Nessuno si aspettava che sarebbe stato osannato come autore esordiente
di un best-seller consigliato a chi ama Thomas Harris, Stephen King
e Jeffery Deaver, grandi maestri del thriller a livello mondiale.
Io uccido, che ha venduto più di mezzo milione di
copie nelle librerie, sta per diventare un film. I diritti cinematografici
del romanzo sono stati acquistati dal produttore Aurelio De Laurentis,
intenzionato a portare sul grande schermo la caccia del detective
Frank Ottobre all'efferato assassino che terrorizza il Principato
di Monaco. Ancora top secret il nome del regista del film, così
come quelli dei suoi interpreti.
Abbiamo incontrato lo scrittore-rivelazione di quest'anno per farci
raccontare le ragioni del successo di Io uccido, chi
sono gli interpreti ideali del suo romanzo, e quali sono i progetti
per il futuro.
700 pagine di suspense che mantengono,
senza mai cedimenti, il lettore incollato al romanzo, grazie al
ritmo veloce e al susseguirsi di numerosi colpi di scena. Com'è
nata l'idea di Io uccido?
Lo spunto mi è stato dato dal
rifiuto di un noto editore italiano a pubblicare un'antologia di
miei racconti e dall'invito a scrivere invece un romanzo. Io avevo
già in mente un titolo accattivante, Io uccido
appunto, e una vaga idea a proposito di una storia legata alla musica.
Ho cominciato a scrivere e la storia si è formata mano a
mano che procedevo. Non c'è stato un fatto scatenante, ma
una serie di fortunate circostanze.
Come sei riuscito a organizzare un intreccio
così articolato e a tenere insieme tutti gli elementi di
una macchina narrativa così complessa? Al tuo primo romanzo,
poi.
C'è stata un'assimilazione di tutte le
cose che ho letto e ho fatto. La suspense in fondo è presente
in tutti i libri, ma nella letteratura di genere è esasperata.
Forse la mia capacità di controllare tutti gli elementi deriva
anche dal senso della regia che ho acquisito durante gli anni in
cui ho fatto l'attore. Il concetto di movimento nel teatro e il
susseguirsi di colpi di scena nel thriller rispondono alle stessa
esigenza di tenere desta l'attenzione dello spettatore o del lettore.
Sono due espressioni dello stesso concetto.
A circa 200 pagine dalla fine del romanzo,
il lettore scopre il colpevole. La tensione della trama non diminuisce,
e il lettore corre sempre più velocemente verso la fine del libro.
Hai dimostrato in questo modo di padroneggiare molto bene uno dei
meccanismi narrativi fondamentali del 'giallo': il mistero svelato
pagina dopo pagina che si comprenderà però solo alla
fine del romanzo. Quali sono le altre regole che un bravo scrittore
deve rispettare per riuscire a scrivere un romanzo bello?
Devo scrivere un romanzo credibile e realistico.
Suspense e colpi di scena devono tenere costantemente vigile il
lettore e il ritmo non deve avere mai cedimenti.
Le donne non hanno nessun ruolo nel suo
romanzo. È una scelta precisa quella di escludere qualsiasi
presenza femminile?
Sì, questa era una storia di uomini.
Le donne riguardano solo la sfera affettiva dei protagonisti. Nel
prossimo romanzo la protagonista sarà invece una donna italiana,
un commissario chiamata a partecipare a un'indagine a New York.
Mi fa piacere confrontarmi con un personaggio femminile, ma non
sarà facile perché non voglio cadere nell'errore di
proporre al femminile quelli che sono stati i miei personaggi maschili.
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