Riflessioni

Monologo sulla vita

Il monologo finale di Danny De Vito tratto dal film “The Big Kahuna” che si protrae fin sopra i titoli di coda: saggio, appassionante e appassionato. Semplice ma efficace, lineare ma poetico; vale il film quasi da solo.
The Big Kahuna è un film del 1999 diretto da John Swanbeck e tratto dalla commedia teatrale Hospitality Suite di Roger Rueff. La pellicola vede protagonisti Kevin Spacey, Danny DeVito, Peter Facinelli.
Il testo del monologo
Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t’erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato.
Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perder tempo con l’invidia.
A volte sei in testa.
A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant’anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse.
Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo.
Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
È il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza.
Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori.
Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli.
Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono.
Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perchè più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant’anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio… per questa volta.

 

Riflessioni

7 frasi buddiste che vi cambieranno la vita

Molte persone preferiscono definire il buddismo più come una psicologia di vita che una religione. Il buddismo è una delle religioni più antiche ancora oggi praticate da circa 200 milioni di persone in tutto il mondo.
Qual è il segreto di questa filosofia?
L’elemento che ha permesso che questa filosofia o religione perduri con il passare del tempo e che continui ad essere scelta dalla persone è la semplicità con cui essa trasmette messaggi colmi di saggezza, i quali sono davvero in grado di migliorare la nostra qualità di vita.

Per capirla e coglierne il significato, non è necessario divenire seguaci di tale religione. Bisogna solo aprire il nostro cuore e realizzare un’importante apertura mentale.

Qui di seguito elenchiamo  le 7 migliori frasi buddiste che cambieranno la vostra vita…

Riflessioni

15 cose che dovreste impedire agli altri di farvi

Ecco una lista di cose che non puoi permettere alla gente di fare:

1. Smettete di lasciare che gli altri vi dicano come dovreste vivere

O cosa dovreste indossare o chi dovreste frequentare o cosa dovreste mangiare.

2. Smettete di lasciare che gli altri prosciughino le vostre energie

 Prendete le distanze da questo genere di persone e non portare la loro negatività nella vostra vita.

3. Smettete di lasciare che gli altri si impiccino nella vostra vita

Le persone che non hanno nulla da fare entrano nella vostra vita sin dall’inizio. Allontanatevi da coloro che vogliono soltanto fare dei pettegolezzi su di voi.

4. Smettete di lasciare che gli altri si prendano gioco dei vostri sogni

Le menti limitate discutono di idee limitate, se volete sognare in grande dovrete circondarvi di persone che credono nei sogni o di gente che è riuscita a realizzarli.

5. Smettete di lasciare che gli altri vi ingannino due volte

 Se qualcuno ha tentato di convincervi di essere cambiato e voi non gli credete, non dategli una seconda possibilità. Mentirete soltanto a voi stessi.

6. Smettete di lasciare che gli altri vi diano consigli che loro stessi non seguono

Se non mettono in pratica quello che predicano, non ascoltateli. Probabilmente non vogliono capire che ciò che è meglio per loro è meglio per voi.

7. Smettete di lasciare che gli altri puntualizzino i vostri fallimenti

Tristemente, alcune persone stanno meglio con se stesse nel momento in cui sminuiscono gli altri. Non dategli questo potere. Non cedete oppure allontanatevi per il vostro bene.

8. Smettete di lasciare che gli altri vi facciano sentire non amati

 Ci sono persone che continuano a dirvi quanto siate complicati o perché dovreste cambiare. Voi siete in corso d’opera e alcune persone vi amano e accettano il vostro caos. Restate vicini a queste persone; sono abbastanza.

9. Smettete di lasciare che gli altri approfittino della vostra gentilezza

O che richiedano tutto il vostro tempo. Siate dei buoni amici, ma capite sempre quando vi si viene dati per scontati.

10. Smettete di lasciare che gli altri vi tengano lontani dalle vostre passioni

Perché è una cosa folle o non realistica o non ne vale la pena. Non lasciate che vi frenino dal seguire la vostra vocazione.

11. Smettete di lasciare che gli altri vi facciano pressioni con il tempo

 Le persone amano le linee temporali e le scadenze. Fate del vostro meglio e fate in modo che siate solo voi a prendervi cura della tempistica della vostra vita.

12. Smettete di lasciare che gli altri vi etichettino

Vulnerabile. Emotivo. Permaloso. Indeciso. Complicato. Le persone amano le etichette, ma ciò non vuol dire che voi dovreste accettarle. Gettatele via.

13. Smettete di lasciare che gli altri vi facciano cambiare idea

Dovete prendere dei rischi e fare un atto di fede. Non condividete tutte le vostre idee con persone che non le comprenderanno.

14. Smettete di lasciare che gli altri vi biasimino per ciò che va male nelle loro vite

 Non lasciate che gli altri vi usino come capro espiatorio per i loro limiti.

15. Smettete di lasciare che gli altri prendano più della loro parte nella vostra vita

Alla fine, le persone possono involontariamente svenarvi o deludervi. Quando qualcuno vi sta facendo pressioni con il suo punto di vista, ricordate che non siete costretti ad accettarlo.

Riflessioni

L’uomo che sputò in faccia al Buddha

Il Buddha era seduto sotto un albero a parlare ai suoi discepoli. Arrivò un uomo e gli sputò in faccia. Egli si asciugò, e chiese all’uomo, “E poi? Cosa vuoi dire dopo?” L’uomo era un po’ perplesso perché non si aspettava che, dopo aver sputato sul volto di qualcuno, gli si chiedesse: “E poi?”

Non era mai successo in suo passato. Aveva insultato persone e loro si erano arrabbiati, avevano reagito. Ma Buddha non è come gli altri, non si è arrabbiato, né in alcun modo offeso. Ma ha detto semplicemente: “E poi?” Non c’è stata alcuna reazione da parte sua.

I discepoli del Buddha si arrabbiarono, reagirono. Il suo discepolo più vicino, Ananda, disse, “Questo è troppo, e non possiamo lo tollerare. Deve essere punito per questo. In caso contrario tutti potranno iniziare a fare cose come questa.”

Buddha disse: “Tu taci. Non mi ha offeso, ma sei tu ad offendermi. Lui è nuovo, un estraneo. Deve aver sentito dalla gente qualcosa di me, che questo uomo è un ateo, un uomo pericoloso che sta gettando la gente fuori dal loro sentiero, un rivoluzionario, un corruttore. E in lui potrebbe essersi formata una qualche idea, un concetto di me. Egli non ha sputato su di me, lui ha sputato sulla sua nozione. Ha sputato sulla sua idea di me, perché lui non mi conosce affatto, così come può sputare su di me?”

“Se ci pensi profondamente” Buddha disse “ha sputato sulla propria mente. Io non sono che parte di lui, e posso vedere che questo povero uomo deve avere qualcos’altro da dire perché questo è un modo di dire qualcosa.

Sputare è un modo di dire qualcosa. Ci sono momenti in cui senti che il linguaggio è impotente: nell’amore profondo, nella rabbia intensa, nell’odio, in preghiera. Ci sono momenti intensi in cui il linguaggio è impotente. Poi si deve fare qualcosa. Quando si è arrabbiati, profondamente arrabbiati, si colpisce la persona, ti sputano addosso, lui sta dicendo qualcosa. Lo posso capire. Deve avere qualcosa di più da dire, è per questo che sto chiedendo, “E poi?”

L’uomo era ancora più perplesso! E Buddha disse ai suoi discepoli: “Sono più offeso da voi perché voi mi conoscete, e avete vissuto per anni con me e ancora reagite.”

Perplesso, confuso, l’uomo tornò a casa. Non riuscì a dormire per tutta la notte. Quando vedi un Buddha, è difficile, impossibile dormire nello stesso modo in cui dormivi prima. Più e più volte era ossessionato da questa esperienza. Non riusciva a spiegare a se stesso, quello che era successo. Egli era tutto tremante e sudato. Non aveva mai incontrato un uomo così, lui aveva mandato in frantumi la sua mente e il suo intero modello, tutto il suo passato.

La mattina dopo era di nuovo lì. Si gettò ai piedi di Buddha. Buddha gli chiese ancora: “E poi?” Anche questo è un modo per dire qualcosa che non si può dire con il linguaggio. Quando arrivi e tocchi i miei piedi, stai dicendo qualcosa che non si può dire, perchè tutte le parole diventano un po’strette. Buddha disse: “Guarda, Ananda, questo uomo è di nuovo qui, sta dicendo qualcosa. Questo uomo è un uomo di profonde emozioni”.

L’uomo guardò il Buddha e disse: “Perdonami per quello che ho fatto ieri”.

Buddha disse: “Perdonarti? Ma io non sono lo stesso uomo a cui hai fatto qualcosa. Il Gange continua a scorrere, non è mai il Gange di prima. Ogni uomo è un fiume. L’uomo che sputa non è più qui. Non vedo proprio nessuno come lui, ed io non sono la stessa cosa, tanto è successo in queste 24 ore! Il fiume ha scorso così tanto. Quindi non posso perdonarti perché non ho nessun rancore contro di te. ”

“E anche tu sei nuovo. Vedo che non sei lo stesso uomo che è venuto ieri, perché quell’uomo era arrabbiato e lui ora, si sta chinando ai miei piedi, tocca i miei piedi. Come può essere lo stesso uomo? Tu non sei lo stesso uomo, quindi cerchiamo di non pensarci più. Queste due persone, l’uomo che ha sputato e l’uomo su cui sputare, entrambi non sono più. Vieni più vicino. Parliamo di qualcos’altro.”

 

 

 

Riflessioni

Le cose importanti della vita

Ieri notte ho sognato di entrare in uno strano negozio.
Dietro al bancone c’era uno splendido angelo, ricordo che aveva lunghi ricci dorati e due occhi azzurri e profondi come il mare aperto.

-Cosa vendete in questo negozio?
-Solo cose importanti, signore.
-Ad esempio?
-Amore puro ed incondizionato; imperturbabile serenità; gioia di primissima scelta…
-Wow. E quanto costano?
-Mi scusi, signore, ma dove pensa di essere entrato? Questo è il negozio di Dio, è tutto gratuito.
-Davvero posso portare via tutto ciò che voglio?
-Certamente, mi dica solo come posso servirla.
-Vediamo… mi dia un po’ di tutto ciò che avete: amore, serenità, amicizia… tolleranza, gioia, fiducia… perseveranza, pazienza… sincerità…
-Aspetti qui.

L’angelo sparì nel retrobottega e tornò dopo qualche minuto.
In mano, aveva una piccola bustina.
Ero stato chiaramente imbrogliato.
Lo guardai con sospetto.

-Tutto qui?
-Tutto qui.
-Lei mi sta dando solo ciò che merito. Vero?
-Sbagliato.
-Allora mi dica come è possibile che tutto ciò che le ho chiesto si trova in questa piccola bustina!
-Amico mio, qui non doniamo frutti. Ma semi.

 

La verità è che le cose più importanti della vita non possono essere acquistate. La felicità non è la retribuzione che riceviamo in cambio di ciò che diamo agli altri, ma la gioia di essere in grado di donare. Di noi, resterà solo l’amore che abbiamo donato.

 

 

 

Interessanti Riflessioni

I Forgot my Phone, un video sulla nostra dipendenza dalla tecnologia

L’alienazione dalla vita sociale è il “convitato di pietra” del breve filmato, la cui trama si incentra su una ragazza che vede il proprio fidanzato quasi “rapito” e distratto dal suo telefonino.
Il ragazzo infatti, passa gran parte del tempo a telefonare, chiamare, scrivere e leggere sms, isolandosi di fatto da tutto il contesto sociale. Il videoclip impone quindi una severa riflessione sul ruolo che la tecnologia sta avendo nella nostra quotidianità, orientata a dismisura verso una vera e propria dipendenza da essa.
Non sorprende quindi il boom di accessi al video; in molti ne hanno sottolineato la veridicità e l’importanza di aprire una seria riflessione su questa tematica.

Riflessioni

LA VIA GIUSTA (voce di Nando Gazzolo)

“Sai che gli alberi parlano?
Si, parlano l’un con l’altro,
e parlano a te,
se li stai ad ascoltare…

“Tieni sempre bene a mente
che ogni momento della tua vita,
può essere utile a te e agli altri
e che per costruire
un mondo migliore
occorre essere umili
pazienti, laboriosi,
mentre per distruggerlo
può bastare il gesto insensato
di un attimo.

Lavora per costruire le cose
che nessuno potrà mai distruggere.
Sii tu a decidere come spendere
le risorse della tua esistenza.
Sii padrone del tuo tempo,
è una ricchezza
che non ha eguali,
è il dono più grande
che hai ricevuto da tuo padre e
da tua madre,
quando sei venuto al mondo.
Le grandi idee saranno
la vera essenza della tua vita,
trasformale in una realtà,
pensando sempre che domani
altri verranno dopo di te.
E non farti abbagliare
dalle promesse che potrai raccogliere
in un solo giorno,
esse si esauriranno ad ogni calar del sole.
Fa che ogni momento
della tua giornata
sia ricco di attenzioni
per i bisogni di tutti gli uomini,
quelli vicini e quelli più lontani,
viviamo sotto lo stesso cielo.
Ricorda sempre che
indicare una strada a qualcuno,
essere di esempio,
accettare una sfida,
inseguire un sogno,
è quanto di più importante
puoi coltivare e scrivere
nell’elenco delle tue risorse
e delle tue conquiste.
Cammina senza fermarti mai,
tieni i tuoi amici al tuo fianco,
e aiuta chi resta indietro.
Fa della tua umanità,
della tua generosità,
una convinzione profonda,
della tua sincerità e della tua onestà,
un credo.
Questo ti permetterà
di prendere decisioni rapide,
di affrontare le occasioni
più importanti della tua vita,
di andare molto più lontano
dei luoghi che hai sempre cercato.
Nei momenti di gioia come
in quelli del dolore,
non restare mai solo,
ma impara a godere anche
della tua solitudine,
è la madre di tutti i sentimenti,
la culla della saggezza.

Sii forte dei tuoi desideri e
delle tante speranze che
vivono nella tua anima
sin dalla nascita,
nutrire un grande amore
serve a non cedere mai
alla disperazione.
Tieni presente che l’amore
è il sentimento
che muove le leve del mondo,
e l’unico capace
di sconfiggere il male.
Impara che potrai essere grande
al di là degli anni,
dei limiti del tempo
e delle abitudini.
L’età potrà fare di te
un giovane sempre più grande,
un giovane vecchio
o un vecchio giovane,
oppure un vecchio e basta,
è una scelta che dipende
soltanto da te,
ricordalo.
Essere giovani
non significa avere
una tenera età,
significa saper riconoscere
in ogni momento,
le emozioni dettate dal tuo cuore,
e trovare in ogni momento
il coraggio di rispondere alle domande
che esso ti pone. E…
… quando ti accorgerai
che le tue ali
stanno per sfiorare
le cime degli alberi,
allora sappi che
è giunto il momento
di volare più in alto,
e gli alberi
proteggeranno il tuo nuovo volo.”

È difficile apprezzare le cose
ottenute senza troppa fatica e
riconoscerne il vero valore, così,
il più delle volte si finisce
per perderle
senza rendersene
nemmeno conto.
L’uomo ha bisogno di credere
più che del semplice sapere,
e di trasformare gli anni
in una conquista
più che del vivere a lungo.

Credere di aver raggiunto
un traguardo
o fermarsi alla prima meta
è un limite alla speranza
e a tutte le ambizioni.
E ricordati sempre, che la vita
non sarà mai finita
né dimenticata, fino a quando
avrà da indicare a qualcuno
un sogno
da poter realizzare.
Se sarai attento
A tutto ciò che accade
nel mondo che ti circonda
imparerai
che nulla è impossibile
per chi sceglie
La Via Giusta.

Il Maestro e la Via Giusta (testo: Sandrino Aquilani – voce: Nando Gazzolo)

Riflessioni

Le ultime parole di Steve Jobs

Ho raggiunto l’apice del successo nel mondo degli affari.

Agli occhi altrui la mia vita è stata il simbolo del successo.

Tuttavia, a parte il lavoro, ho una piccola gioia. Alla fine, la ricchezza è solo un dato di fatto al quale mi sono abituato.

In questo momento, sdraiato sul letto d’ospedale e ricordando tutta la mia vita, mi rendo conto che tutti i riconoscimenti e le ricchezze di cui andavo così fiero, sono diventati insignificanti davanti alla morte imminente.

Nel buio, quando guardo le luci verdi dei macchinari per la respirazione artificiale e sento il brusio dei loro suoni meccanici, riesco a sentire il respiro della morte che si avvicina…

Solo adesso ho capito, una volta che accumuli sufficiente denaro per il resto della tua vita, che dobbiamo perseguire altri obiettivi che non sono correlati alla ricchezza.

Dovrebbe essere qualcosa di più importante:
per esempio le storie d’amore, l’arte, i sogni di quando ero bambino…

Non fermarsi a perseguire la ricchezza potrà solo trasformare una persona in un essere contorto, proprio come me.

Dio ci ha dato i sensi per farci sentire l’amore nel cuore di ognuno di noi, non le illusioni costruite dalla fama.

I soldi che ho guadagnato nella mia vita non li posso portare con me.

Quello che posso portare con me sono solo i ricordi rafforzati dall’amore.

Questa è la vera ricchezza che ti seguirà, ti accompagnerà, ti darà la forza e la luce per andare avanti.

L’amore può viaggiare per mille miglia. La vita non ha alcun limite. Vai dove vuoi andare. Raggiungi gli apici che vuoi raggiungere. E’ tutto nel tuo cuore e nelle tue mani.

Qual è il letto più costoso del mondo? Il letto d’ospedale.
Puoi assumere qualcuno che guidi l’auto per te, che guadagni per te, ma non puoi avere qualcuno sopporti la malattia al posto tuo.

Le cose materiali perse possono essere ritrovate. Ma c’è una cosa che non può mai essere ritrovata quando si perde: la vita.

In qualsiasi fase della vita siamo in questo momento, alla fine dovremo affrontare il giorno in cui calerà il sipario.

Fate tesoro dell’amore per la vostra famiglia, dell’amore per il vostro coniuge, dell’amore per i vostri amici…

Trattatevi bene. Abbiate cura del prossimo.

 

Dicono che queste siano state le ultime parole di Steve Jobs in punto di morte. Non abbiamo trovato una fonte ufficiale e non sappiamo con certezza se Steve Jobs le abbia realmente scritte, ma sono bellissime. Come non condividerle?

Riflessioni

Farlo innamorare della tua bellezza servirà a poco.

Farlo innamorare della tua bellezza servirà a poco.
Sarai anche bellissima, ma il mondo è pieno di belle donne.
Gli basterà solo qualche tempo, per incontrare quella che prenderà il tuo posto.
Tu invece fallo innamorare dei tuoi difetti.
Del tuo essere un po’ disastrata.
Fallo innamorare del modo in cui dormi.
Del modo in cui gesticoli quando sei arrabbiata.
Del modo in cui mangi.
Fallo innamorare della parte di te più vera e immutabile, e lui smetterà di guardarsi intorno.
Avrà occhi solo per te, perchè avrà capito che quei modi di fare, quelle stranezze che tanto ama in te, non le ritroverà in nessun’altra.

Riflessioni

Conoscete la storia dei tre setacci?

Questa storiella è un grande insegnamento per portarci a riflettere prima di parlare male degli altri o ascoltare le maldicenze altrui.
I tre setacci
Un giorno Socrate fu avvicinato da un uomo in piena agitazione che gli disse:
«Ascolta Socrate, ti devo raccontare qualcosa d’importante sul tuo amico.»
«Aspetta un attimo», lo interruppe il saggio, «hai fatto passare ciò che mi vuoi raccontare attraverso i tre setacci?»
«Tre setacci?», chiese l’altro meravigliato.
«Sì, mio caro, vediamo se ciò che mi vuoi raccontare passa attraverso i tre setacci. Il primo setaccio è quello della verità: sei convinto che tutto quello che mi vuoi dire sia vero?»
«In effetti no, l’ho solo sentito raccontare da altri.»
«Ma allora l’hai almeno passato al secondo setaccio, quello della bontà? Anche se quello che vuoi raccontare non è del tutto vero, è almeno qualcosa di buono?»
L’uomo rispose esitante: «Devo confessarti di no, piuttosto il contrario…»
«E hai pensato al terzo setaccio? Ti sei chiesto a che serva raccontarmi queste cose sul mio amico? vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. È utile che io sappia cosa avrebbe fatto questo amico?»
«Beh, veramente no…»
«Vedi?», continuò il saggio, «Se ciò che mi vuoi raccontare non è vero, né buono, né utile, allora preferisco non saperlo e ti consiglio di dimenticarlo»

 

Note: questa storiella non è stata scritta da Socrate, ma da Dan Millman scrittore inglese nato nel 1946 e che a 34 anni scrisse un libretto dove uno dei protagonisti  si chiama Socrates e accompagna il giovane Joy alla scoperta della vita. Il libro è stato successo editoriale nella linea di libri per “l’anima”, crescita interiore, raggiungimento dei traguardi, questo e altro sono narrati nei libri di Millman, ma sono libri, fiction, Socrate (quello vero) non ha mai raccontato questa storiella…

Riflessioni

Anche tu vedi questi numeri ovunque? Ecco spiegato il motivo.

Quanto spesso avete notato i numeri 11:11, 12:12, 10:10, 22:22, 12:34, 2:22, 3:33, 4:44 or 5:55 guardando l’orologio o apparirvi nei posti più impensati? Sono sicura molte volte.

C’è una ragione per tutto questo? Sembra proprio di si.
Sempre più persone al mondo concordano sul fatto di vedere sempre più i numeri maestri, ovvero una serie di numeri doppi o tripli. La frequenza con cui questo accade sta accelerando che ormai non si può più parlare di semplice coincidenza.
Il fenomeno sta avendo proporzioni gigantesche e tutti concordano sul fatto che ci sia un più profondo significato, un messaggio in codice per noi dal mondo spirituale.

Tra i numeri maestri il più frequentemente avvistato e’ 11 e in particolar modo nella sua forma di 11:11. Ma cosa significa?

Significa che una Realtà Superiore si è inserita nella nostra vita quotidiana.

Si sta verificando una fusione fra il nostro vasto cosmo e i nostri corpi fisici. Questo trasforma il nostro DNA e ci permette finalmente di diventare vivi e vibranti e totalmente reali.La prossima volta che vedete l’11:11, fermatevi e sentite le impercettibili energie attorno a voi.

L’11:11 è una chiamata al risveglio inviata a voi stessi

Un ricordo del vostro vero scopo qui sulla Terra.
Di solito, durante questi momenti di intensificata energia o cambiamenti personali accelerati, noterete molto più frequentemente l’11:11.
Vedere i Numeri Maestri dell11:11 è SEMPRE una conferma che siete sul giusto percorso.

Uno stimolo della memoria 11:11

Ogni volta che vediamo i numeri 11:11, le banche della nostra memoria cellulare sono ulteriormente attivate. C’è una profonda stimolazione in noi, un cenno di ricordo di qualcosa a lungo dimenticato. La comparsa dell’11:11 è una potente conferma che siamo sulla strada giusta, allineati con la Realtà Superiore.
L’11:11 è un punto di inserzione attraverso cui la Realtà Superiore entra nel momento presente.Quando accade, è il momento di interrompere qualunque cosa stiate facendo e ampliare la vostra visione.

Potete entrare nella Realtà Superiore e viaggiare all’interno dell’Invisibile. Potete seminare un desiderio trattenuto a lungo, ricevere una visione, chiedere aiuto per qualche ambito specifico della vostra vita o semplicemente percepire l’Invisibile inserirsi nel momento presente. Le rivelazioni che riceverete non verranno sotto forma di concetti mentali, piuttosto, saranno esaltanti stati dell’essere nei quali vedrete ogni cosa come se aveste nuovi occhi. Una profonda comprensione di ciò che è veramente reale vi circonderà.

La comparsa dell’11:11 è sempre un atto di Intervento Divino che dà beneficio.

Ti dice che è tempo di guardarti attorno e vedere cosa è reale e cosa è illusorio. È tempo di squarciare i veli dell’illusione che ci tengono confinati in un mondo irreale. Tu sei stato scelto, perché sei pronto, per entrare nella Realtà Superiore; per far strada agli altri in un nuovo modo di vivere, nell’Amore Superiore; per ascendere dalla dualità verso l’Unità.
NUMERI MAESTRI
Potreste anche scatenarvi con altri Numeri Maestri multipli. I Numeri Maestri sono numeri multipli come 11, 22, 33, 44, 55, 66, 77, 88 e 99. Questi numeri appartengono alla Realtà Superiore basata sull’Unità piuttosto che sulla dualità.

Ogni Numero Maestro è un livello di iniziazione che dobbiamo tutti attraversare durante il nostro viaggio evolutivo sulla Terra.

A volte, possiamo essere attivati da un Numero Maestro superiore come: 111, 222, 333, 444, 555, etc. Ognuno di questi ha un’unica risonanza che influisce su di noi e ci attiva a livello cellulare profondo.

11 = Nascita e ancoraggio del Nuovo.
22 = Costruire sul Nuovo. Costruire Nuove vite e un Nuovo Mondo.
33 = Servizio Universale attraverso l’accelerazione del nostro Essere Unico.
44 = Equilibrio fra spirituale e fisico, la riconfigurazione del nostro labirinto evolutivo.
Come Sopra, così Sotto. La creazione delle fondamenta delle nostre Nuove Vite.
55 = Raggiungere la libertà personale liberandosi dal passato ed essere totalmente reali.
66 = Adempiere alle nostre responsabilità in maniera creative e gioiosa.
77 = Profonda introspezione e rivelazione. Affidarci alla nostra più intima essenza.
88 = Conoscenza a fondo dell’abbondanza e dell’integrità in tutti i reami.
99 = Il completamento di un ciclo evolutivo maggiore. Tempo per un altro salto quantico.

00, 000, 00:00
Il grande vuoto, l’ignoto che deve essere e che non è ancora nato. Spostarsi in un flusso dimensionale più elevato, saltando le matrici del tempo. Il portale della creazione prima della creazione. Un ricordarvi che siete sempre uno con l’universo. Percorrete il cerchio interiore del completamento per completate ciò che deve essere completato.

11, 111, 11:11
Portali si aprono e portali si chiudono e voi siete tra tutti questi. Creazione consapevole con 13 secondi di intervallo tra un pensiero e l’altro. Diventare uno con l’Anima in abbondante creazione dei desideri del cuore.

22, 222, 22:22
La più alta sequenza di manifestazione/creazione senza frustrazione. Tutte le parole pensate, azioni e le intenzioni germoglieranno sia che la pioggia li aiuti a crescere o no. Uscire fuori dalla polarità. Il tempo va avanti con o senza di voi. Non create in automatico, dite la vostra nella vostra vita. Mantenete vive le vostre intenzioni, sapendo che quello che avete piantato con le vostre parole e azioni cresceranno e matureranno in accordo con le stagioni del cielo.

33, 333, 3333
Questo numero vi offre una scelta. La trinità è attivata dentro al tetraedro nella struttura del vostro DNA. Questo numero vi offre l’opportunità di connettervi con esseri, maestri, guide e angeli altamente evoluti. La trinità è la santità in tutte le vostre scelte. Il vostro corpo, la mente e lo spirito sono in accordo con l’evoluzione della vostra Anima. Alla presenza di questo numero non potete essere indecisi. Connettetevi con la saggezza della Grande Anima e notate il sacro in tutte le vostre scelte senza guardare al risultato.

44, 444, 4444
Nuove fondamenta di luce per la vostra vita. Nuove opportunità in arrivo senza neanche chiedere. Costruite il vostro futuro un pensiero alla volta, mattone dopo mattone. Non permettete a nessuno di buttare giù i vostri sogni con la loro negatività. Credete profondamente fino a che non vedrete i risultati. Tenete duro attraverso tutte le scelte e i cambiamenti. Restate ancorati a quello che sapete essere la divina verità e la nuova piattaforma di luce si solidificherà.

55, 555, 5555
L’universo sta facendo dei cambiamenti per te sia che tu lo abbia chiesto o no. L’universo sta cambiando direzione per te con il permesso della tua Anima. Trattenete la visione fino a quando non approderete alla spiaggia del sé . Questo cambiamento può essere una risposta ad una lontana dimenticata preghiera. Il futuro è nascosto, per cui guardatelo con gli stessi occhi con cui guardereste un sogno tanto desiderato. Permettete alle correnti di portarvi un futuro pieno di possibilità ancora se per voi nascoste da dove vi trovate adesso.

66, 666, 6666
La vibrazione del 6 si è trasmutata ad una vibrazione di luce ed è avvertita come un’emanazione divina. Troppo a lungo l’Umanità ha associato il 6 a tutto quello che era considerato negativo, oscuro, denso o addirittura demoniaco. Guardate semplicemente alla bellezza di un pianeta che vi ha dato forza vitale sin da quando siete nati. Il numero 6 vi sta chiedendo di tornare al seme originale della vita in riverenza per la sua numerica spiegazione. Il 6 appartiene alla Terra, ma c’è una bellezza divina nella terra e in quelli della terra. Madre Terra comincia a ritornare alla sua forma originaria anche senza il consenso dei suoi figli. Allineandovi con la vera essenza del numero 6 troverete un’armonia e una facilità inaspettata mentre percorrete le nuove vie della terra in fase di costruzione.

77, 777 o 7777
Questa è la vibrazione del guerriero spirituale. Colui che percorre quello stretto sentiero interiore. Il 7 lavora per la luce e con la luce. Il 7 mangia, beve e parla di luce. Al 7 non è consentito di uscire fuori dai confini della luce per più di un attimo. Il 7 vi riporta a casa, il luogo dove i miracoli sono ad ogni istante, il luogo dove potete volare e danzare con le stelle. Il sette è il luogo dove meraviglia, magia e miracoli sono del tutto naturali. Sette è il vostro naturale stato d’essere.

88, 888, 8888
Come in alto così in basso. Questa configurazione apre il portale dell’Infinito e ci guida nel rilascio di tutte le limitazioni. È il numero dell’andare oltre quello che consideriamo essere il nostro limite. Ci chiede di volare fino alla Luna e fermarci a guardare la Via Lattea nella via di ritorno. È pura spirituale energia atomica, pura sorgente di potere. È successo, prosperità e grandi imprese con la benedizione dell’Universo. È ricordare finalmente il nostro divino retaggio come promesso dal Creatore. È innalzare lo sguardo sopra le limitazioni terrestri e salire avanti verso un luogo di opulenza e generosità.

99, 999, 9999
Completamento cosmico e personale. Significa passare al prossimo livello di amore e di servizio per l’evoluzione del pianeta attraverso l’auto-guarigione. Caduta libera dall’altezza del nove nella luce. Entrata e uscita sono nello stesso respiro. Attraverso il nove si ha un salto quantico verso doni sconosciuti. Siete pronti a vedere di più e ad essere più di quello che siete in questo momento?

Fonte: ragazzaindaco.blogspot.it

 

 

Riflessioni

Tutti i significati della parola FUCK (fottere)

Un divertente, esilarante Osho che gioca con i molteplici significati del termine “Fuck”. Il video è sottotitolato in italiano, ed é un piccolo capolavoro di destrezza linguistica che ci ha lasciato in eredità Osho, scomparso nel 1990. Il titolo di questo video è: Strane fottute conseguenze, Spiritualmente Incorretto 🙂

“Questo mondo non è una creazione separata dal divino. È divino. E ogni cosa è solo un gioco. E dio non è il tuo giudice, perché non è separato da te. Lui è te! Permetti al tuo divino di essere giocoso, permetti al tuo divino di danzare, cantare e celebrare… e solo allora si rivelerà a te.” (Osho)

Riflessioni

LE RELIGIONI E IL LORO ERRORE BASILARE

Osho,
Sei contro tutte le religioni? Quali sono i loro errori fondamentali? 

Sì, sono contro tutte le cosiddette religioni perché non sono affatto religioni. Io sono per la religione, ma non per le religioni.

La vera religione può essere solo una, proprio come la scienza. Non c’è una fisica musulmana, una indù o una cristiana; sarebbe una cosa insensata. Ma questo è proprio ciò che hanno fatto le religioni: hanno fatto della terra un manicomio.

Se la scienza è una, allora perché non dovrebbe essere una anche la scienza dell’interiorità?

La scienza esplora il mondo oggettivo e la religione esplora quello soggettivo. Il loro lavoro è lo stesso, sono solo la loro direzione e dimensione a essere differenti.

In un’era più illuminata non ci sarebbe nemmeno la religione; ci sarebbero solo due scienze: la scienza oggettiva e quella soggettiva. La scienza oggettiva ha a che fare con le cose, quella soggettiva con gli esseri.

Ecco perché affermo di essere contrario alle religioni ma non alla religione anche se  questa religione sta ancora nascendo. Le vecchie religioni faranno tutto ciò che è in loro potere per ucciderla, per distruggerla, perché la nascita di una scienza della consapevolezza sarà la morte di tutte queste cosiddette religioni che hanno sfruttato l’umanità per migliaia di anni.

Che fine faranno le loro chiese, le sinagoghe, i templi? Che accadrà al loro clero, ai papi, agli imam, agli shankaracharya, ai rabbini? Il loro è un grosso affare. Queste persone non permetteranno con tanta facilità la nascita di una vera religione.

Nella storia dell’umanità è arrivato il momento in cui la morsa delle vecchie religioni si sta allentando.

La gente rende un omaggio solo formale alla religione cristiana, ebraica, induista e musulmana, ma di base chiunque abbia un minimo di intelligenza non ha più alcun interesse per quella spazzatura. Magari va alla sinagoga o in chiesa o alla moschea per altre ragioni, ma più che ragioni religiose sono ragioni sociali. È vantaggioso essere visti nella sinagoga; è rispettabile, e non fa male a nessuno. È come associarsi al rotary club o al lions club. Queste religioni sono dei vecchi club circondati da un gergo religioso, ma se vai un po’ più in profondità scopri che è un abracadabra privo di sostanza.

Io sono per la religione, ma quella religione non sarà una ripetizione di una di quelle che conosci già, questa religione sarà una ribellione contro tutte le altre. Non porterà avanti il loro lavoro; anzi lo abbandonerà completamente e ne inizierà uno nuovo, la trasformazione reale dell’uomo.

Mi chiedi: Qual è l’errore basilare di tutte queste religioni? Gli errori sono tanti e sono tutti fondamentali, ma voglio parlare prima di tutto del più importante: quello che nessuna di queste religioni ha avuto abbastanza coraggio di accettare il fatto che esistono cose che non sappiamo. Esse hanno preteso di sapere tutto, di essere onniscienti.

Questo perché, se accetti di essere ignorante su un certo soggetto, chi sa, potresti esserlo anche rispetto ad altre cose. Che garanzia c’è? Per essere assolutamente sicuri, hanno finto, senza alcuna eccezione, di essere onniscienti.

La cosa più bella della scienza è che non pretende di essere onnisciente.

La scienza non pretende di essere onnisciente, accetta i suoi limiti umani. Sa qual è il suo sapere e sa anche che c’è molto di più da apprendere. E gli scienziati più geniali sanno una cosa ancora più profonda. Gli scienziati sanno quali sono i limiti del conosciuto; prima o poi arriveranno a conoscere il conoscibile – sono già sulla strada.

Ma solo gli scienziati più grandi come Albert Einstein sono coscienti della terza categoria, l’inconoscibile, che non potrà mai essere conosciuto. A questo riguardo non si può fare nulla, perché il mistero supremo non può essere ridotto a conoscenza.

Siamo parte dell’esistenza, come possiamo allora conoscerne il mistero supremo?

Siamo arrivati molto tardi e non c’era nessuno come testimone. Non c’è modo di separarci completamente dall’esistenza e diventare solo degli osservatori. Viviamo, respiriamo, esistiamo con l’esistenza: non possiamo separarci da essa. Il momento in cui siamo separati, siamo morti. Ma se non siamo separati, se non possiamo essere dei semplici osservatori, senza alcun attaccamento, non possiamo conoscere il mistero supremo; è impossibile e resterà sempre qualcosa che non si potrà conoscere. Questa parte potrà forse essere sentita, ma non conosciuta. Potrà forse essere sperimentata in modi diversi, ma non come conoscenza.

Ti innamori – puoi forse dire che conosci l’amore? È un fenomeno completamente diverso: lo senti. Se cerchi di conoscerlo, potrebbe evaporare nelle tue mani. Non puoi ridurlo a una conoscenza, non puoi farne un oggetto di conoscenza perché non è un fenomeno della mente, ha a che fare col cuore. I battiti del tuo cuore lo conoscono, ma è una conoscenza di tipo completamente diverso. L’intelletto non è in grado di avvicinarsi ai battiti del tuo cuore.

Ma in te c’è più del cuore: c’è l’essere, la tua sorgente di vita. Proprio come conosci tramite la mente, che è la parte più superficiale della tua individualità, puoi conoscere anche tramite il cuore, che è più profondo della mente. La mente non può arrivarci, perché per essa la profondità è troppa ma al di là del cuore, ancor più in profondità, c’è il tuo essere, la tua sorgente di vita. Questa sorgente di vita ha anch’essa il suo modo di apprendere.

Quando la mente sa, la chiamiamo conoscenza. 

Quando il cuore sa, lo chiamiamo amore. 

E quando l’essere sa, lo chiamiamo meditazione.

I tre parlano lingue diverse, che non sono traducibili l’una nell’altra. Più vai in profondità, più diventa difficile la traduzione, perché al centro dell’essere c’è solo silenzio e come puoi tradurre il silenzio in suono? Nel momento in cui traduci il silenzio in suono lo hai distrutto. Persino la musica non è una traduzione sufficiente; la musica arriva un po’ più vicino, ma è sempre suono.

La poesia non arriva così vicino come la musica, perchè le parole, anche se sono belle, rimangono parole, Non hanno vita, sono morte. Come puoi tradurre la vita in qualcosa di morto? Si, forse tra le parole puoi avvere un intuizione qui e là, ma è tra le parole, tra le righe, non nelle parole o nelle righe.

Questo è l’errore basilare di tutte le religioni: hanno ingannato l’umanità atteggiandosi sfacciatamente a chi sa tutto. Ogni giorno sono state smascherate e la loro ignoranza è stata messa in evidenza; per questo si sono opposte a ogni progresso del sapere.

Quando Galileo scoprì che la terra si muove intorno al sole, il papa diventò furioso. Il papa è infallibile, è solo un rappresentante di Gesù ma è infallibile. Che dire su Gesù – è solamente l’unico Figlio di Dio, e che dire su Dio … Ma nella Bibbia – il libro che discende dal paradiso, scritto da Dio personalmente – il sole gira intorno alla terra.

Galileo aveva creato un problema. Se fosse stato nel giusto, allora dio aveva sbagliato; il figlio unigenito di Dio era errato, e tutti i rappresentanti dell’unico figlio di dio in tutti questi duemila anni – tutte persone infallibili – avevano tutte sbagliato. Un uomo solo, proprio Galileo, ha distrutto tutte quelle pretese. Tutta l’ipocrisia è stata messa in evidenza da lui per cui doveva essere messo a tacere. Era anziano, morente, sul letto di morte, ma forzato, quasi trascinato davanti alla corte nel tribunale del papa, per chiedere perdono e scusarsi.

Il papa pretese: “Devi modificare questa affermazione nel tuo libro, la sacra bibbia non può sbagliare. Tu sei solamente un essere umano, puoi sbagliare, ma Gesù Cristo non può commettere errori. Lo stesso Dio non può sbagliare, centinaia di papi non possono essere nel torto. Ti sei messo contro dio stesso, suo figlio, ed i suoi rappresentanti. Devi semplicemnte cambiare la tua affermazione!”.

Galileo doveva essere un uomo con un immenso senso umoristico – che per me è una delle più grandi qualità di un uomo religioso. Solo gli idioti sono seri, costretti ad essere seri, per essere capace di ridere hai bisogno di un pò d’intelligenza.

Si dice che un inglese ride que volte quando ascolta una barzelletta: la prima volta, per essere gradevole con la persona che racconta la barzelletta, per etichetta, una sorta di manierismo, la seconda volta nel mezzo della notte quando comprende il significato della barzelletta. Il tedesco ride solo una volta, proprio per dimostrare che lo ha compreso, un rabbino non ride mai dice semplicemente, ‘Per prima cosa, stai raccontando tutto in modo sbagliato …’

Hai bisogno di un po’ d’intelligenza, e Galileo è stato intelligente, è stato uno dei più grandi scienziati del mondo, ma dovrebbe essere considerato anche una delle persone più religiose. Rispose, “Per forza Dio non può sbagliare, e Gesù anche, tutti gli infallibili papi non possono aver sbagliato, ma il povero Galileo può sbagliare sempre. Non esiste neun problema – cambierò la frase nel mio libro. Ma una cosa dovrebbe essere sempre ricordata, che la terra continuerà a ruotare intorno al sole, su questo non posso fare nulla, non segue i miei ordini. Per quanto riguarda il mio libro, cambierò la frase, mettendo una postilla in cui scriverò questo: ‘La terra non segue i miei ordini, e continua a girare intorno al sole.’

La religione si è opposta a ogni passo fatto dalla scienza.

Secondo la Bibbia, la terra è piatta, non rotonda. Quando Colombo iniziò a progettare il suo viaggio, con l’idea che la terra fosse rotonda, la sua era semplice aritmetica: “Se continuo ad andare avanti, un giorno arriverò allo stesso punto da cui ero partito… percorrendo un giro completo”. Ma tutti erano contrari.

Il papa fece chiamare Colombo e gli disse: “Non essere sciocco! La Bibbia lo dice chiaramente: la terra è piatta. Presto arriverai all’orlo di questa terra piatta e cadrai giù. E chi sa dove andrai a finire? Il cielo è in alto e tu non puoi cadere verso l’alto, non è così? Quindi cadrai giù nell’inferno. Non partire per questo viaggio e non persuadere altri a farlo”.

Colombo volle lo stesso partire e così aprì le porte di un mondo nuovo. Dobbiamo molto a Colombo, non sappiamo nemmeno quanto. Il mondo che conosciamo è venuto alla luce grazie a lui. Se avesse dato ascolto al papa, a quel papa infallibile, che stava solo dicendo sciocchezze… Ma le sue sciocchezze erano sante e molto religiose…

Tutte le religioni al mondo sono costrette ad affermare di sapere tutto ciò che è possibile sapere e conoscerlo esattamente per ciò che è – non possono fare altrimenti.

I giaina dicono che il tirthankara – il loro profeta, il loro messia – è onnisciente. Sa tutto – passato, presente e futuro – quindi tutto ciò che dice è verità assoluta. Buddha prendeva in giro Mahavira, il messia giaina. I due erano contemporanei, venticinque secoli fa. Mahavira stava diventando vecchio, ma Buddha era ancora giovane e capace di ridere e scherzare. Era ancora giovane e vivo; non ancora ben affermato.

Quando una religione si è affermata, hai di fronte degli interessi costituiti. Mahavira aveva una religione affermata già da migliaia di anni, forse la più antica religione del mondo. Gli indù dicono, giustamente, di possedere il libro più antico del mondo, il Rig Veda. È stato ora scientificamente provato che il Rig Veda è la scrittura più antica mai sopravvissuta. Eppure nel Rig Veda viene menzionato il primo messia del giainismo, che è prova sufficiente del fatto che il messia del gianismo era precedente al Rig Veda. Il suo nome era Rishabhadeva.

Egli viene menzionato con un rispetto che è impossibile avere per un contemporaneo. È una debolezza umana, ma è vero che è molto difficile avere rispetto per un contemporaneo, una persona viva, uno come te. È facile rispettare qualcuno che è morto già da tanto tempo. Il modo in cui il Rig Veda ricorda Rishabhadeva è così rispettoso che doveva essere morto da almeno mille anni, non meno di tanto, quindi il giainismo era una religione affermata già da molto tempo.

Con Buddha, il buddismo era appena all’inizio. Egli si poteva permettere di scherzare e di ridere, e così scherzava su Mahavira e sulla sua onnipotenza, onniscienza e onnipresenza dicendo: “Ho visto Mahavira che mendicava davanti a una casa”, perché Mahavira viveva nudo e mendicava. Buddha affermava: “L’ho visto fermarsi davanti a una casa vuota. In casa non c’era nessuno, eppure quest’uomo, dicono i giaina, conosce non solo il presente, ma anche il passato e il futuro”.

Buddha continuava: “Ho visto Mahavira camminare proprio davanti a me, e pestare la coda a un cane. Era mattina presto, non era ancora chiaro. Solo quando il cane è saltato su abbaiando, Mahavira si è accorto che gli aveva pestato la coda. Quest’uomo è onnisciente, eppure non sa che un cane è sdraiato a dormire proprio sul suo cammino, e che lui sta per pestargli la coda”.

Ma la stessa cosa è successa a Buddha quando si è affermato. 

Trecento anni più tardi, quando i suoi detti e le sue affermazioni vennero raccolti per la prima volta, i discepoli misero bene in chiaro che “tutto ciò che è scritto qui è assolutamente vero, e rimarrà vero per sempre”.

Eppure tra quelle affermazioni ci sono tante cose stupide che possono essere state valide venticinque secoli fa, ma che ora non hanno più senso, perché tante cose sono accadute nel corso di questi secoli. Buddha non aveva alcuna idea di Marx o di Freud… ciò che ha affermato o scritto è necessariamente basato solo sulla conoscenza disponibile a quel tempo.

“Un uomo è povero perché nelle sue vite passate ha commesso qualche brutta azione”. Quindi, dopo le affermazioni di Marx non si può dire. “Un uomo è ricco perché ha agito bene nelle vite passate”. Dopo Marx non puoi dirlo, e non penso che Buddha avesse avuto idea della venuta di Karl Marx sulla terra, sebbene  i suoi discepoli abbiano affermato che qualsiasi cosa detta da Buddha sarebbe rimasta vera per sempre – un modo diverso dal dire che Buddha è onniscente.

Per i poveri è stata una buona consolazione, agendo in modo buono e positivo nelle vite future sarebbero diventati ricchi. Ma anche una gioia per i ricchi, ‘Siamo ricchi perché abbiamo agito bene nelle vite passate’. E sanno benissimo che tipo di buon lavoro stanno facendo adesso … e che le loro ricchezze aumentano ogni giorno, i poveri diventano più poveri ed i ricchi più ricchi.

In India non si è mai pensato alla rivoluzione; non ci si è posti neppure il problema che potesse accadere, e l’India ha vissuto in una povertà mai vista in altri paesi. L’India ha vissuto in schiavitù più a lungo di qualsiasi altro paese al mondo. Ma la schiavitù, la povertà, la sofferenza – tutto dev’essere accettato perché è la conseguenza delle tue azioni. Non puoi ribellarti. Contro chi ti puoi ribellare? L’unica possibilità è quella di bilanciare le tue cattive azioni con delle buone azioni. L’idea stessa di rivoluzione non si è mai presentata alla mente indiana. Se la schiavitù arriva, devi accettarla.

Gli indù conoscono tutte le risposte. Dicono: “Senza la volontà di Dio non può accadere nulla. Quindi se sei uno schiavo…” E per duemila anni l’India è rimasta in uno stato di schiavitù; è un miracolo che un paese così vasto sia rimasto in schiavitù per duemila anni. I popoli che hanno invaso l’India erano piccole tribù di barbari; non erano nulla a confronto dell’India. Avrebbero potuto essere schiacciati dalla folla, non c’era neppure bisogno di prendere in mano la spada.

E invece chiunque – unni, mongoli, turchi, musulmani, britannici – chiunque fosse stato ambizioso e voleva invadere l’India, veniva sempre ben accolto. L’India era pronta – anzi si sentiva in obbligo, visto che eri venuto da così lontano, prendendoti tanto disturbo! E il semplice motivo è che gli indù conoscono la risposta: è la volontà di Dio; nulla accade contro la volontà di Dio, quindi questa schiavitù è volontà di Dio.

Voglio che vi ricordiate che l’errore basilare commesso da tutte le religioni è quello di non essere state abbastanza coraggiose da accettare il fatto che ci sono dei limiti al loro sapere.

Non sono mai state capaci di dire in qualche momento: “Non sappiamo”.

Sono state così arroganti da continuare a dire che sanno, creando nuove pretese di conoscenza. È in questo che la vera religione sarà diversa, a un livello fondamentale.

È vero, ogni tanto ci sono stati individui singoli che hanno avuto la qualità della vera religione, per esempio Bodhidharma uno degli esseri umani più splendidi vissuti, che si recò in Cina mille e quattrocento anni fa. Lì rimase per nove anni raccogliendo seguito intorno a lui. Non era però un uomo che apparteneva alla stupidità delle cosiddette religioni. Era un monaco buddista, e la Cina era già stata convertita al buddismo. Migliaia di monaci buddisti avevano già raggiunto la Cina prima di Bodhidharma, e quando appresero della sua venuta, se ne rallegrarono, perché Bodhidharma era quasi alla pari con Buddha e la notizia del suo arrivo li aveva raggiunti molto prima della sua venuta. Persino il re della Cina, il grande imperatore Wu, andò a riceverlo al confine tra la Cina e l’India.

Wu era colui che aveva portato tutta la Cina al buddismo, che aveva provocato la conversione dal Confucianesimo al Buddismo. Aveva messo tutte le sue forze e le sue ricchezze nelle mani dei monaci buddisti, ed era un grande imperatore. Incontrando Bodhidharma, gli disse: “Ti stavo aspettando. Sono vecchio, e sono fortunato che tu sia venuto fin qui; ti ho aspettato per anni. Voglio farti qualche domanda”.

La prima domanda che fece fu: “Ho dedicato tutte le mie ricchezze, i miei eserciti, la mia burocrazia – tutto ciò che ho – a convertire questo grande paese al buddismo, creando migliaia di templi per Buddha”. Aveva creato un tempio in cui c’erano diecimila statue di Buddha; tutta la montagna era stata scolpita. E dato che bisognava scolpire diecimila statue di Buddha, la montagna intera era stata utilizzata – scolpita in statue di Buddha – tanto da diventare un solo tempio. L’imperatore chiese: “Quale sarà il beneficio che ne ricaverò nell’altro mondo?”.

Questo è quello che gli dicevano i monaci: “Hai fatto tanto per servire Gautama il Buddha che forse quando arriverai all’altro mondo, lui stesso sarà lì a ricerverti e a darti il benvenuto. Ti sei guadagnato tanta di quella virtù che un’eternità di piaceri sarà tua”.

Bodhidharma disse: “Tutto ciò che fai fatto non ha alcun senso. Non hai nemmeno iniziato il tuo viaggio, non hai fatto nemmeno il primo passo. Finirai giù nel settimo inferno, fidati della mia parola.

L’imperatore Wu non riusciva a crederci: “Ho fatto tanto e quest’uomo dice che andrò nel settimo inferno!”.

Bodhidharma rise e disse: “Tutto ciò che fai fatto lo hai fatto per avidità e qualsiasi cosa fatta per avidità non può renderti religioso. Hai rinunciato a tante ricchezze, ma non hai rinunciato senza condizioni. Stai mercanteggiando; è un affare. Stai facendo acquisti nell’altro mondo. Stai passando il tuo conto in banca da questo mondo all’altro mondo, lo stai trasferendo. Sei furbo: questo mondo è momentaneo – domani potresti morire – e questi monaci ti hanno detto che l’altro mondo è eterno… Cosa fai allora? Dai via le ricchezze momentanee per ottenerne di eterne? È proprio un buon affare! Chi stai cercando di prendere in giro?”.

Quando Bodhidharma parlò così a Wu, davanti a tutti i monaci, ai generali e ai re di grado minore che erano arrivati con Wu e con tutta la sua corte, Wu s’inalberò. Nessuno gli aveva mai parlato prima a questo modo. Disse a Bodhidharma: “È questo il modo in cui parla una persona religiosa?”.

Bodhidharma replicò: “Sì, questo proprio è il modo in cui parla una persona religiosa; tutti gli altri modi appartengono a persone che vogliono ingannarti. Questi monaci ti hanno ingannato, ti hanno fatto delle promesse. Tu non sai nulla su ciò che accade dopo la morte; né lo sanno loro, eppure hanno fatto finta di saperlo.

Wu chiese: “Ma chi sei tu per parlare con tanta autorità?”.

E sai cosa rispose Bodhidharma? Disse: “Non lo so. Questa è una delle cose che non so. Sono andato dentro di me, sono andato fino al centro del mio essere e ne sono uscito ignorante come prima. Non lo so”.

Questo, io lo considero coraggio.

Nessuna religione ha avuto abbastanza coraggio da dire: “Questo è ciò che sappiamo, e quello è ciò che non sappiamo – magari lo sapremo in futuro. E al di là di questo c’è uno spazio che rimarrà per sempre inconoscibile”.

Se queste religioni fossero state così umili, il mondo sarebbe stato completamente diverso. L’umanità non sarebbe in un tale caos; non ci sarebbe tanta angoscia. Dovunque tu vada, tutti sono angosciati. Perché parlare dell’inferno? Siamo già all’inferno qui; come puoi soffrire di più all’inferno?

E di questo sono responsabili le cosiddette persone religiose. Continuano a fingere, a giocare lo stesso gioco. Dopo trecento anni in cui la scienza ha continuato a ridurre il loro territorio, a distruggere la loro cosiddetta conoscenza, a portare alla luce fatti nuovi, nuove realtà, il papa è ancora infallibile, così lo shankaracharya! Sono infallibili!

Una religione vera avrà l’umiltà d’accettare il fatto che solo poche cose sono note, molte di più sono ancora ignote, e una parte rimarrà sempre inconoscibile. Ed è proprio quest’ultima parte l’obiettivo di tutta la ricerca religiosa. Non puoi farne un oggetto di conoscenza, ma puoi sperimentarla, puoi provarne il gusto come se potessi mangiarla o berla – è esistenziale.

Lo scienziato rimane separato dall’oggetto del suo studio. È sempre separato dall’oggetto; per questo la conoscenza è possibile, perché chi conosce è separato dal conosciuto. Ma la persona religiosa entra nella sua soggettività, dove ciò che è conosciuto e ciò che conosce sono tutt’uno.

Quando chi conosce e il conosciuto sono tutt’uno, non c’è possibilità di conoscenza. Puoi danzarlo, ma non puoi esprimerlo a parole.

Può apparire nel modo in cui cammini, può mostrarsi nei tuoi occhi, nel modo in cui guardi, ma non può essere messo in parole.

Le parole sono assolutamente impotenti nel campo della religione. E invece tutte queste cosiddette religioni sono colme di parole, tutta spazzatura!

Questo è l’errore basilare, ma ci sono anche altri errori, che vale la pena di ricordare. Ad esempio, ogni religione è egoistica. Anche se insegna ai suoi seguaci la capacità di lasciar cadere l’ego, di essere privi di ego e umili, la religione stessa non è umile,anzi, è molto arrogante.

Gesù dice: “Sii umile, sii mite”, ma ci hai mai pensato? Lo stesso Gesù non è umile, non è mite, niente affatto. Quale maggiore arroganza ed egoismo può esserci nel dichiarare di essere il figlio unigenito di Dio? Lui si dichiara figlio unigenito di Dio! Tu non puoi dichiarare di essere un altro figlio di Dio, nemmeno un cugino, perché Dio non ha fratelli. Non puoi avere alcuna parentela con Dio: l’unica possibile è gia occupata, Gesù ne ha sbarrato l’accesso. È il messia, ed è venuto a redimere il mondo. Ma nessuno sembra essere stato redento, e sono passati duemila anni. Lui stesso è morto soffrendo sulla croce, chi potrà redimere? Ma l’idea che: “Io ti salverò, seguimi”…. Questo è stato uno dei fattori più importanti della distruzione dell’umanità, perché tutte le religioni affermano di essere l’unica vera religione, che tutte le altre sono false. Hanno continuato a combattersi, a uccidersi a vicenda, a distruggersi.

L’altro giorno ho visto un dibattito in televisione. Un rabbino, un prete protestante e un monaco cattolico discutevano di me. E sono arrivati alla conclusione… il rabbino ha suggerito: “Ora è arrivato il momento di fare uno sforzo per dialogare con quest’uomo”. Non riuscivo a crederci, un rabbino che parlava al prete cattolico e suggeriva la necessità di un dialogo. Perché? Al tempo di Gesù c’erano tanti rabbini, come mai non hanno ritenuto necessario un dialogo con Gesù? O il dialogo per loro era la crocifissione?

E questo idiota cattolico si dice d’accordo. Non dice nemmeno: “Ma come, tu, un rabbino, credi al dialogo? Ma allora cosa accadde con Gesù? Forse che la crocifissione è stata un dialogo?”. No, non lo chiede neppure. Né il rabbino si meraviglia delle parole che lui stesso sta pronunciando. Gesù era un ebreo, sarebbe stato perfettamente nel giusto per un rabbino avere un dialogo con un ebreo. Se si era smarrito, se aveva perso la strada, avresti potuto riportarlo sul giusto cammino; o, se magari aveva ragione, allora potevi prendere tu la sua strada. Ma la crocifissione come dialogo? Non era nemmeno un monologo!

Con Gesù il dialogo non era possibile perché lui era il messia, mentre tu chi eri? Un dialogo è possibile solo tra uguali. Lui è il figlio di Dio e tu chi sei? Il genero? Devi essere qualcuno, altrimenti che dialogo ci può essere? Era impossibile; Gesù era così egoista che i rabbini sapevano perfettamente che un dialogo era impossibile. Una volta o due cercarono di avvicinarlo.

Una volta un rabbino chiese a Gesù: “In base a quale autorità stai parlando?”.

Lui rispose: “In base alla mia stessa autorità, ricordati che prima di Abramo, io sono”. Abramo era l’antenato, il più antico; e Gesù dice: “Prima di Abramo, io sono. Quale altra autorità vuoi?”. Quest’uomo sta dicendo: “Beati sono i miti”, ma lui non è affatto mite, “Beati sono i poveri, gli umili…”, ma qual è il motivo? Perché sono beati?  “…perché erediteranno il regno dei cieli”.

Strano ragionamento! Qui perdi, mentre lì guadagni mille volte. Ma cosa guadagni? Le stesse cose. Qui sei povero, lì sarai ricco. Qui sei un mendicante, lì sarai un re. Ma qual è la differenza di qualità? L’unica differenza è tra qui e lì, tra due posti diversi. E queste persone cercano di essere miti, umili e poveri, per la semplice ragione che vogliono ereditare il regno di Dio. Quest’uomo sta stimolando e sfruttando la tua avidità. Tutte le religioni l’hanno fatto.

Anche con me un dialogo è impossibile, ma per ragioni diverse.

Prima di tutto, io non conosco me stesso – su questo non è possibile discutere – e quella è la cosa fondamentale da discutere. Che dialogo può esserci? O sei stato dentro di te oppure no.

Se sei stato dentro, allora guardare nei tuoi occhi sarà sufficiente, quello è il dialogo. Se non sei stato dentro, anche allora guardare nei tuoi occhi sarà sufficiente. Il dialogo è finito ancora prima di iniziare.

Con me il dialogo è impossibile perché non sono uno studioso. Non posso citare i libri sacri, finisco sempre per sbagliare la citazione. Ma che cosa interessa? Io non rendo omaggio a nessun libro sacro, non credo che siano sacri. Sono romanzi religiosi, quindi anche se sbaglio la citazione presa da un romanzo religioso, non è un problema. In realtà non li ho mai letti con attenzione, li ho sfogliati, ho guardato qui e là, e anche così ho scoperto tanta di quell’immondizia!

Quindi che dialogo fare con me, su che punti? Occorre almeno un certo accordo, e non c’è accordo possibile perché io affermo che non c’è Dio. Ora che dialogo puoi avere? Dovrai provare l’esistenza di Dio, solo allora il dialogo potrà iniziare. Oppure portare Dio sul banco dei testimoni; allora potremo discutere se è davvero Dio o solo un ipocrita americano.

Non credo che esista un paradiso o un inferno. Che dialogo è possibile? In altre religioni puoi avere dialoghi perché ci sono punti di contatto. Un musulmano, un cristiano, un indù, un ebreo, possono discutere di Dio. C’è un punto certo, e cioè che Dio c’è. Ora la questione è solo riguardo alla sua forma, ai suoi attributi e alle sue qualità, ma c’è accordo sul punto fondamentale. Tutti sono d’accordo sull’inferno e il paradiso. Può essere che qualcuno creda in sette inferni, qualcuno in cinque o in tre. È solo una questione di numeri, non è così importante. Con me che dialogo ci può essere? A partire da che cosa? Non c’è nemmeno un punto d’accordo, perché tutte quelle religioni sono false, non sono religioni autentiche, altrimenti ci sarebbe stata qualche possibilità.

Con Bodhidharma posso avere un dialogo. Egli afferma: “Non so chi sono”. Questo è un punto di contatto sufficiente. Ora possiamo prenderci per mano e andare insieme a fare una passeggiata. Non occorre dire altro, è stato già detto tutto.

Ma con questi rabbini, con questi preti cattolici o protestanti, che dialogo è possibile? Sono passati duemila anni e i rabbini non si sono ancora scusati per aver crocifisso Gesù. Crucifiggere non è un argomento. Se mi tagli la testa, non è un argomento. Questo non vuol dire che io ho torto e tu hai ragione. Anzi, se mi tagli la testa, stai provando che non eri in grado di sostenere il tuo punto. È sempre il debole che si arrabbia. È sempre il debole che vuole convertirti sul filo della spada. Sono passati duemila anni e ancora… Mi meraviglia che nemmeno un rabbino si sia scusato. Ma perché dovrebbero? Pensano di essere stati nel giusto allora, e di esserlo anche ora.

Questo mi fa arrivare al secondo punto, che tutte le religioni sono state contro il dubbio. Hanno veramente temuto il dubbio.

Solo un intelletto impotente può temere il dubbio, altrimenti il dubbio è una sfida, un’opportunità di ricerca. Hanno ucciso il dubbio e hanno forzato nella mente di ognuno l’idea che, se dubiti, finirai all’inferno e soffrirai per tutta l’eternità. Non dubitare mai. Credere è accettato, la fede, una fede totale; nemmeno una fede parziale sarà sufficiente, solo una fede totale. Stai chiedendo a degli esseri umani una cosa assolutamente inumana. Come può un uomo credere totalmente? E anche se cerca di farlo, vuol dire che il dubbio è presente, altrimenti contro che cosa starebbe combattendo quando cerca di credere in modo totale?

C’è il dubbio, e il dubbio non viene eliminato dal credere.

Il dubbio è eliminato dal fare esperienza.

Dicono: Credi!

Io dico: Esplora!

Dicono: Non dubitare!

Io dico: Dubita più che puoi, finché arrivi al punto di sapere, sentire, sperimentare.

Allora non occorre reprimere il dubbio, svanirà da solo. Allora non occorre credere. Non credi al sole, non credi alla luna, allora perché credi in Dio? Non hai bisogno di credere nei fatti comuni, perché sono lì, chiari. Ma non sono la verità suprema.

Una rosa è lì alla mattina e alla sera è già scomparsa. Puoi ‘crederci’, ma non è necessario; lo sai, non sorge nemmeno la questione del dubbio. Questo ‘credere’ nella rosa è un credere semplice, che non è opposto al dubbio. Per non creare confusione tra un credere semplice e uno complicato, posso dare al primo un nome diverso: fiducia.

Tu hai fiducia nella rosa: essa fiorisce, diffonde la sua fragranza e poi scompare. A sera non la troverai più; i petali saranno caduti e saranno stati portati via dal vento. Ma non è una verità eterna; sai che è un fatto. E sai che ci saranno altre rose, altre fragranze. Non devi credere, lo sai per esperienza, perché anche ieri c’erano delle rose che ora sono scomparse. Oggi sono apparse nuovamente, e domani la natura farà il suo corso.

Perché credere in Dio? Ieri non avevi alcuna esperienza di Dio, e non l’hai neppure oggi, e che certezza c’è riguardo al domani? Da dove prendi la certezza sul domani? Ieri era vuoto, oggi è vuoto, e domani è solo una vuota speranza, uno sperare contro ogni aspettativa. Ma questo è ciò che hanno insegnato le religioni: distruggi il dubbio.

Nel momento in cui elimini il dubbio, hai eliminato una cosa che ha immenso valore per l’uomo, perché è proprio il dubbio che spinge l’uomo a ricercare e a trovare. Hai tagliato le radici della ricerca: adesso non ci sarà alcuna ricerca.

Ecco perché trovi solo raramente una persona che ha la sensazione dell’eterno, che ha scoperto il polso dell’eterno, che ha respirato l’eterno; succede molto raramente. E chi ne è responsabile? Tutti i tuoi rabbini e i tuoi papi, gli shankaracharya e gli imam:  loro sono i responsabili, perché hanno tagliato le radici stesse della ricerca.

In Giappone coltivano uno strano albero. Questi alberi, che contano tre o quattrocento anni, sono alti solo una diecina di centimetri. E hanno quattrocento anni! Se osservi uno di questi alberi è così antico, ma è alto solo dieci centimetri. E loro la considerano un’arte! Ciò che fanno è continuare a tagliare le radici. Il vaso in cui vive l’albero è privo del fondo, e così ogni tanto possono alzarlo e tagliare le radici. Quando tagli le radici, l’albero non può crescere; invecchia ma senza crescere. Diventa sempre più vecchio, ma in effetti lo hai rovinato.

Ciò che queste persone fanno in Giappone è un fatto significativo: è la stessa cosa che le religioni hanno fatto con l’uomo. Hanno tagliato le tue radici in modo che tu non possa crescere, ma solo invecchiare. La prima radice che tagliano è quella del dubbio; allora la ricerca si arresta.

La seconda radice che tagliano ti porta a contrastare la tua stessa natura, a condannare la tua natura. E naturalmente, quando condanni la tua natura, come puoi aiutarla a fluire, a crescere e a seguire il suo corso, come un fiume? Non ti permettono di essere simile a un fiume e di muoverti a zig zag.

Le religioni ti hanno trasformato in un treno, che corre sulle sue rotaie da una stazione all’altra, che di base non fa che spostarsi da un posto all’altro, senza andare da nessuna parte, ma sempre seguendo i binari. E chiamano questi binari disciplina, controllo, autocontrollo.

Le religioni hanno fatto danni incalcolabili – il vaso dei loro peccati è strapieno e trabocca. Dobbiamo solo gettarle tutte nell’oceano, a dieci chilometri di profondità, in modo che nessuno possa ritrovarle dando nuovamente inizio allo stesso stupido modo di fare.

Quelle poche persone intelligenti che ci sono al mondo dovrebbero liberarsi di tutto ciò che le religioni hanno fatto loro, e senza che se ne rendessero nemmeno conto. Dovrebbero ripulirsi completamente dalla religione ebraica, indù, cristiana, giainista e buddista. Dovrebbero ripulirsi completamente – essere umani è sufficiente.

Accetta te stesso, rispetta te stesso permettendo alla tua natura di seguire il suo corso. Non forzare, non reprimere.

Dubita, perché il dubbio non è un peccato, ma un segno di intelligenza. Dubita e continua la ricerca finché non trovi.

Una cosa la posso dire con certezza: chi cerca, trova. È certo, non è mai accaduto altrimenti.

Nessuno è mai tornato a mani vuote da una ricerca autentica.

Osho, From Ignorance to Innocence, # 11 

Riflessioni

Il potere degli introversi (video TED TALKS)

In una cultura dove l’essere socievoli ed estroversi sono qualità altamente apprezzate, può essere difficile, persino vergognoso, essere introversi. Ma, come sostiene Susan Cain in questo discorso appassionato, gli introversi possiedono talento e capacità straordinarie per il mondo, e dovrebbero essere incoraggiati e celebrati.
La Cain sostiene che progettiamo le nostre scuole, luoghi di lavoro, e le istituzioni religiose per estroversi, e che questa distorsione crea uno spreco di talento, energia e felicità. Sulla base di un’intensa attività di ricerca in psicologia e neurobiologia e su interviste prolifiche, spiega anche perché gli introversi sono capaci di grande amore e grande risultato, non a dispetto del loro temperamento – ma a causa di esso.
Buona visione

Riflessioni

Una Visione del Paradiso

Un giorno, gli abitanti di un villaggio chiesero ad un Profeta di descrivere l’inferno. Dopo aver meditato a lungo, il Profeta disse: “dovete immaginare un immenso salone delle cerimonie. Al centro di questo salone c’è una tavola imbandita con ottimo cibo e pregiatissimi vini. Seduti a tavola ci sono tanti ospiti. Sono tutti affamati e sono tutti molto tristi, perché hanno posate lunghissime legate ai gomiti: possono infilzare il cibo, ma non riescono a portarlo alla bocca”.

Al che, il capo del villaggio domandò: “Ed il paradiso? Come è fatto il paradiso?”

Il Profeta rispose: “dovete immaginare il paradiso come se fosse un immenso salone delle cerimonie. Al centro di questo salone c’è una tavola imbandita con cibo succulento e pregiatissimi vini. Seduti a tavola ci sono tanti ospiti. Sono tutti affamati ed hanno posate lunghissime legate ai gomiti”.

Udite queste parole, la folla iniziò a rumoreggiare, ma solo il matto del villaggio ebbe il coraggio di prendere la parola ed obiettare: “Ma cosa state mai dicendo? Il Paradiso e l’Inferno sono dunque la stessa cosa?”

Allora il Profeta rispose: “Ti sbagli, amico mio. Le persone che siedono a tavola in Paradiso sono felici perché hanno capito che possono darsi da mangiare gli uni con gli altri”.

Alcuni autori attribuiscono la paternità di questo racconto a Buddha, altri a Mao, altri ancora ad Oliver Sacks.

Divertenti Riflessioni

“Gli amici condividono tutte le cose.” (Pitagora)

26 frasi e aforismi che ci insegnano il valore della condivisione. (La numero 26 è nostra 😀😄 …)

Condividere ti rende più grande di quello che sei. Più dai agli altri, più vita sei in grado di ricevere.
(Jim Rohn)
L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni.
(Paulo Coelho)
La felicità è reale solo quand’è condivisa.
(Dal film Into the wild)
Migliaia di candele possono venire accese da una singola candela, e la vita della candela non sarà abbreviata. La felicità non diminuisce mai con l’essere condivisa.
(Buddha)
Non è la ricchezza che manca nel mondo, è la condivisione
(Proverbio cinese)
Un dolore condiviso è un dolore dimezzato. Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata.
(Proverbio)
Quando una cosa è negativa, tienila per te; quando è positiva, condividila.
(Osho)
Condividi la tua conoscenza. E’ un modo per raggiungere l’immortalità.
(Dalai Lama)
Ma la cosa più bella che la Terra ci ha dato, ciò che fa di noi degli esseri umani, è la felicità di condividere. Chi non sa condividere è malato nelle sue emozioni.
(Marc Levy)
Il dolore può badare a se stesso, ma per capire il pieno valore della gioia bisogna avere qualcuno accanto con cui condividerla.
(Mark Twain)
Condividere, in amore, non significa tenere il bilancio di chi fa questo o quello, di chi fa più di un altro. Vi sono momenti in cui dobbiamo dare di più di quanto riceviamo, ma ve ne saranno altri in cui avremo bisogno di ricevere più di quanto saremo in condizione di donare.
(Leo Buscaglia)
Gli amici condividono tutte le cose.
(Pitagora)
Sappiamo che abbiamo trovato qualcuno di speciale quando si può stare zitti e condividere un piacevole silenzio.
(Dal film Pulp Fiction)
La conoscenza muore se non è condivisa.
(Elie Wiesel)
Quando qualcuno condivide, tutti vincono.
(Jim Rohn)
L’abbondanza combinata con il «ciascuno per sé» produce miseria, mentre la condivisione, anche nella frugalità, produce la soddisfazione di tutti, cioè la gioia di vivere.
(Serge Latouche)
La condivisione sta al possesso come l’iPod sta al 33 giri, come il pannello solare sta alla miniera di carbone. La condivisione è pulita, fresca, urbana, postmoderna; il possesso è triste, egoista, timido e arretrato.
(Jeremy Rifkin)
Consumare meno; condividere meglio.
(Hervé Kempf)
La quantità di persone che scoprono gli altri attraverso un cesellare continuo di versi e di frasi, di sensibilità di scrittura e di svelamento di se stessi e di ascolto degli altri è sempre più ampia. E non c’è niente da fare: l’intensità non passa più dai canali tradizionali, ma passa dalla condivisione del vissuto e del privato.
(Roberto Cotroneo)
Condivide et impera
(Rudy Bandiera)
Uno scrittore non scrive perché è istruito, ma perché è spinto dalla necessità di comunicare. Dietro la necessità di comunicare c’è il bisogno di condividere. Dietro la necessità di condividere c’è la necessità di essere capito. Lo scrittore vuole essere capito molto più di quanto voglia essere rispettato o lodato o anche amato. E questo, forse, è ciò che lo rende diverso dagli altri.
(Leo Calvin Rosten)
Saper condividere è poesia nella prosa della vita!
(Sigmund Freud)
Niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un’idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un’idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo.
(Ennio Flaiano)
Chi non condivide le nostre opinioni, o è in malafede o non ha opinioni.
(Roberto Gervaso)
Dio ci ha dato due mani – una per ricevere e l’altra per dare. Non siamo cisterne che accumulano; siamo canali che condividiamo.
(Billy Graham)
Chi non condivide, è tirchio ed egoista 😀😄
(Rivelazioni.com)

 

 

Riflessioni

Perchè porta la colazione a sua moglie ogni mattina, anche se lei nemmeno lo riconosce?”

Quest’uomo ha 80 anni e insiste, ogni mattina, a portare la colazione a sua moglie…
Quando gli hanno chiesto: “Perché sua moglie è in un ricovero per anziani?”, lui ha risposto: “Perché ha la malattia di Alzheimer.”
Allora gli hanno chiesto, “Sua moglie si preoccuperebbe se un giorno non venisse a portarle la colazione?” e lui ha risposto: “Lei non ricorda… Non sa neanche chi sono io, sono cinque anni che non mi riconosce più.”
Sorpresi, gli hanno detto: “Che cosa meravigliosa! Ma sta ancora portando la colazione a sua moglie ogni mattina, anche se lei nemmeno la riconosce?”
L’uomo ha sorriso, l’ha guardata negli occhi e le ha stretto la mano.

Poi ha detto: “Lei non sa chi sono io, ma io so chi è lei.”

Riflessioni

LE TUE CELLULE TI ASCOLTANO: parlare con il tuo corpo può aiutarti a guarire.

“Ogni singola parte del tuo corpo ha la sua propria coscienza o la sua propria anima”. Queste parole rivoluzionarie, dette dalle donne della medicina locale, fecero iniziare il mio viaggio alla scoperta della straordinaria capacità di auto-guarigione del corpo umano.

Quando mi venne presentata questa prospettiva, soffrivo di un intenso dolore cronico. Ho immediatamente immaginato di fare mio questo concetto nella mia meditazione quotidiana. Pensavo: “Può sentirmi il mio corpo? Posso parlarci per cooperare nel guarire questa condizione?”