

Gli psicologi evoluzionisti Satoshi Kanazawa della London School of Economics e Norman Lee dell’Università di Singapore, dopo aver analizzato i risultati delle indagini, pubblicati poi sul British Journal of Psychology, sono arrivati ad alcune conclusioni. Innanzitutto affermano che le persone che vivono in luoghi ad alta densità di popolazione, di solito, si sentono meno felici. In secondo luogo, per sentirsi appagati e sereni, devono frequentare delle persone che condividono il loro pensiero: più stretta è la comunicazione, maggiore sembra essere il livello di felicità che si può raggiungere.

I ricercatori sostengono, però, che le persone più intelligenti sono un’eccezione a questa regola. Più alto è il quoziente intellettivo, minore sembra essere il bisogno umano di interagire con gli amici e di ottenere un riconoscimento nel gruppo. Il cervello di una persona con elevate capacità intellettuali funziona infatti in modo diverso e questa differenza include anche l’aspetto della socialità. L’attività sociale per i soggetti con un’intelligenza sopra la media non rappresenta una necessità di vita: le persone intelligenti, di conseguenza, hanno pochi amici ed una piccola cerchia sociale.

La maggior parte dei geni sono solitari; questo in parte è dovuto al fatto che poche persone li capiscono e li accettano, ma per loro questo non è affatto un problema. Al contrario, più si sforzano di socializzare, meno si sentono felici. Le persone intelligenti preferiscono infatti impegnarsi per conseguire importanti risultati a lungo termine piuttosto che per fare amicizia e mantenere in vita i rapporti interpersonali.

La socializzazione rischia di distrarli dall’obiettivo principale e di cancellare la loro armonia interiore: le persone intelligenti hanno quindi pochi amici e solo occasionalmente sentono il bisogno di interagire intimamente con gli altri.

 

(FONTE: Supereva.it)

Riflessioni

10 consigli per ottenere il meglio da te quando tutto sembra perduto

A volte prendiamo la vita troppo sul serio. Rimaniamo legati a cose che sono insignificanti e lasciamo che ci rovinino l’esistenza. Ad esempio, un imprevisto sul lavoro ci fa perdere tutta la giornata o mentre siamo al bar la persona davanti a noi prende l’ultimo croissant, e questo ci mette di cattivo umore. Ci arrabbiamo con il nostro partner per futili motivi e con l’impiegato di turno quando non soddisfa la nostra richiesta, e infine ci sentiamo costantemente frustrati perchè le cose non vanno come speravamo.

Tuttavia, la verità è che non possiamo cambiare nessuno. Le cose sono come sono. Possiamo solo controllare le nostre reazioni. Possiamo lasciare che le altre persone e le situazioni determinino le nostre emozioni o possiamo farci carico della nostra vita e decidere consapevolmente come reagire. Dopo tutto, ricorda che come ti trattano gli altri è un loro problema, come reagisci è il tuo.
Impara a fluire con la corrente
1. Non farne una questione personale
Ricorda che non si tratta di un affronto personale, l’universo non cospira contro di te. Non piove solo per rovinarti la giornata e il dipendente dell’ufficio di turno non sta li per complicarti la vita, probabilmente si comporta così con tutti. Quando capirai che non sei tu, ti accorgerai che tutto è più facile perché puoi prendere una distanza emotiva dalla situazione e controllare meglio le tue reazioni.
2. Pensa alle dimensioni dell’Universo
Tendiamo a pensare che siamo il centro del mondo, ma se guardiamo in prospettiva l’universo ci rendiamo conto che siamo solo un granello nello spazio-tempo. Lo scopo di questa riflessione non sta nell’umiliarci ma nell’aiutarci a inquadrare tutto nella giusta prospettiva. Quando ti sembra che i tuoi problemi e gli ostacoli siano insormontabili, considera che esistono infiniti sentieri che puoi intraprendere per risolverli, c’è sempre una soluzione.
3. Metti un piede fuori dal ciclo della negatività
Quando siamo profondamente intrappolati nella nostra negatività, quando pensiamo che stiamo sperimentando una brutta giornata o abbiamo a che fare con una persona insopportabile, a volte ciò di cui abbiamo bisogno è solo un piccolo aiuto che ci riporti alla realtà. Così, la prossima volta che ti senti ansioso, sfinito o stressato, ascolta una canzone che ti piace e cantala con tutta la voce, meglio ancora se la balli. I problemi non scompariranno come per magia, ma rompere quel ciclo di negatività che tormenta la tua mente ti aiuterà a trovare la serenità e una soluzione.
4. Ottieni ciò su cui ci ti concentri
Abbiamo sperimentato tutti delle situazioni in cui ci arrabbiamo e perdiamo il controllo. Ma più ci concentriamo su questo e peggio sarà. Ricorda la regola: tutto ciò su cui ti concentrarai crescerà. Pertanto, se ti concentri sulle cose negative, sui difetti e le preoccupazioni che non portano da nessuna parte, queste si svilupperanno nella tua mente. In questo modo, vedrai sempre il mondo in una prospettiva negativa e percepirai come negative molte situazioni neutrali. La chiave sta nel cambiare prospettiva scegliendone una più positiva.
5. Respira profondamente
Ci sono situazioni che potrebbero far perdere la pazienza anche a un monaco buddista. In questi casi, possiamo solo respirare. Quando ci arrabbiamo, ci irritiamo o siamo stressati, si verificano una serie di cambiamenti a livello fisiologico che indicano al nostro cervello che deve aumentare l’attenzione. Di conseguenza, saremo più sensibili e irritabili, pronti ad aggredire chiunque al minimo segnale di allarme. La respirazione diaframmatica ci aiuta a ripristinare il ritmo cardiaco e ci calma, permettendoci di pensare meglio.
6. Reagisci in modo diverso
Una canzone dei Beatles dice: “Tutto ciò che ti serve è amore”. Ed è vero che molte delle persone che che incontriamo ogni giorno hanno solo bisogno di amore. Pertanto, anche se la nostra prima reazione è di imitarli e reagire con aggressività o rabbia, tutto potrebbe cambiare se ci calmiamo e rispondiamo con un sorriso. A volte, reagire nel modo più inaspettato è sufficiente a far sì che la persona cambi il suo atteggiamento. In ogni caso, se non lo fa, ci sentiremo comunque meglio perché avremo mantenuto il controllo.
7. Affronta il mondo con umorismo
La risata è il miglior antidoto alle emozioni negative. Infatti, possiamo dire che abbiamo davvero superato la pauraquando guardiamo al passato e ridiamo all’idea di avere provato un particolare timore. Quando sei capace di trovare il lato divertente ad una situazione, questa perde le sue sfumature drammatiche e riuscirai a reagire con maggiore integrità, mettendo tutto al suo posto. Ricorda che la nostra mente tende sempre ad esagerare i problemi e spesso è impostata in “modalità catastrofe”.
8. Accetta che vedi il mondo come sei, non come è
Considera che la tua percezione è condizionata dalla situazione in cui ti trovi. Non puoi pretendere di essere obiettivo al 100%, perché le nostre esperienze passate, le nostre speranze e, soprattutto, le nostre aspettative, determinano il significato che attribuiamo alle situazioni che viviamo. Infatti, la maggior parte delle volte non reagiamo alle situazioni oggettive, ma alla frustrazione e alla delusione che proviamo, perché le nostre aspettative non sono state soddisfatte. Sii consapevole che non percepisci il mondo com’è realmente, ma come desideri che sia.
9. Accetta che il tuo equilibrio emotivo non è negoziabile
Sapevi che ogni piccola discussione e anche i minimi episodi di rabbia che ingoiamo senza mostrarli alterano la nostra coerenza cardiaca? E sapevi che un ritmo cardiaco irregolare è un predittore molto affidabile di un futuro attacco di cuore? Pertanto, quando devi affrontare una persona difficile o una situazione complicata, ripeti questo mantra: “Il mio equilibrio emotivo non è negoziabile”. Non pensare in termini di “vincere o perdere”, perché la cosa più importante in queste situazioni è che la tua pace interiore non sia danneggiata. Questo significa che dovrai chiederti quale battaglia vale la pena di essere combattuta.
10. Concediti il diritto di sbagliare
In ogni caso, è praticamente impossibile riuscire a mantenere la calma e sorridere sempre. L’eccesso di autocontrollo può diventare faticoso. Pertanto, non diventare il tuo peggior giudice, concediti la possibilità di fallire. Non recriminarti per avere perso il controllo, invece, cerca le cause e impara la lezione. Ricorda che l’obiettivo è che tu sia felice, non darlo per scontato e non assumere un atteggiamento ipervigilante che ti impedirà di godere della bellezza intorno a te semplicemente perché sei troppo occupato a controllare le tue reazioni.

Si ringrazia per l’articolo: l’Angolo della Psicologia 
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Riflessioni

I 3 tipi di amicizia possibili: Buona, Utile o Piacevole

Lasciate perdere tutti gli aforismi e libri che sono stati scritti di recente sul tema dell’amicizia. Non servono. Leggete invece  questo breve percorso tratto dal libro IX e X dell’Etica Nicomachea di ARISTOTELE,  l’unico che ha saputo sintetizzare perfettamente le tre dinamiche fondamentali sull’amicizia: buona, utile o piacevole:

1. L’amicizia è necessaria
L’amicizia è una virtù indispensabile all’uomo: nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, anche se possedesse tutti gli altri beni. Gli amici sono necessari nella prosperità come nel bisogno, nella giovinezza come nella vecchiaia, nella vita privata come nella vita pubblica. Gli amici sono il più grande dei beni esterni. L’uomo è portato per natura a vivere con gli altri e a crearsi amici. All’uomo felice non servono amici utili o piacevoli, perchè ha già i beni che da questi potrebbero venire, ha invece bisogno di amici buoni, cui donarsi, con i quali condividere i discorsi e il pensiero.
2. I tre generi di amicizia
L’uomo ama ciò che è degno di essere amato: cioè ciò che è buono o utile o piacevole: da questi tre oggetti derivano le tre specie di amicizia.. L’amicizia non è solo una benevolenza reciproca, ma una una benevolenza di cui si è consapevoli, una benevolenza che si sceglie. L’amicizia fondata sul piacere o sull’utilità è solo momentanea: se l’amico non provoca più utile o piacere, l’amicizia viene meno. Questo genere di amicizie è quindi molto debole.
3. L’amicizia perfetta
L’amicizia perfetta è solo quella tra persone buone, simili nella loro virtù. In questo genere di amicizia, ognuno dei due vuole il bene dell’altro. L’uomo virtuoso è anche utile e piacevole, però l’utilità è il piacere non sono il fondamento dell’amicizia. L’amicizia fondata sulla virtù è stabile, permanente, è tuttavia molto più rara degli altri generi di amicizia, perchè gli uomini virtuosi, gli uomini buoni, non sono tanti. L’amicizia richiede tempo e consuetudine nella condivisione: il desiderio di diventare amici può nascere velocemente, l’amicizia si forma però con maggiore lentezza.
4. Caratteri delle diverse forme di amicizia
L’amicizia che stringono tra loro gli uomini buoni è perfetta, è stabile come la virtù, e non può essere rovinata dalle calunnie di altre persone. (Difficilmente si presta fede a chi parla male dell’amico che da tempo conosciamo). Gli altri due tipi di amicizia presentano solo una certa somiglianza con questa e sono quindi meno duraturi. L’amicizia motivata dall’utile viene meno quando viene meno l’utile, l’amicizia motivata dal piacere viene meno quando viene meno il piacere. Solo gli uomini buoni possono essere veramente amici: gli uomini cattivi possono essere amici solo in modo limitato, in quanto vivono le loro relazioni avendo come fine l’utile o il piacere. Gli amici desiderano la comunione di vita e non si addice tra gli amici una vita solitaria, isolata. Il vivere insieme è possibile solo se si condividono interessi e gusti, e questo avviene solo negli uomini buoni. L’amicizia non è uno stato d’animo passeggero ma è una scelta libera, consapevole e duratura.
5. Il numero degli amici
Moltissime possono essere le amicizie fondate sul piacere e sull’utile, poche invece quelle fondate sul bene, perchè pochi uomini sono virtuosi. L’amicizia fondata sul piacere è tipica dei giovani, l’amicizia fondata sull’utile è tipica dei mercanti, l’amicizia fondata sul bene è tipica degli uomini virtuosi. Con poche persone si può trascorrere la vita in comune. L’amore coniugale è possibile per una sola persona, una forte amicizia è possibile solo verso pochi. Chi pretende di essere amico di tutti, in realtà, non è amico di nessuno.
6. La fine dell’amicizia
Quando due amici non trovano più l’uno nell’altro ciò che cercano, la loro amicizia ha termine. Questo è ovvio nel caso delle amicizie basate sul piacere e sull’utile; quando però l’amicizia è fondata sulla virtù, la sua rottura può avvenire solo quando uno dei due amici rimane fermo allo stesso livello, mentre l’altro progredisce sulla strada della virtù, oppure quando gli amici di un tempo diventano stabilmente cattivi. Se però la loro malvagità può essere corretta, non bisogna abbandonarli, ma sforzarsi di ricondurli alla virtù.
7. L’uomo virtuoso ama se stesso
L’uomo virtuoso ama se stesso, l’amicizia per il prossimo affonda le proprie radici nell’amore che si ha per sè. L’amico viene considerato un altro se stesso, e vengono a lui estesi i sentimenti di amore che si hanno per sè. L’uomo virtuoso gioisce nel contemplare la virtù dell’amico, perchè la sente come propria. Gli uomini cattivi invece non sono amici di se stessi, e quindi non possono provare amicizia per nessun altro. I cattivi cercano di trascorrere del tempo con altre persone solo per fuggire da se stessi: se rimangono soli sono tormentati dal ricordo dei loro crimini passati e di quelli che faranno; la persona buona, al contrario, prova piacere nello stare da sola, pensando ai propri ricordi e alle proprie aspettative.
In conclusione…
Se si rendesse esplicito il patto di amicizia che si stringe con qualcuno, si eviterebbero molti problemi e incomprensioni e si eviterebbe di sentirsi ingannati.

 

Riflessioni

Io sono il mio eroe. Ma non sarò mai il mio eroe.

Matthew McConaughey agli Oscar: per migliorare e raggiungere obiettivi più grandi, mai sentirsi arrivati
L’interpretazione di Matthew McConaughey in Dallas Buyers Club nel 2014 gli è valsa l’Oscar al miglior attore protagonista. Il suo discorso di è stato breve e da tradizione ricco di ringraziamenti: al regista, ai colleghi, ai genitori, alla moglie. E al suo eroe. Proprio questa parte merita di essere condivisa, perché il messaggio celato andrebbe sempre ricordato e reso un caposaldo della nostra vita: per migliorare e raggiungere obiettivi più grandi, mai sentirsi arrivati.
[E grazie] al mio eroe. Che è colui che rincorro. Quando avevo 15 anni, c’è stata una persona molto importante nella mia vita, che venne da me e mi disse: “Chi è il tuo eroe?”, e io risposi: “Non lo so, devo pensarci su. Dammi un paio di settimane”. Tornai due settimane più tardi, questa persona si avvicinò e mi disse: “Chi è il tuo eroe?”, e io dissi: “Ci ho pensato. Sai chi è? Sono io tra 10 anni”. Così compii 25 anni. Dieci anni più tardi, quella stessa persona venne da me e disse: “Quindi, sei un eroe?”, e io risposi qualcosa come “Non mi ci avvicino nemmeno. No, no, no”. Lei domandò: “Perché?”, io dissi: “Perché il mio eroe sono io a 35 anni”. Così, vedete, per ogni giorno, ogni settimana, ogni mese e ogni anno della mia vita, il mio eroe sono sempre stato io 10 anni dopo. Non sarò mai il mio eroe. Non raggiungerò mai quello stato. So di non esserlo e sono in pace con questo, perché continuerò ad avere sempre qualcuno da rincorrere.

Quindi, per tutti noi, qualunque cosa siano quelle cose, qualunque cosa sia ciò a cui guardiamo con ammirazione, qualunque cosa sia ciò che aspettiamo con impazienza e chiunque sia colui che rincorriamo, a tutto questo io dico: “Amen”. A tutto questo io dico: “Va bene, va bene, va bene”. A tutto questo io dico: “Semplicemente continua a vivere”. Grazie.

Riflessioni

LE CINQUE CAMPANE (Storiella Zen)

C’era un tempo una locanda chiamata “LA STELLA D’ARGENTO”.

L’oste non riusciva a sbarcare il lunario anche se faceva del suo meglio per attirare i clienti, rendendo il locale confortevole, il servizio cordiale e i prezzi ragionevoli.

Disperato, chiese consiglio a un saggio.

Dopo aver ascoltato la sua triste storia, il saggio disse: “È molto semplice. Devi cambiare il nome della locanda”.

“Impossibile!” esclamò l’oste. “È LA STELLA D’ARGENTO” da generazioni ed è così che la conoscono nell’intero paese”.

“No”, ribadì il saggio con decisione, “ora la devi chiamare “LE CINQUE CAMPANE” e far appendere sei campane all’ingresso”.

“Sei campane? Ma è assurdo. A che cosa servirebbero?”

“Prova e vedrai”, concluse il saggio con un sorriso.

Ebbene, l’oste ci provò ed ecco che cosa accadde.

Tutti coloro che passavano davanti alla locanda entravano per far notare l’errore, ciascuno con la convinzione di essere stato il solo ad accorgersene. Una volta dentro, erano colpiti dalla cordialità del servizio e si fermavano a ristorarsi, fornendo così all’oste quei guadagni che cercava invano da tanto tempo.
Poche cose entusiasmano tanto il nostro ego come correggere gli errori degli altri.

Riflessioni

10 consigli su l’arte di vivere felici secondo i gatti.

Prenditela comoda. L’arte di vivere felici secondo i gatti.
Si intitola così il saggio e divertente manuale scritto da Francesco Marciuliano (Tre 60) che insegna tutto ciò che chi ha un gatto in casa sa bene e, chi non ce l’ha, comunque sospetta: i gatti sono modelli di saggezza e padroni di uno stile di vita da imitare. Cuccioli curiosi, micioni teneri e affettuosi, cacciatori senza scrupoli, vispi giocherelloni, assonnati pigroni. Che i gatti siano un concentrato di simpatia nessuno l’ha mai dubitato, ma che possano essere anche un modello di buon senso e di saggezza? Per dimostrarcelo Francesco Marciuliano, in questo libro, ha voluto dare la parola alle nostre tigri domestiche. Ritratti in foto che regalano gioia e buon umore, questi gatti dispensano consigli, confidano astuzie, rivelano segreti per vivere una vita rilassata e serena come la loro. Una delle loro sette, naturalmente!

Ecco 10 consigli… da gatto:

1. Restate ad almeno 10 metri di distanza dalla persona amata. Coltivare una sana relazione significa stare insieme, ma rispettando lo spazio personale.

2. In amore il troppo storpia: non sia te mai eccessivi nelle effusioni. Abbracciatelo con trasporto quando dorme, così non si monterà al testa

3. Non siate gentili con gli antipatici

4. Snobbate tutti con equanimità. Ma siate adorabili

5. Se vi sentiti tristi o incompresi provate a guardare nello specchio… vedrete il vostro migliore amico!

6. Mostrate chi comanda. Non parlate a nessuno. Non guardate nessuno. Dirigetevi subito al tavolo delle vivande e ficcate la testa nella pentola come uno speleologo a caccia di maccheroni. Non emergete finché non avrete dimostrato chiaramente che è tutta roba vostra o finché non portano in tavola la carne.

7. Di tanto in tanto fate i birichini: la gente si chiede qual è il significato della vita, ma la vera domanda è cosa significa sentirsi vivi. Significa combinare qualche guaio!

8. Dormite, dormite, dormite!

9. Caccia alla preda invisibile. Amore. Amicizia. Successo. Topi fantasmi. Qualunque sia, se riuscite a visualizzarla nella mente, dovreste inseguirla a più non posso, anche se a vederla siete solo voi.

10. Imparare che questa è la vostra settima vita. Godetevela!

 

Riflessioni

CHI SI LAMENTA DANNEGGIA I NEURONI DI CHI GLI STA INTORNO

E’ scientificamente provato! Quando siamo in presenza di persone che si lamentano, o che chiacchierano senza un fine costruttivo e propositivo, la qualità delle loro vibrazioni negative si ripercuote su di noi e ha un effetto nocivo sui neuroni del nostro cervello.
La lagnanza e la chiacchiera sono il frutto di un atteggiamento arcaico, una strategia di sopravvivenza, adottata dal nostro inconscio per liberarci di stati mentali ed emotivi aberranti, che purtroppo va a discapito di chi ne subisce l’influsso passivo. È stato scientificamente provato, che le onde magnetiche caratteristiche delle lamentele e delle chiacchiere, spengono letteralmente i neuroni dell’ippocampo, preposti tra l’altro alla risoluzione dei problemi. Rimanere esposti per più di trenta minuti a lagnanze, negatività e chiacchiere superflue provoca danni effettivi a livello cerebrale, sia che provengano da persone in carne ed ossa che dai media, in primis la televisione.

Cosa fare di fronte a manifestazioni di questo genere? I media si possono spegnere, escludere. Con le persone, si può invece cercare di dirottare la conversazione verso argomenti propositivi, o addirittura, suggerire molto diplomaticamente al “lamentoso”, di fare tre respiri profondi, espirando forte con la bocca. Naturalmente noi stessi dovremmo evitare di cadere in lagnanze e inutili chiacchiere, consapevoli del fatto che oltre a nuocere a chi ci sta intorno, stiamo letteralmente sprecando la nostra energia. Siamo così abituati a lamentarci e ad ascoltare le lamentele, da esserne perfino assuefatti.

Ma se ascoltare le lamentele degli altri spegne i neuroni, quando siamo noi a farlo… cosa succede?

Fisiologicamente, le cellule del nostro cervello si specializzano con contenuti di basso livello, perdendo nel tempo in creatività e capacità di risolvere le situazioni critiche, uscire dalle difficoltà e mettere in moto l’inventiva, cosa che si sviluppa normalmente nelle persone che invece di scegliere la lamentela, trasformano le “crisi” in opportunità: un cervello in movimento, volto continuamente a creare, permette nell’insieme di essere più consapevoli.

Esotericamente, accade che la personalità agisce con il “pilota automatico”, addensando sempre di più quel meccanismo per cui l’ego tende a prendere il sopravvento sull’Essere. Ovviamente, questa percezione esula dall’insieme di cui facciamo parte e ci allontana sempre più dalla Realtà reale, cristallizzando gli schemi (e i programmi mentali) che ci fanno percepire la virtualità come realtà oggettiva.

Energeticamente, sappiamo bene, anche grazie alle moderne scoperte della Fisica Quantistica, che dove va il pensiero, l’energia fluisce e crea! Più i miei pensieri sono negativi, orientati alla mia sfortuna, alla crisi e al lavoro che scarseggia, al politico che si fa le vacanze di lusso alla faccia del popolo che non ce la fa, ecc… più sto nutrendo di energia quella determinata situazione.

Psicologicamente si creerà un circolo vizioso, per cui tali pensieri negativi diverranno l’unica realtà possibile, moltiplicando proprio quelle situazioni che confermano questo processo.

Può capitarci di vivere in contesti nei quali siamo sottoposti a forti pressioni e disequilibri, ambienti carichi di stress e negatività che agiscono come dei veri e propri virus, su tutti i fronti: mentale, emozionale e fisico. È altresì vero che più innalziamo il nostro livello energetico, più la realtà circostante reagisce alla nostra qualità vibrazionale. Non solo attraiamo nella nostra vita situazioni e persone affini a ciò che siamo, ma influiamo positivamente anche sull’ambiente che ci circonda, e sulle persone con cui ci relazioniamo.

 

Tratto dal libro: Lifesurfing di Claudia Galli
Rivisto da: fisicaquantistica.it
Fonte: realtofantasia.blogspot.it

Riflessioni

2 scene tratte dal fantastico e profondo “K-PAX – Da un altro mondo”, film del 2001 con Kevin Spacey

L’universo si espanderà, poi tornerà a collassare su se stesso, e poi si espanderà di nuovo ripetendo questo processo all’infinito. Ciò che non sai è che quando l’universo si espanderà di nuovo, tutto quanto sarà come adesso; qualunque errore commetterai in questa vita lo ripeterai nel tuo prossimo passaggio ogni errore che commetterai sopravviverà ancora e ancor per sempre. Quindi il consiglio che ti do è di far le scelte giuste questa volta; perché questa volta è tutto ciò che hai.
 

Mark: Allora, che mi dice dell’ordinamento sociale, del governo?
Prot: No, non ce n’è nessun bisogno.
Mark: Quindi non avete leggi?
Prot: Niente leggi. Niente avvocati.
Mark: Come distinguete il bene dal male?
Prot: Ogni creatura dell’universo distingue il bene dal male.
Mark: Ma se per caso… Ammettiamo che qualcuno facesse qualcosa di sbagliato, commettesse un omicidio o uno stupro, come verrebbe punito?
Prot: Le voglio dire una cosa, Mark. Voi umani, la maggior parte di voi, approva questa politica dell’occhio per occhio, vita per la vita, che è conosciuta in tutto l’universo per la sua stupidità. Anche i vostri Buddha e Cristo avevano una visione diversa, ma nessuno ha prestato loro molta attenzione, neppure i buddhisti e i cristiani. Voi umani… Talvolta è difficile capire come abbiate potuto sopravvivere.
Howie: Non mi hai più detto qual era il mio ultimo compito… Qual è il mio ultimo compito?
Prot: Restare qui… Ed essere pronto, a qualunque cosa.